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Quesito
Buongiorno Padre Angelo,
vorrei porle un quesito che nasce da un mio ragionamento che, se di per sé errato, La pregherei di correggere.
Nostro Signore Gesù Cristo è morto e risorto anche in corpo. Dopo la Sua morte in croce, gli apostoli hanno potuto vederlo ed addirittura toccato (san Tommaso) proprio perché il corpo di Gesù è risorto.
Se Gesù fosse apparso loro solo come spirito anche se divino non avrebbero potuto vederlo né tanto meno toccato.
Sulla base di questo ragionamento sono convito, forse erroneamente, che Gesù è l’unica “persona” risorta. Nessuno prima di Lui né dopo di Lui se non dopo il giudizio universale di Dio.
Da Questa condizione nascono due interrogativi:
Nel vangelo, specificatamente nell’episodio della Trasfigurazione, Pietro Giacomo e Giovanni vedono Gesù parlare con Mosè e Elia. Come questo è possibile se erano morti tempo prima la resurrezione di Gesù?
Come spiegare l’assunzione della Madonna in cielo e le apparizioni mariane? È quindi risorta anche Lei? Per quanto detto prima, questo non sarebbe possibile.
Ho letto che Mosè, Elia e la Madonna non sono “tecnicamente” morti ma andati direttamente in cielo basandosi (anche) sul fatto che i loro corpi non sono mai stati trovati. Questa spiegazione però mi lascia un po’ perplesso.
Il secondo quesito è strettamente legato alla questione. Se è vero che dopo la nostra morte, sempre che lo meritiamo e per grazia di Dio, vedremo il Suo volto mi chiedo: Dio ha un corpo?
La ringrazio per la Sua cortese attenzione e le auguro una buona giornata.
Giuseppe
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. è vero: Gesù è morto ed è risorto con il suo corpo.
Ma il corpo risorto, pur essendo materialmente identico a quello mortale, era un corpo glorioso.
2. “Ora, osserva San Tommaso, la condizione propria di un corpo glorioso è quella di essere spirituale, cioè soggetto allo spirito come insegna a San Paolo in 1 Cor 15,44.
Ma perché il corpo sia del tutto soggetto allo spirito si richiede che ogni atto del corpo sia sottoposto alla volontà dello spirito. (…). Perciò chi possiede un corpo glorificato ha in suo potere di farsi e di non farsi vedere a suo piacimento.
Questo potere però Cristo non lo ebbe soltanto in base alla condizione del suo corpo glorioso, ma anche in virtù della sua divinità, che può rendere invisibili miracolosamente anche i corpi non gloriosi. (…).
Perciò quando si dice che Cristo disparve dagli occhi dei discepoli, ciò va inteso non nel senso che il suo corpo venisse distrutto o si risolvesse in qualcosa di invisibile, ma nel senso che per sua volontà cessava di essere visibile a loro, o restando lì presente o anche allontanandosi all’istante mediante l’agilità propria dei corpi gloriosi” (Somma teologica, III, 54, 1, ad 2).
“E come era in suo potere di rendere il proprio corpo visibile o invisibile, così era in suo potere di far sì che la sua propria figura apparisse in forma gloriosa o non gloriosa, oppure in una forma intermedia, o in qualsiasi altro modo. Ora, basta una piccola differenza perché uno possa apparire sotto un aspetto diverso” (Ib., ad 3).
Dicendo che Cristo apparve in forma non gloriosa, significa che poteva essere toccato nella sua materialità come avvenne per le pie donne che lo trattennero ai piedi, che poteva mangiare come ha fatto con gli apostoli, …
3. A proposito della presenza di Mosè e di Elia al momento della trasfigurazione, San Tommaso dice che “Mosè fu lì soltanto con l’anima. Ma in che modo fu visto? Bisogna dire: come sono visti gli angeli” (Commento a Matteo 17,3).
Ora gli angeli vengono visti perché miracolosamente viene formato per loro un corpo per renderli visibili.
Quindi Mosè non apparve con il suo vero corpo, ma con un corpo che gli fu formato in quel momento per renderlo visibile
Per Elia, nota San Tommaso, “non c’è da meravigliarsi che fosse lì, poiché è vivo” (Ib.). Infatti secondo la narrazione biblica Elia non sarebbe morto ma portato verso il cielo donde sarebbe tornato al momento della venuta del Signore.
Per cui, se non torno con il suo corpo vero, gli fu formato miracolosamente un corpo come quello di Mosè.
In ogni caso nessuno dei due risorse dai morti.
4. La Madonna invece è risorta con il suo corpo ed è stata assunta in cielo.
Pertanto non è vero che Gesù sia l’unica persona risorta.
O meglio, è l’unica persona risorta per virtù propria. E questo attesta la sua divinità.
La Madonna invece non è risorta per virtù propria, ma per comando di Dio.
Ugualmente non salì in cielo per virtù propria, come avvenne per Gesù, ma fu assunta in cielo.
5. Mosè certamente è morto. Si legge infatti nel Deuteronomio: “Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nella terra di Moab, secondo l’ordine del Signore. Fu sepolto nella valle, nella terra di Moab, di fronte a Bet-Peor. Nessuno fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba” (Dt 34,5-6).
Gli studiosi della Bibbia si domandano perché Dio non volle che si sapesse dov’era la tomba di Mosè.
Il biblista Marco Sales, nel suo commentario biblico, presenta tre ipotesi: per impedire agli ebrei, inclinati all’idolatria, di rendere un culto superstizioso alla spoglia mortale di Mosè. Questa sarebbe l’interpretazione di San Giovanni Crisostomo e di altri.
Oppure perché c’era il pericolo che prendessero un pretesto dal suo sepolcro per recarsi al vicino al santuario di Belphegor, demone che aiutava a fare scoperte sensazionali facendo diventare ricche le persone.
Altri pensano che Dio l’abbia voluto perché aveva disposto di preservarlo dalla corruzione e farlo risuscitare Mosè, associandolo poi a Enoch e più tardi a Elia, che sarebbero stati tra quei santi morti che uscirono dalle loro tombe al momento della morte del Signore ed entrarono con lui in paradiso al momento della sua risurrezione.
6. Cerca la seconda domanda, Dio non ha corpo e noi non lo vedremo nella vita futura nel medesimo modo in cui adesso vediamo gli altri.
Ma Dio entrerà con la sua essenza direttamente dentro la nostra capacità intellettiva, permettendoci di vedere con l’occhio della mente non solo la sua essenza ma anche tutto ciò che vive in lui. È la cosiddetta visione beatifica.
Il nostro corpo parteciperà di quella gloria.
Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo