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Salve Padre Angelo,
Ho una domanda da porle.
Ho letto che la cosiddetta “aureola”, che sarebbe poi un ornamento spirituale, è data ai Dottori della Chiesa, ai vergini e ai martiri, mi saprebbe dire se questa affermazione è vera? Ne sa qualcosa? Martiri, vergini e dottori hanno quel qualcosa “in più” in Paradiso?
La ringrazio immensamente per il Servizio che Lei svolge via Internet, La ricordo nella preghiera al Signore e a Maria Santissima.
Marco
Caro Marco,
1. nella seconda lettera a Timoteo San Paolo scrive: “Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione” (2 Tm 4,8).
La corona è simbolo di potere regale. Coloro che sono in Paradiso sono i vincitori che siedono sullo stesso trono di Nostro Signore: “Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono” (Ap 3,21).
San Tommaso dice che “questo premio metaforicamente è denominato corona oppure corona d’oro a motivo del merito acquistato con il combattimento, poiché “la vita umana sulla terra è un combattimento” (Gb 7,1) e anche perché con tale premio l’uomo è reso partecipe in qualche maniera della divinità e del suo potere regale, secondo le parole dell’Apocalisse: “Hai fatto di loro, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti, e regneranno sopra la terra” (Ap 5,10).
La loro corona di fatto consiste nella visione beatifica di Dio.
2. Ma alcuni in Paradiso, oltre la corona d’oro detta anche premio essenziale, avrebbero anche un’aureola.
L’espressione viene mutuata dalle parole dette da Dio a Mosé: “Farai un’altra corona d’oro più piccola (aureola)” (Es 25,25).
Non si tratta di un aumento di perfezione che è legato essenzialmente al grado di carità raggiunto, ma di uno splendore e di un gaudio particolare che rende “la beatitudine più splendente”.
Per cui “il termine aureola non indica un premio essenziale più intenso, ma ciò che è aggiunto al premio essenziale: sia che il premio essenziale di chi ha l’aureola sia maggiore, sia che sia minore o uguale a quello di chi non ha l’aureola” (San Tommaso, Somma teologica, Supplemento, 96, 1, ad 2).
3. Ebbene quest’aureola l’avrebbero tre categorie di persone: i vergini, i martiri e i dottori.
4. Ai vergini anzitutto.
Infatti “a proposito di quel testo dell’Esodo “Farai un’altra corona d’oro più piccola (aureola)” la Glossa (commento tradizionale) afferma: “In questa corona rientra il cantico nuovo che i vergini cantano davanti all’Agnello, vergini che seguono l’Agnello dovunque egli vada”.
Perciò il premio dovuto alla verginità è denominato aureola” (San Tommaso, Somma teologica, Supplemento, 96, 5, sed contra).
5. Ed ecco il motivo: “Dove c’è una forma eccellente di vittoria deve esserci una speciale corona.
Perciò siccome con la verginità si ottiene una vittoria singolare sulla carne, contro la quale si ha una guerra continua, secondo le parole di San Paolo: “Lo spirito ha desideri in opposizione alla carne…” (Gal 5,17), alla verginità è dovuta una speciale corona, denominata aureola.
E questa è dottrina comune per tutti” (Ib., corpus).
6. Anche la Madonna gode di quest’aureola della verginità “per essere conforme in questo a tutti gli altri membri della Chiesa in cui si riscontra la verginità.
E sebbene non abbia sperimentato l’impugnazione della carne, ebbe però la lotta derivante dalla diretta tentazione da parte del nemico, il quale non ebbe riguardo neppure per Cristo, come risulta dal Vangelo (Mt 4,1 ss)” (Ib., ad 2).
7. San Tommaso aggiunge ancora: “Se una vergine viene violentata, non per questo perde la sua aureola: purché conservi saldo il proposito di custodire in perpetuo la verginità, qualora in nessun modo consenta a tale atto.
Anzi non perde per questo neppure la verginità. E questo vale sia che venga violentata a motivo della fede sia per qualsiasi altro motivo.
Se però subisce questo per la fede, l’atto è meritorio e rientra tra le specie del martirio. Ecco perché Santa Lucia disse: “Se mi farai violare contro la mia volontà, la corona della mia castità sarà raddoppiata”; non perché allora avrebbe avuto due aureole di verginità, ma perché avrebbe avuto due premi: uno per la verginità custodita, e l’altro per l’ingiuria subita.
E anche nel caso che una vergine così oppressa concepisse, non per questo perderebbe il merito della verginità.
Tuttavia non sarebbe da paragonarsi alla Madre di Cristo, nella quale con l’integrità della mente si ebbe anche l’integrità della carne” (Ib., ad 4).
8. Una particolare aureola è dovuta anche ai martiri.
San Tommaso scrive: “Sant’Agostino afferma: “Per quanto io sappia nessuno ha osato preferire la verginità al martirio”. Ma alla verginità è dovuta l’aureola. Dunque anche al martirio.
Inoltre la corona è dovuta a chi combatte. Ora nel martirio c’è un combattimento di particolare difficoltà. Quindi spetta ad esso una speciale aureola” (Somma teologica, Supplemento, 96, 6, sed contra).
9. Ed ecco il motivo: “Come lo spirito lotta contro le concupiscenze interiori, così l’uomo deve lottare contro le passioni che premono dall’esterno.
Perciò come alla vittoria più perfetta con la quale si trionfa delle concupiscenze carnali è dovuta una speciale corona chiamata aureola; così questa è dovuta alla più perfetta vittoria contro le impugnazioni dall’esterno. (…). Perciò al martirio è dovuta l’aureola come alla verginità” (Ib., corpus).
10. Infine c’è un’aureola anche per i dottori.
San Tommaso riporta il pensiero della Tradizione: “Spiegando le parole di San Paolo, “affinché sappiate qual è la sopraeminente, ecc.”(Ef 1,18), la Glossa (il commento comune) afferma: “I santi dottori avranno un aumento di gloria, oltre quello che è comune a tutti”.
Inoltre a proposito di quel testo dei Cantici “La mia vigna è dinanzi a me” (Ct 8,12) la Glossa spiega: “Egli mostra quale premio singolare prepari ai suoi dottori”.
Dunque i dottori avranno un premio speciale.
Ed è appunto questo che noi chiamiamo aureola” (Somma teologica, Supplemento, 96, 7, sed contra).
11. Ecco la motivazione: “Come si ottiene una vittoria singolare sulla carne e sul mondo mediante il martirio e la verginità, così si ottiene la più perfetta vittoria contro il demonio quando uno non solo non cede ai suoi assalti, ma addirittura lo scaccia, e non solo da sé, bensì anche da altri. E questo avviene mediante la predicazione e l’insegnamento [sacro]. Perciò alla predicazione e all’insegnamento è dovuta l’aureola, come alla verginità e al martirio” (Ib., corpus).
12. E ancora: “Quando si dice che all’insegnamento è dovuta un’aureola ci si riferisce a quell’insegnamento che riguarda il mistero della salvezza e che debella il demonio nel cuore degli uomini con quelle armi spirituali di cui parla San Paolo: “Le armi della nostra milizia non sono carnali, ma spirituali” (2 Cor 10,4).
Ti ringrazio del quesito che ci aiuta ad avere la debita stima per la verginità consacrata, per il martirio e per la predicazione.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo