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Quesito
Caro Padre Angelo,
al termine di ogni decina del Rosario, affidiamo ogni volta a Gesù tutte le anime, specialmente le più bisognose della Sua misericordia.
Non sarebbe più giusto riferirci alle più ‘meritevoli’ della Sua misericordia?
Quelle cioè che si sentono bisognose del Suo perdono.
O questa allusione è già sottintesa?
Altrimenti, se così non fosse, mi sembra che diventi una richiesta di ‘buonismo’ rivolta al Signore.
Vittorio
Risposta del sacerdote
Caro Vittorio,
come sai questa preghiera è stata insegnata dall’Angelo ai tre pastorelli di Fatima.
La Madonna stessa, raccomandando la recita quotidiana del Santo Rosario, ha chiesto di inserirla al termine di ogni decina.
L’espressione “le più bisognose della Sua misericordia” è esatta.
Innanzitutto si riferisce, come dici tu, a coloro che si sentono bisognosi del Suo perdono”.
Ma viene detta anche specialmente per quelli che non sentono bisogno della sua misericordia e del suo perdono, per quelli che non ci credono e per quelli che, pur credendoci, non l’invocano.
E questa preghiera si innesta molto bene nell’insieme del messaggio di Fatima nel quale il Cielo ha voluto ricordare la necessità delle preghiere e delle penitenze per la conversione dei peccatori.
Questa bella preghiera spinge ad aver sollecitudine per il bene più grande e più urgente per gli uomini, quello della loro salvezza eterna.
Padre Pio da Pietrelcina diceva che le anime non vengono regalate a nessuno, ma si pagano tutte con la medesima moneta con la quale le ha comperate nostro Signore.
Nell’enciclica Mystici Corporis si legge: “Mistero certamente tremendo né mai sufficientemente meditato, come cioè la salvezza di molti dipenda dalle preghiere e dalle volontarie mortificazioni a questo scopo intraprese dalle membra del mistico corpo di Gesù Cristo” (MC 42).
Santa Teresina del bambino Gesù, dottore della chiesa, scrive: “preghiera e sacrificio formano tutta la mia forza, sono le armi invincibili che Gesù mi ha date, toccano le anime ben più che i discorsi, ne ho fatto esperienza spesso” (Storia di un’anima, 315).
Preghiamo dunque, caro Vittorio, e facciamo anche penitenza per le anime più bisognose della misericordia di Dio. Sono certo che queste anime, arrivate davanti a Dio, svolgeranno i loro buoni uffizi per noi che siamo ancora esuli e bisognosi di tante benedizioni del Signore.
Intanto io benedico te, ti assicuro la mia preghiera e ti ringrazio.
Padre Angelo