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Quesito
Caro P. Angelo,
volevo porle delle domande in materia di fede. Potrebbe, gentilmente, spiegarmi, in modo più preciso e dettagliato (magari con qualche esempio), quali sono i peccati veniali e come ripararli?
Quali sono le condizioni per peccare venialmente di falsa testimonianza? Se si parla di un fatto e relativo punto di vista, senza menzionare persone oppure le si menziona se si è a piena conoscenza dell’accaduto, si commette peccato mortale? E se in tali discorsi si parla dell’agire della Chiesa e dei suoi ministri e dell’operato che può essere giusto o sbagliato? E se, talvolta, viene detta una piccola bugia senza danneggiare le persone? E’ pure peccato di falsa testimonianza il fatto di dire bugie quando ci si vuole mantenere riservati su una determinata cosa (digiuno per esempio) ? In che modo si disonora il padre e la madre?
Grazie in anticipo delle sue risposte.
Un saluto fraterno nel Signore.
Raffaele.
Risposta del sacerdote
Caro Raffaele,
1. Si può avere peccato veniale in tre casi:
– quando ci si porta su azioni lecite, ma in maniera non corretta secondo l’ordine morale. Si pensi ad esempio al mangiare o al bere più del necessario, a una certa vanità nel vestire, alla ricerca eccessiva dell’onore e della gloria da parte della gente, al parlare troppo, al darsi in maniera disordinata al divertimento, nel rattristarsi o deprimersi esageratamente, come se Dio non avesse cura di noi…
– quando si ci porta su azioni di suo cattive, ma che hanno parvità di materia. S. Alfonso dei Liguori parlando dei peccati veniali deliberati scrive: “Tali sono, per esempio, le bugie volontarie, le piccole mormorazioni, le imprecazioni, i risentimenti di parole, le derisioni del prossimo, le parole pungenti, i discorsi di stima propria, i rancori d’animo nutriti nel cuore” (Pratica di amar Gesù Cristo, 8, 4-5).
Sui casi in cui vi è materia grave ti rimando alla lettura di una risposta data il 16.12.2008.
– quando ci si porta su azioni che hanno materia grave, ma che sono compiute con insufficiente avvertenza della mente o mancanza di pieno consenso della volontà. Questi peccati sono veniali non da parte della materia, ma per l’imperfezione dell’atto.
2. Mi chiedi quali siano le condizioni per peccare venialmente di falsa testimonianza?
Rispondo: quando vi è materia lieve, e cioè uno dice una cosa per un’altra per difendersi, per non essere punito…. E non si causano mali gravi a chi non viene a conoscere la verità.
3. Mi chiedi ancora: “se si parla di un fatto e relativo punto di vista, senza menzionare persone oppure le si menziona se si è a piena conoscenza dell’accaduto, si commette peccato mortale?”
Nel primo caso, puoi parlarne liberamente. Nel secondo no, perché diffami una persona senza che questa abbia la possibilità di difendersi.
Se si tratta di materia grave, può esserci peccato grave, a meno che uno in qualche modo sia costretto a rivelare fatti meno belli di un’altra persona per tutelare il bene comune o per mettere in guardia da ingenuità nel trattare con quella persona.
4. Ancora: “E se in tali discorsi si parla dell’agire della Chiesa e dei suoi ministri e dell’operato che può essere giusto o sbagliato?”
Dipende dal motivo per cui se ne parla.
5. “E se, talvolta, viene detta una piccola bugia senza danneggiare le persone? E’ pure peccato di falsa testimonianza il fatto di dire bugie quando ci si vuole mantenere riservati su una determinata cosa (digiuno per esempio)?”
Nel primo caso si tratta di bugia per quanto piccola.
Nel secondo caso non è una piccola bugia, e neanche bugia. Dai teologi viene chiamata restrizione mentale ed è lecita per non far conoscer agli altri i fatti propri, soprattutto quando gli altri non hanno diritto di conoscere le faccende nostre.
6. In che modo si disonora il padre e la madre?
Ad esempio: quando si disobbedisce, quando non viene portato rispetto, quando si alza la voce, quando non si compie il proprio dovere a scuola o nella società, e via dicendo…
Ricambio il saluto fraterno nel Signore, ti auguro un Santo Natale, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo