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Quesito

Caro Padre,
Le scrivo con la speranza di avere una risposta chiarificatrice su un mio dubbio. Il mio figlio maggiorenne ha scelto da più di un anno di convivere con una ragazza anche lei maggiorenne e adesso hanno anche una bella bambina.
Approfittando delle ferie in questi giorni verranno per qualche settimana ad abitare da me. Io che sono un cattolico praticante (almeno ci provo nonostante le cadute e le fragilità) e dovendo per loro preparare una camera mi sono posto il problema se ciò per me comporta una specie di “complicità” nei confronti della loro scelte di vita.
La ringrazio di cuore.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. mi trovo a rispondere alla tua mail a così grande distanza di tempo. Te ne domando scusa. Probabilmente il problema si riproporrà anche quest’anno.
Dal momento che tuo figlio con questa ragazza ha anche una figlia, che di fatto è tua nipote, è ragionevole accoglierlo nella speranza che si possa parlare di una regolarizzazione responsabile della sua situazione.
Diversamente s’inasprirebbe il rapporto.
D’altronde sull’andare a convivere avrai già mostrato a suo tempo il tuo vivo disappunto.
Ma adesso la cosa si è consolidata, tanto più che è presente una bambina che reclama la presenza dei suoi genitori.
Sebbene a malincuore, questa situazione sei costretto ad accettarla.
Comprendo la tua sofferenza e anche la tua umiliazione.

2. Tuttavia poiché non sono del tutto sicuro del consiglio che ti ho dato perché il singolo caso va valutato anche nell’insieme delle circostanze – che evidentemente a me sfuggono – prova a chiedere un parere anche al tuo confessore.
Dietro di lui si nasconde il Signore, come è stato detto ripetutamente dal Signore stesso a Santa Faustina Kowalska.

3. Con tuo figlio prima o poi cadrà il discorso sulla fragilità della convivenza e della necessità che tua nipote abbia non solo un padre e una madre, ma che i suoi genitori siano indissolubilmente uniti nel vincolo del matrimonio.
Ogni bambino ha il diritto di poggiare sulla sicurezza che i suoi genitori siano uniti, anzi, che si siano promessi l’un l’altro nel matrimonio per tutta la vita.
E un bambino (in questo caso tua nipote) è veramente rispettato quando nasce e cresce con genitori sposati fra di loro, e più precisamente con genitori uniti con un’unione intima, totale, mutua e permanente che deriva dalla loro condizione di coniugi.
Per questo Benedetto XVI ha detto che “il matrimonio e la famiglia secondo il progetto di Dio sono insostituibili e non ammettono alternative” (17.5.2005).

4. Non è difficile vedere l’intrinseca ed essenziale differenza tra la convivenza e il matrimonio.
Mentre la convivenza si regge semplicemente sull’amore, che il Vaticano II chiama più precisamente “il cosiddetto libero amore” (GS 47) con tutta la sua fragilità, il matrimonio invece è un’istituzione a vantaggio della vita e dell’amore, perché la donazione perdura anche nella cattiva sorte (così come si è pattuito) e perché i figli siano meglio tutelati in tutte le loro esigenze.

5. Oltre a queste considerazioni mi permetto di darti un consiglio: cerca di fare come faceva Giobbe.
Ecco che cosa dice la Sacra Scrittura: “I suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme. Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti per ognuno di loro.
Giobbe infatti pensava: «Forse i miei figli hanno peccato e hanno maledetto Dio nel loro cuore».
Così era solito fare Giobbe ogni volta” (Gb 1,4-5).
Orbene, tutti i sacrifici e gli olocausti dell’Antico Testamento erano una prefigurazione del sacrificio di Cristo, che per volontà stessa del Signore viene perpetuato per noi nella celebrazione della Messa.
Fai dunque celebrare delle Messe perché il Signore muova il cuore e apra la mente di tuo figlio e della sua compagna perché si convincano che nel seguire le vie di Dio tutto viene meglio tutelato.

Ti ricordo volentieri al Signore e ti benedico.
Padre Angelo