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p>Quesito
Buonasera Padre Angelo,
Spero di non disturbarla con troppe domande che non trovano soluzione nella mia mente.
È riuscito a chiarire tutte le altre domande che le ho posto fino adesso perciò spero che potrà chiarirmi anche questa: non riesco a capire come è possibile che ogni uomo nasca con il peccato originale dal momento che questo peccato non è stato compiuto dalla propria volontà personale.
Soprattutto non riesco a capire come si concilia con l’idea di merito o demerito.
Cioè se dal peccato originale dipendono tutta una serie di mali come è possibile che uno paghi il peccato che non ha compiuto?
Tra me e me come risposta mi sono dato l’idea che in qualche modo uno deve essere responsabile di questo peccato ma questa idea contraddice il fatto che non l’ha compiuto con la propria volontà.
Le sarei molto grato se può chiarirmi anche questo punto.
La ringrazio anticipatamente.
Che Dio la Benedica sempre!
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. il peccato originale ha carattere di colpa per chi lo ha commesso, e cioè per i nostri progenitori, Adamo ed Eva.
Non ha carattere di colpa personale perché lo eredita perché nasce da una natura privata della grazia di Dio e soggetta alla fragilità.
Pertanto chi lo eredita non è onerato di alcun demerito.
2. Va ricordato che lo stato di grazia che eleva all’ordine soprannaturale e alla comunione filiale con Dio non è un diritto della natura umana, essendole del tutto eccedente.
Lo stato di grazia era un dono dato ai nostri progenitori.
Con la redenzione attuata da Cristo questo dono viene nuovamente donato col battesimo.
3. Lo stato di fragilità, che fa riferimento ad alcune ferite che portiamo nella nostra intelligenza, nella nostra volontà e anche nelle nostre inclinazioni sensitive, mette l’uomo in uno stato di lotta, di combattimento.
Proprio questo stato di combattimento accresce il merito delle virtù e delle opere buone.
Conseguentemente aumenta la beatitudine eterna del paradiso.
Non c’è alcun dubbio che meritare in uno stato di fragilità sia più vantaggioso che meritare quando non c’è la lotta.
4. Per questo il Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 412 si pone una domanda: “Ma perché Dio non ha impedito al primo uomo di peccare?”
Ed ecco che cosa dice: “San Leone Magno risponde: «L’ineffabile grazia di Cristo ci ha dato beni migliori di quelli di cui l’invidia del demonio ci aveva privati».
E san Tommaso d’Aquino: «Nulla si oppone al fatto che la natura umana sia stata destinata ad un fine più alto dopo il peccato. Dio permette, infatti, che ci siano i mali per trarre da essi un bene più grande. Da qui il detto di san Paolo: “Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia” (Rm 5,20). E il canto dell’Exultet: “O felice colpa, che ha meritato un tale e così grande Redentore!”»” (CCC 412).
5. Ulteriormente il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda che cos’è il peccato originale per noi che lo ereditiamo: è la ferita ereditata dai nostri progenitori e la privazione dello stato di grazia.
Ecco che cosa dice: “Adamo ed Eva alla loro discendenza hanno trasmesso la natura umana ferita dal loro primo peccato, privata, quindi, della santità e della giustizia originali. Questa privazione è chiamata «peccato originale»” (CCC 417).
6. Certamente rimangono in noi le conseguenze del peccato originale: “La natura umana è indebolita nelle sue forze, sottoposta all’ignoranza, alla sofferenza, al potere della morte, e inclinata al peccato (inclinazione che è chiamata concupiscenza)” (CCC 418).
7. Ma “la vittoria sul peccato riportata da Cristo ci ha donato beni migliori di quelli che il peccato ci aveva tolto: «Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia» (Rm 5,20)” (CCC 420).
Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo