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Quesito

Pace Padre,
nella catechesi che ho ascoltato l’insegnante ha una distinzione, che non ho ben capito, tra dogma e verità di fede, sostenendo che tra i dogmi mariani, gli unici effettivamente tali sono l’Immacolata concezione e l’Assunzione, mentre la maternità divina e la perpetua verginità sono verità di fede.
La distinzione sarebbe che il dogma si determina con una bolla papale, mentre una verità di fede può anche essere conciliare.
Con questo penso sia tutto. 
A presto 
Martin 


Risposta del sacerdote

Caro Martin,
1. La parola dogma, dal greco dokein, sotto il profilo etimologico significa opinione.

2. Ma nel Nuovo Testamento questo termine è usato nel senso di: criterio, norma, legge, decreto.
In questo senso l’evangelista San Luca scrive: “In quei giorni un decreto (in greco: dogma) di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra” (Lc 2,1). 
Ugualmente negli Atti degli Apostoli dice che Paolo e Luca “percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni (in greco: dògmata) prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero” (At 16,4).

2. Pietro Parente, che è stato un grande teologo del secolo 20º e fu fatto cardinale, nel suo dizionario di teologia dogmatica dice che “dal secolo quarto (con Cirillo di Gerusalemme e Gregorio Nisseno) comincia a prevalere il senso di dogma come verità di fede”.

3. Pertanto dogma e verità di fede sotto un certo aspetto sono sinonimi. Va sottolineato sotto un certo aspetto: perché non tutte le verità di fede sono state fissate come dogmi.
Di fatto la Chiesa fissa come dogma una verità sulla quale c’è stata discussione. Ora su tante verità non c’è mai stata discussione perché la cosa è pacifica.
Sicché verità di fede è un termine più ampio di dogma perché tutti i dogmi sono verità di fede, ma non tutte le verità di fede sono state fissate come dogmi.

4. Dicendo che non sono fissate come dogmi non s’intende che non siano certe perché sono più che certe, anzi sono certissime e basilari. Così, ad esempio, l’esistenza di Gesù Cristo o anche l’esistenza di Dio.
Ha fissato invece come dogma di fede che l’esistenza di Dio si può dimostrare con la ragione perché alcuni razionalisti lo negavano.

5. Il domenicano Y. Congar nel volume intitolato La fede e la teologia, parlando dei criteri di certezza, distingue tra verità di fede divina e verità di fede divina e cattolica.
Verità di fede divina è ciò che è contenuto nella parola di Dio trasmessa per scritto o attraverso la tradizione apostolica.
Queste stesse verità di fede divina quando sono proposte in una dichiarazione solenne costituiscono il dogma in senso stretto.
Quando sono proposte dal Magistero ordinario e universale costituiscono il dogma in senso largo (cfr. La fede e la teologia, I, 51).
Pertanto i dogmi di fede possono essere emessi sia con bolla papale sia dal magistero straordinario della chiesa, come nel concilio ecumenico.

6. In specifico, la maternità divina di Maria è dogma di fede, anche se non c’è bolla papale. 
Il concilio di Efeso (431) dichiara che “se qualcuno non confessa che l’Emmanuele è Dio nel vero senso della parola, e che perciò la Santa Vergine è Madre di Dio perché ha generato secondo la carne il verbo che è da Dio, sia anatema” (DS 252).
Ugualmente il concilio di Calcedonia (451): “Seguendo i santi padri, all’unanimità noi insegniamo a confessare un solo e medesimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità, vero Dio e vero uomo, composto di anima razionale e di corpo, consostanziale al Padre per la divinità, e consustanziale a noi per l’umanità, simile in tutto a noi, fuorché nel peccato (cfr. Eb 4,15), generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, in questi ultimi tempi per noi e per la nostra salvezza da Maria vergine e Madre di Dio, secondo l’umanità” (DS 301).

7. Ugualmente è verità e dogma di fede la perpetua verginità di Maria, sebbene non vi sia bolla papale.
Già nel Simbolo degli Apostoli noi confessiamo che Cristo “nacque da Maria vergine”.
Inoltre, accogliendo la tradizione e il magistero precedente, il Sinodo lateranense del 649 al canone terzo dichiara: “Se qualcuno non professa secondo i santi padri in senso proprio e veracemente genitrice di Dio la santa sempre vergine intatta Maria, giacché ella in senso proprio e veracemente negli ultimi tempi ha concepito senza seme dallo Spirito Santo e ha partorito colui che è generato da Dio Padre prima di tutti secoli, Dio il Verbo, rimanendo inviolata anche dopo il parto la sua verginità, sia condannato” (DS 503).

Augurandoti ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo