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Quesito
Caro Padre,
innanzitutto vorrei ringraziarla per il suo impegno costante nel rispondere le domande di tutti noi e coglievo l’occasione per porgerle una domanda molto semplice sulla confessione ovvero se ad esempio due anni fa si è commesso un peccato mortale e ci si confessa dicendo “ho detto una grave menzogna” e si riceve l’assoluzione e poi oggi, approfondendo la morale, ci si rende conto che ci sono vari tipi di “menzogna”, e si capisce che in realtà più che una menzogna era una calunnia, è necessario rifare la confessione dicendo “ho calunniato” oppure quel peccato è già stato assolto?
E un’altra domanda sempre sullo stesso tema: se mi torna in mente un peccato che ho commesso tanto tempo fa, ma che conosco solo oggi nella sua specie: sempre nello stesso esempio…poniamo che ricordo di aver calunniato un uomo tanto tempo fa, solo che a quel tempo non sapevo cosa fosse la calunnia, ma conoscevo solo la “bugia” ed ero convinto di dire solo una “bugia” e non di calunniare…nella confessione dovrò dire solo “ho detto una bugia” oppure devo dire “ho calunniato” (pur non sapendo a quel tempo di commettere una calunnia)?
grazie del suo aiuto
un caro saluto
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. penso che alla tua accusa: “ho detto una grave menzogna”, il confessore ti abbia chiesto se hai danneggiato qualcuno.
E, alla risposta affermativa, abbia replicato che era necessario riparare.
Quando si pecca contro la giustizia non è sufficiente andarsi a confessare. Uno torna ad essere giusto (e in grazia) solo quando confessandosi esprime il proposito fermo di reintegrare l’altro nei beni che gli ha tolto.
La calunnia è un danneggiamento morale, spirituale. E va sempre riparata.
2. Se il sacerdote non te l’avesse detto, ricordati che sei in debito.
Lo stesso discorso vale anche per il secondo caso, sebbene tu pensassi in buona fede che la calunnia s’identificasse semplicemente con la bugia. Di fatto hai danneggiato una persona e la giustizia reclama la riparazione.
Nella successiva confessione, senza tanti giri di parole, puoi dire al confessore: “accuso un peccato compiuto tanti anni fa: ho detto una bugia che ha accusato ingiustamente una persona”. Così hai detto tutto. E sentirai allora che cosa ti dirà il confessore.
Ti atterrai poi a quanto lui ti dirà.
3. Tu, però, hai posto questo secondo caso solo come esempio.
Se il peccato riguardasse altra materia, in cui non hai danneggiato nessuno, il discorso è diverso. Per compiere un peccato mortale ci vuole la piena avvertenza della mente, e cioè anche la consapevolezza della sua gravità.
Se non avevi la consapevolezza della gravità, per quanto la materia sia stata grave, tu però soggettivamente non hai commesso un peccato grave e non sei obbligato a confessarlo e devi stare tranquillo.
Ti prometto un ricordo al Signore, ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo