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Quesito
Caro Padre Angelo,
vorrei porle un quesito che mi attanaglia da un po’ di tempo circa una possibile contraddizione nella Bibbia che non riesco a sanare.
La possibile contraddizione riguarda le due diverse descrizioni della morte di Giuda che abbiamo in Matteo e negli Atti dove, nel primo caso, Giuda si impicca e il nome “campo di sangue” deriverebbe dal fatto che il campo in questione venne acquistato dai sacerdoti con i trenta denari sporchi del sangue di Gesù che Giuda aveva restituito loro. Nella seconda descrizione, invece, Giuda muore sfracellandosi e spargendo le viscere su un campo acquistato con “il prezzo del suo delitto” (che immagino siano i trenta denari) facendogli acquisire da lì il nome.
Ho cercato di darmi una spiegazione che possa far combaciare i due resoconti ma proprio non riesco a trovare un modo per cui i due motivi che spieghino da dove origina il nome campo di sangue (in un caso per via dei soldi usati, nell’altro per via delle viscere sparse su di esso) possano coesistere.
Lei saprebbe aiutarmi in tal senso?
La ringrazio in anticipo.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. i testi che riferiscono la morte di Giuda sono due.
Il primo è quello di Matteo che recita così: “Allora Giuda – colui che lo tradì -, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi” (Mt 27,3-5).
Il secondo è di San Luca che negli Atti degli Apostoli scrive: “Giuda dunque comprò un campo con il prezzo del suo delitto e poi, precipitando, si squarciò e si sparsero tutte le sue viscere” (At 1,18).
2. Il biblista Marco Sales, seguendo la tradizione, scrive: “Nel testo greco si legge caduto in avanti crepò,…
Non vi è contraddizione tra ciò che dice San Pietro e ciò che narra San Matteo.
Giuda andò ad impiccarsi, ma, rottosi l’albero e stracciatasi la fune, cadde in avanti e crepò e si sparsero tutte le sue viscere”.
3. La Bibbia di Gerusalemme sottolinea invece la differenza. Dice: “Questa presentazione della morte di Giuda differisce da quella di Matteo 27,5. Non muore per impiccagione come Achiyofel (2 Sam 17,23), ma per caduta (?) come gli empi di Sap 4,19 e con spargimento di viscere come molti criminali nelle tradizioni popolari…
Attraverso queste variazioni nella tradizione popolare, si sottolinea il fatto reale di una morte improvvisa e ignominiosa del traditore, collegata bene o male o un luogo malfamato e noto in Gerusalemme, l’Akeldama”.
4. Il padre Marie-Joseph Lagrange scrive: “Sino a poco tempo fa si mostrava Gerusalemme il fico al quale Giuda attaccò una corda o la propria cintura. Già dal IV secolo era detto un albero di fico”.
5. Sostanzialmente identica è la narrazione di Giuseppe Ricciotti che scrive: “Della fine di Giuda abbiamo una doppia relazione con interessanti divergenze, le quali sono di particolare valore nel confermare l’identità sostanziale del fatto.
Matteo parla soltanto dell’impiccamento.
Luca invece, riportando un discorso di Pietro negli Atti, ha conservato la tradizione secondo cui Giuda divenuto a capofitto crepò in mezzo effondendo tutte le sue viscere.
Le due relazioni sembrano riferirsi a due momenti diversi dello stesso fatto: dapprima Giuda si impiccò, quindi il ramo dell’albero o la corda a cui egli era appeso si stroncò, forse per le scosse convulsive, e allora il suicida precipitò in basso; è legittimo immaginare che l’albero fosse sull’orlo di qualche burrone, cosicché la caduta produsse nel corpo del suicida le conseguenze di cui parla la relazione di Luca” (Vita di Gesù Cristo, § 575).
Con l’augurio di ogni bene ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo