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Quesito
Caro Padre Angelo,
questa volta voglio chiedere il suo aiuto in merito al Magistero della Chiesa.
So da tanto tempo che ogni cattolico deve avere un’altissima considerazione del Magistero della Chiesa, deve essere docile ai suoi insegnamenti e deve obbedirgli poichè esso rappresenta la via privilegiata verso la salvezza.
Io però vorrei avere una conoscenza più profonda delle varie forme letterarie che riguardano il Magistero stesso poichè so che non tutte sono dotate dei medesimi contenuti o implicano le stesse cose per i fedeli sebbene debbano essere oggetto di grande attenzione.
Ad esempio ci sono le encicliche papali, le lettere apostoliche, i documenti delle varie conferenze episcopali, i documenti della Congregazione per la dottrina della Fede etc…
Le sto chiedendo questo perchè mi sono trovato a difendere il Magistero della Chiesa con alcune persone cattoliche e mi hanno messo in difficoltà perchè non sono ancora in grado di discernere tra le espressioni del magistero infallibile che non possono essere messe in discussione ed alcune dichiarazioni di alti esponenti della Chiesa su cui magari si può ancora discutere.
Non so se sono riuscito a spiegare bene le mie perplessità ma sono certo che troverà il modo di aiutarmi.
Dio la benedica
Alessandro
P.S: Sono consapevole che in passato sono state fatte domande simili e non vorrei che perdesse tempo a comunicarmi cose già dette ma ho l’esigenza che i precedenti discorsi vengano calati nelle singole forme letterarie soprattutto delle Conferenze episcopali o della Congregazione per la dottrina della fede di cui non conosco bene le caratteristiche.
Risposta del sacerdote
Caro Alessandro,
1. Bisogna distinguere tra magistero straordinario e magistero ordinario.
Il primo, in questioni de fide vel moribus, è sempre infallibile.
Il magistero ordinario lo è secondo il tenore di Lumen gentium n. 25 (“Quando i vescovi pur sparsi sulla terra convengono con il Romano Pontefice nel ritenere definitiva una determinata dottrina, allora pronunciano infallibilmente il Magistero della Chiesa).
Fuori di questi casi ci troviamo di fronte a magistero ordinario autentico, e questo magistero viene espresso nei seguenti modi in ordine decrescente:
le encicliche,
le Costituzioni apostoliche,
le esortazioni apostoliche,
le lettere apostoliche,
i “motu proprio”,
i documenti delle congregazioni romane…
La “Donum Veritatis” (un documento della Congregazione per la dottrina della fede) dice che il Papa esprime il suo magistero “con l’aiuto degli organismi della Curia Romana, ed in particolare della Congregazione per la Dottrina della Fede per ciò che riguarda la dottrina sulla fede e sulla morale. Ne consegue che i documenti di questa Congregazione approvati espressamente dal Papa partecipano al Magistero ordinario del successore di Pietro” (n.18).
I pronunciamenti delle Conferenze episcopali partecipano dello spirito di collegialità, ma non sono propriamente collegio episcopale. Perché vi sia collegio è necessario che sia anche Pietro e e che si riconosca l’autorità di Pietro (cum Petro et sub Petro).
Pertanto se i pronunciamenti delle Conferenze episcopali fossero in discrepanza su qualche punto con il Magistero del Papa, è necessario attenersi a quest’ultimo. Lo spirito di infallibilità il Signore lo ha garantito per Pietro e non per i singoli vescovi e neanche per un gruppo di Vescovi.
2. Tra i pronunciamenti magisteriali va fatta ancora la seguente graduatoria, sempre in linea decrescente.
Dogma di fede
Di fede definita
Di fede cattolica
Di fede divina e cattolica
Dottrina (giudizio) rivelata, per rivelazione pubblica (S. Scrittura o Tradizione) di fede e morale, proposta dalla Chiesa come rivelata.
Di fede semplicemente cattolica
Di fede divina
Materia rivelata ma non proposta con atto speciale dalla Chiesa
Prossima alla fede
Teologicamente certa
Dalla negazione di questa sentenza segue la negazione di qualche dogma o di qualche verità di fede divina
Dottrina cattolica
Certa
Comune e certa
Moralmente certa
Sicura
Più comune
Comunissima
Più probabile
Probabile
I pronunciamenti delle Congregazione Romane in materia di bioetica, etc.. appartengono alla categoria di dottrina sicura.
Essere dissenzienti non comporta la scomunica (l’anathema sit), ma l’essere temerario.
Ti ringrazio per la domanda, che probabilmente merita ulteriori approfondimenti.
Ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo