Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Caro padre,
ho un problema e chiedo il suo aiuto.
Ha senso confessarsi per un peccato, oggettivamente grave, di cui non riesco a pentirmi e non lo “commetto” nuovamente solo perché non se ne presenta l’occasione? Sto parlando di adulterio.
Ho … anni e ho tradito mia moglie con una donna di cui sono sinceramente innamorato. Non mai avuto avventure in oltre 25 anni di matrimonio ma mi sono ritrovato assetato mentre passava davanti a me l’unica persona che mi ha offerto da bere. Non ho visto chi fosse ma questa persona mi ha aperto il cuore e la mente, ha rimesso positivamente in discussione la mia vita e mi ha fatto diventare più esigente circa la mia fede. Una fede non è mai stata messa in dubbio così come il mio matrimonio ma una serie di fallimenti lavorativi che mi lasciano oggi tanti debiti e nessuna entrata, hanno provocato un profondo sentimento di “fallimento esistenziale”. Per mia moglie il problema del lavoro (e dei soldi) è una “cosa da risolvere”, per me è una questione di dignità e valore della persona.
La persona che ho incontrato ha ridato speranza alla mia vita, ha riacceso in me il desiderio di impegnarmi in quello che stavo facendo ma, soprattutto, si è messa accanto a me per sostenermi. Ora, dopo oltre tre anni, questa donna mi ha chiesto, pur confessando di amarmi, di troncare la relazione e di far tornare il nostro rapporto sul piano della correttezza, una cosa per me impossibile.
Ha basato la sua richiesta dicendomi che il nostro rapporto non può avere un futuro: io, infatti, non lascerei mia moglie, che stimo ma non amo, e con la quale, per mia scelta, da un po’ di tempo ho rapporti sessuali “programmati”; poi perché ci sono i figli e perché lei non accetterebbe di fondare la sua felicità sul dolore degli altri. E ha aggiunto anche che stava perdendo la stima di sé stessa, pensando a ciò che stava facendo con un uomo sposato e al dolore che ha provocato a mia moglie che è venuta a conoscenza della nostra relazione.
Sto accettando la sua decisione unicamente per lei, perché non perdesse la stima di sé stessa. Io faccio di tutto per non avere alcun tipo di rapporto ma non sempre riesco a resistere alla semplice tentazione di sentirla solo per sapere come sta. Anzi, lo faccio inviandole un SMS o una e-mail. So che se solo me lo consentisse, tornerei con lei. Il desiderio di avere rapporti sessuali con questa donna, ormai interrotti completamente, sono un costante pensiero ma, nelle rare volte in cui ci siamo incontrati nell’ultimo anno, ho sempre rispettato la sua scelta.
Sono anche convinto che la sua presenza abbia salvato il mio matrimonio ma questa convinzione ha generato un pensiero grave: pensare che questa donna potesse sostituire in alcune cose mia moglie! E’ tutt’ora il mio pensiero costante, perchè mia moglie è sempre molto impegnata col lavoro, è spesso stanca e, anche prima che comparisse questa donna nella mia vita, erano rarissime (per non dire inesistenti) le occasioni in cui parlavamo di noi, dei nostri desideri e della voglia di fare l’amore. Sia ben chiaro: non solo per colpa sua, anch’io mi sono lentamente allontanato.
E la mia assenza di pentimento di fronte ad un peccato mortale come l’adulterio? Quale passo mi è chiesto di compiere? Non credo di poter superare tutto ciò accanto a mio moglie e vorrei tanto ritrovarmi a pregare per invocare lo Spirito Santo. Ma, la vita quotidiana, non me lo consente. E se anche riuscisse a fare a meno di questa donna, senza desiderio, potrò mai ricostruire il rapporto con mia moglie? E’ più giusto essere “sinceri” a tutti i costi o non provocare scandalo? E’ più importante “ciò che si è” o “ciò che si testimonia”?
Non le chiedo una giustificazione ma una parola, un consiglio, che possano suggerirmi la direzione che devo dare alla mia vita. Nella speranza che Dio mi illumini e che io me ne accorga.
Grazie
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. per confessarsi è sufficiente anche il cosiddetto dolore imperfetto o attrizione, che è motivato dal timore di andare all’inferno.
Non è difficile procurare questo dolore anche se in mente può balenare l’idea che qualora si presentasse l’occasione non la si vorrebbe perdere.
Il nostro cuore talvolta è ingrovigliato e mezzo accecato dalle passioni. Il Signore lo sa.
2. Inoltre implicitamente chiediamo al Signore la grazia del pentimento almeno imperfetto come quando diciamo: Non ci indurre in tentazione.
Questo dolore diventa perfetto quando recitiamo con devozione l’atto di dolore.
E questo avviene sia quando lo diciamo per contro nostro e sia quando andiamo a confessarci.
Anche di questo il Signore ne tiene conto.
3. Pertanto, nonostante la passione sia sempre accesa e quantunque il non commettere peccati non dipenda per nulla da te ma solo dalla buona volontà di quella donna (o meglio: da Dio che non te fornisce l’occasione) continua la pratica della vita cristiana con la confessione e con la Santa Comunione.
È in particolare in virtù della Santa Comunione che – senza alcun merito tuo – vieni liberato da tante tentazioni.
San Giovanni Crisostomo dice che S. Giovanni Crisostomo che “come leoni spiranti fiamme torniamo da quella mensa, resi terribili per il demonio” (Omelia 46 sul Vangelo di Giovanni).
4. Non ti posso garantire nulla sulla ricostruzione del rapporto con tua moglie, tanto più che non dipende solo da te.
Ti posso dire, anzi, ti devo dire di tenere sempre davanti agli occhi l’obiettivo della nostra vita in generale e del matrimonio in particolare.
E questo obiettivo è la santificazione.
Solo così i conti tornano e si trova la forza per superare le difficoltà che si trovano in ogni situazione di vita.
5. Lo Spirito Santo dice queste illuminanti parole per bocca di San Paolo: che “Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno” (Rm 8,28).
San Tommaso commenta: “In primo luogo bisogna considerare la grandezza del beneficio conferitoci dallo Spirito Santo, cioè che tutto cooperi al nostro bene.
Per rendere ciò evidente, occorre considerare che qualsiasi cosa accada nel mondo, anche se è un male, si trasforma in bene dell’universo, perché, come dice Agostino nell’Enchiridion 42: Dio è buono fino al punto di non permettere che accada alcun male, ed è potente fino al punto di poter trarre un bene da qualsiasi male” (Commento alla lettera ai Romani 8,28).
6. Continua San Tommaso: “Non sempre, però, il male si trasforma nel bene di colui nel quale è, ma giova a chi è virtuoso o vuole esercitarsi nella virtù.
A costoro già nella vita presente vanno applicate le parole del Signore: “Lo costituirà amministratore di tutti i suoi beni” (Mt 24, 47).
E per questo qualsiasi cosa accada, o ad essi stessi o alle altre cose, tutto si trasforma nel loro bene, in modo che sia reso vero ciò che è detto in Pr 11, 29: Chi è stolto servirà il sapiente, in quanto, appunto, anche il male dei peccatori si trasforma nel bene dei giusti.
Perciò viene detto che lo stesso Dio ha una cura particolare verso i giusti, secondo il Sal 33,16: “Gli occhi del Signore sui giusti”, in quanto, cioè, si cura di loro tanto da non permettere alcun male contro di loro se non per convertirlo nel loro bene” (Ib.).
7. Pertanto anche le mancanze o i difetti di tua moglie si possono convertire per te in un’occasione di bene per diventare santo, per farti dei meriti ed essere così nel novero di coloro di cui parla ancora lo Spirito Santo quando dice: “Così essi si metteranno da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera” (1 Tm 6,19)”.
Del resto tutte le vicende della vita terrena sono ordinate secondo i disegni di Dio a cooperare al nostro bene e cioè a preparare grande il nostro futuro eterno.
Ti auguro un buon progresso nella tua vita cristiana, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo