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Quesito
Caro Padre Angelo,
La ringrazio perchè la luce del Signore che si irradia attraverso le Sue parole è davvero abbagliante ed illumina il cuore. Nella Sua risposta trovano conferma le parole di Padre Gasparino e cioè che imparare a pregare è un po’ come imparare ad andare in bicicletta: è più complicato e lungo a spiegare ogni singolo movimento che a farlo in pratica. Una volta che hai capito come funziona ti viene spontaneo e lo fai in automatico.
Altra cosa importante (mi corregga se sbaglio) è quella di rivolgermi al Signore nella preghiera di intercessione o di domanda con meno parole possibili, perchè il Signore sa già quello che stiamo per chiedergli ancora prima che apriamo bocca. Pregare con i Salmi o con l’invocazione a cui Padre Gasparino attribuisce una forza immensa: "Gesù, donami il tuo cuore". Ripeterla in ginocchio, davanti al Signore e meditare col cuore, per me e per quelle cause che vogliamo affidare al Signore.
E’ proprio così: ci sono tante forme di preghiera, ognuna per diverse situazioni ma che alla fine tutte devono portare all’amore per Cristo.
Grazie Padre Angelo e La ricorderò volentieri nella preghiera.
Christian
Risposta del sacerdote
Caro Christian,
1. Padre Gasparino non si sbaglia ad attribuire una forza immensa alla preghiera: "Gesù, donami il tuo cuore".
Questa espressione non è altro che mettere in preghiera il comandamento nuovo datoci dal Signore, quello per cui noi cristiani dovremmo distinguerci da tutti gli altri: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,34-35).
Di san Domenico si legge che ogni giorno domandava al Signore la grazia di avere una carità sempre più grande.
Questa è la grazia suprema che il Signore desidera accordarci. Ed è anche la grazia in ordine alla quale Egli valuta se sia conveniente per noi ricevere tutte le altre grazie.
Se si soppesano bene le parole di questa preghiera, non ci si mette molto a capire che domandare al Signore di donarci il suo cuore è la stessa cosa che chiedergli il suo Spirito, lo Spirito Santo.
E proprio in riferimento alla grazia dello Spirito Santo Gesù ha detto: “Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Lc 11,13).
Il Signore poi dona il suo cuore e cioè il suo Spirito senza misura, come egli stesso ha detto in Gv 3,34.
2. Padre Gasparino suggerisce di recitarla in ginocchio e rivolti al Signore. E dice anche di domandarla per noi stessi e per tutte le cause che gli presentiamo.
Se il mettersi in ginocchio non è solo un rito o un gesto istintivo, ma un gesto di umiltà e di supplica ardente, allora anche l’atteggiamento del nostro corpo può aiutarci a pregare e a domandare meglio.
Nel Vangelo vediamo che molti pregano Gesù buttandosi in ginocchio ai suoi piedi, come nel caso di Mt 17,14-15: “Appena ritornati presso la folla, si avvicinò a Gesù un uomo che, gettatosi in ginocchio, gli disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio. Egli è epilettico e soffre molto”.
San Tommaso commenta: “si è messo in ginocchio, in segno di umiltà, perché Dio ascolta la preghiera degli umili e anche perché davanti a Gesù ogni ginocchio si piega (Fil 2,10)”.
Padre Gasparino aggiunge: per noi stessi e per le cause che volgiamo affidare al Signore. Tutto deve essere fatto con il cuore di Gesù, con il cuore di Dio. Solo così porta frutto per la vita eterna.
Ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di segnalare ai nostri visitatori quella bella preghiera.
Intanto io stesso la rivolgo al Signore per me e per te e per tutti quelli che ci visiteranno, perché possano nello stesso tempo sentire che Dio visita il loro cuore.
Ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo