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Quesito
Buongiorno Padre,
sono un ragazzo convertito da non moltissimo tempo e volevo porle alcune domande. Ho letto che le preghiere fatte in stato di peccato mortale non meritano per la vita eterna. Ora nel mio caso, ho pregato molto in periodi in cui ero in peccato mortale, e dopo parecchio tempo, decisi di confessarmi e di seguire il Signore. Ora io mi chiedo, dopo la confessione, le preghiere che recitai in passato in situazioni di peccato quasi perenne, sono diventate meritorie per la vita eterna, oppure no dato che non seminavo con Gesù?
Mi veniva in mente il caso di Bruno Cornacchiola. Se ricordo bene lui fece i 9 primi Venerdì del mese con l’intenzione di far del male al Papa, eppure le promesse sono state valide per lui.
Ovviamente le vie del Signore sono infinite, ma a volte sembra che il Signore, per un piccolissimo sforzo doni alle persone immensi doni. Forse anche questo fa parte della Misericordia infinita di Dio? La ringrazio per le risposte che mi darà e per tutte le belle cose scritte nella rubrica di Amicidomenicani.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. le preghiere fatte in stato di peccato mortale non meritano per la vita eterna perché non traggono linfa vivificatrice da Cristo.
Solo quando siamo uniti a Cristo mediante la grazia santificante le nostre opere (tra cui anche le preghiere) meritano dal punto di vista soprannaturale.
Per questo Gesù ha detto: “Chi non raccoglie con me disperde” (Mt 12,30).
2. Secondo la dottrina della Chiesa le opere e le preghiere fatte in peccato mortale rimangono buone azioni, sebbene non siano meritorie per la vita eterna.
Tuttavia poiché sono buone azioni meritano beni per la vita presente, soprattutto se sono utili per la vita eterna.
3. Tuttavia va aggiunto ancora questo: la grazia di Dio ci previene e ci aiuta prima ancora della nostra confessione sacramentale, e cioè da quando cominciamo a nutrire il pentimento e il proposito della conversione.
Tale grazia può consistere in illuminazioni, in aiuti, in impulsi interiori che il Signore dà per spingere al pentimento e alla confessione. Questi favori celesti vengono chiamati grazie attuali, che non conferiscono ancora la grazia santificante che innesta in Cristo.
4. Ma talvolta si tratta proprio della grazia santificante, che il credente accoglie senza saperlo, continuando a pentirsi sinceramente dei propri peccati per aver offeso il Signore e propone di confessarsi appena possibile.
In questo caso allora torna in grazia di Dio, ancor prima della confessione, per cui tutte le azioni e le preghiere diventano meritorie anche sotto il profilo soprannaturale per la vita eterna.
5. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “Quando proviene dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, la contrizione è detta «perfetta» (contrizione di carità). Tale contrizione rimette le colpe veniali; ottiene anche il perdono dei peccati mortali, qualora comporti la ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale” (CCC 1452).
6. Questa dottrina era già stata insegnata nel concilio di Trento che aveva affermato: “Insegna, inoltre, il concilio che questa contrizione talvolta può essere resa perfetta dalla carità, e riconciliare così l’uomo con Dio, prima ancora che riceva attualmente questo sacramento; tuttavia questa riconciliazione non è da attribuirsi a una contrizione priva del proposito, incluso in essa, di ricevere il sacramento” (DS 1677).
Se in te è avvenuto questo, tutto ha meritato fin dall’inizio.
7. Infine fai riferimento a Bruno Cornacchiola. Quando ha fatto i primi nove venerdì del mese, che includono confessione e Santa Comunione, non era ancora andato fuori strada.
Se viveva in grazia, meritava soprannaturalmente.
Andando fuori strada, ha perso tutto. Con la conversione a recuperato tutti i meriti di quando vivere in grazia a seconda del grado di pentimento.
Sono contentissimo che il Signore non si sia stancato di bussare alla porta del tuo cuore e che tu finalmente gli abbia aperto la porta
Sono contentissimo perché da quel momento hai cominciato a rinascere, a vivere.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo