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Quesito

caro Padre Angelo
desidererei un paio di risposte su due questioni che mi sono venute in mente durante una delle (lo ammetto, non troppo frequenti) volte in cui mi sono imposto di recitare il Rosario invece che bighellonare come sono portato a fare.
La prima riguarda la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, nel senso: un laico può consacrare solo se stesso o può applicare la Consacrazione anche a qualcun altro (un po’ come le indulgenze per i defunti)?
La seconda è più ipotetica ma le chiedo un parere: pensando al terzo segreto di Fatima, perché secondo lei un Papa si prende la responsabilità di non leggerlo nel tempo in cui la Madonna aveva chiesto fosse reso pubblico (nel 1960) e invece si dovrà aspettare fino al 2000 salvo poi avere pure dei sospetti che non sia stato completamente svelato? Magari parlo per grossa ignoranza ma mi sembra grave disattendere una richiesta direttamente dall’alto, così come la Consacrazione PUBBLICA della Russia…
Grazie come sempre del suo servizio e che la Madonna l’accompagni sempre.

Risposta del sacerdote

Carissimo,

  1. per la prima domanda (se un laico possa consacrare altre persone – oltre che se stesso – al Cuore immacolato di Maria) la risposta è affermativa.
    Forse la parola “consacrare” applicata ad altri potrebbe risultare un po’ forte perché la consacrazione rimanda di primo acchito alle funzioni proprie di un sacerdote.
    Ma se per consacrazione s’intende “affidamento” allora oltre che affidare se stessi si possono affidare anche altre persone.
  2. Perché questo affidamento non risulti solo di belle parole fatte in un momento di trasporto interiore, bisognerebbe farlo seguire da alcune pratiche che quotidianamente si fanno per le persone che ai è voluti affidare al Cuore sacratissimo di Gesù o al Cuore immacolato di Maria.
  3. A proposito della Consacrazione fatta per altri penso in questo momento a quanto fece il pro zio Saverio nel confronti del futuro Papa Giovanni XXIII.
    Questo pro zio, che era il capo famiglia, il giorno della nascita di Angelo Roncalli lo prese e lo portò in Chiesa per il Battesimo.
    Poiché in quel momento il parroco era assente il pro zio pensò di consumare fruttuosamente quel tempo di attesa consacrando il bambino al Cuore Sacratissimo di Gesù.
    Questo fatto è menzionato da Papa Giovanni nel suo diario spirituale, intitolato il Giornale dell’anima.
  4. Per quanto attiene al terzo segreto di Fatima è necessario ricordare anzitutto che si tratta di una rivelazione privata.
    Ora le rivelazioni private obbligano senza dubbio i soggetti diretti di tale rivelazione.
    Ma gli altri non vi sono strettamente tenuti.
    Né vi sono tenuti per quanto riguarda il proprio comportamento soprattutto in riferimento al governo esterno degli altri.
  5. La prudenza è una virtù cardinale e secondo san Tommaso è la più importante perché interviene per guidare non solo l’esercizio delle altre virtù cardinali, ma anche di quelle virtù teologali.
    Anche Papa Giovanni era tenuto all’esercizio della prudenza.
    E poiché la rivelazione privata diceva che il segreto non doveva essere svelato prima del 1960, Papa Giovanni non lo rivelò.
    L’ha rivelato Giovanni Paolo II 40 anni più tardi, dicendo che riguardava soprattutto il passato della Chiesa facendo esplicito riferimento all’attentato da lui subito.
    Benedetto XVI precisò dicendo che non riguardava solo il passato, ma anche presente e il futuro della Chiesa.
  6. Per quanto riguarda la consacrazione della Russia era necessario lasciarsi guidare dalla prudenza, illuminata col dono del Consiglio.
    Era doveroso tenere presenti non solo le circostanze internazionali, ma anche il problema dell’ecumenismo e il rapporto con la Chiesa ortodossa, la quale non doveva sentirsi scavalcata.
  7. Infine e soprattutto fare un atto di consacrazione che non coinvolgesse concretamente nessuno nella propria vita a che cosa sarebbe servito?
    Si sarebbe dovuto dire: ebbene, perché la Russia non sparga i suoi errori nel mondo (il riferimento alle persecuzioni religiose era evidentissimo) ci si impegni ad esempio a recitare ogni giorno il santo Rosario o a fare alcune pratiche penitenziali.
    Una consacrazione che non stabilisca nessuno in qualche particolare impegno è solo un atto di devozione.
    Consacrare significa infatti “deputare”, stabilire in un determinato comportamento.
    Le consacrazioni, se si vuole che abbiano qualche effetto, vanno preparate in modo che il proprio stile di vita diventi conforme al significato della parola.
  8. Le consacrazioni sono ottima cosa. Io stesso sono un consacrato nell’Ordine di san Domenico e nel Sacerdozio.
    Ma alle consacrazioni devono seguire i fatti, diversamente rimangono formalità.

Ti auguro ogni bene, in particolare di essere fedele alla pratica del Santo Rosario. In questo modo concretizzi la tua consacrazione e anche quella dei tuoi numerosissimi studenti perché un giorno vi possiate ritrovare tutti insieme ed eternamente in Paradiso.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo