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Quesito

Buongiorno, Padre Angelo.
Spero mi dia un aiuto per chiarire un dubbio.
Credo di aver letto da qualche parte che la totale sconsacrazione di una chiesa è pressoché impossibile. Che io sappia, nel rito della consacrazione di una chiesa si ungono anche le pareti con il Sacro Crisma, ciò sta a significare, ­- per lo meno io lo interpreto della seguente maniera – che, come nel Battesimo, le pareti di una chiesa, luogo sacro per eccellenza (almeno anni or sono…), simboleggiano le “orecchie” che ascoltano le preghiere dei fedeli. Ricordo anche che tutta la struttura architettonica era (ora non più) configurata come simbolo di Cristo: navata e transetto etc… Come è quindi possibile far diventare “sorde” le pareti consacrate con il gesto sacro dell’èffeta? 
Molte grazie per la sua disponibilità e amabilità.
Un caro saluto.
Tonino


Risposta del sacerdote

Caro Tonino,
1. eppure una Chiesa può perdere la consacrazione.
Questo avviene quando viene così mutata da non essere più considerata come la stessa Chiesa di prima.

2. Secondo gli antichi teologi moralisti questo può capitare quando viene distrutta nella sua maggior parte, anche se viene riedificata con il medesimo materiale. È ciò che avviene in un bombardamento o in un terremoto.

3. Qui non si può dire che i mattoni sparsi qua e là conservino la consacrazione perché hanno “udito le preghiere dei fedeli”.
L’espressione “udire le preghiere dei fedeli” è certamente pia. Finché la Chiesa è in piedi si può dire. Ma, una volta crollata, la Chiesa non c’è più, anche se rimangono sparsi gli elementi materiali di cui era composta.

4. Una Chiesa necessita di una nuova consacrazione qualora se ne aggiunga una nuova parte più grande dell’edificio precedente.
Anche qui infatti non si può dire che quel nuovo edificio sia la stessa Chiesa di prima.

5. Non necessita invece di una nuova consacrazione se le croci dipinte che si vedono sparse nei vari lati di una Chiesa si scrostano o vengano raschiate per dare un intonaco nuovo.
Sebbene quelle croci dipinte stiano ad indicare che in quei vari punti è stata fatta l’unzione al momento della consacrazione, tuttavia per mezzo di quella benedizione tutta la chiesa è stata benedetta e consacrata. Come quando si fa un’unzione su un cresimando, non è solo la parte unta con il sacro crisma che viene nuovamente consacrata, ma tutta la persona è consacrata.

6. Ugualmente perde la benedizione quando viene ridotta con decreto dell’Ordinario del luogo ad uso profano.

7. Certo, è proprio quest’ultimo caso che stringe il cuore: vedere un luogo di culto dove il popolo cristiano ha vissuto i momenti più intensi di grazia essere ridotto ad uso profano.
Non si può non pensare che lì, tra quelle pareti, si è stati rigenerati come figli di Dio, lì è stato reso presente quotidianamente il sacrificio compiuto da Gesù sulla croce ed è stata effusa un’abbondanza di grazia a beneficio di tutti, lì Gesù Cristo è stato custodito e adorato nell’Eucaristia nel tabernacolo, lì è risuonata quella sacra predicazione che ha mosso tanti i cuori alla conversione, lì è stato elargito il sacramento del perdono.
Per questo la legislazione ecclesiastica chiede che l’eventuale sconsacrazione con la conseguente destinazione ad uso profano non costituisca una profanazione di quel luogo che era stato sacro. L’uso profano non deve essere in nessun modo un uso indecente e peccaminoso.
Sotto questo aspetto si comprende quanto hai detto perché quell’edificio è stato sacro e venerato come tale.

Ti ringrazio per il quesito, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo