Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre,
ho due domande da porle.
La prima: come faccio ad essere sicuro di non essere in peccato mortale?
La seconda: come facciamo a essere sicuri di essere in stato di Grazia?
La ringrazio del tempo dedicatomi,
La saluto e la ringrazio.
Paolo


Risposta del sacerdote

Caro Paolo,
1. se vi è una trasgressione certa di un comandamento in materia grave, sei certo di aver commesso un peccato mortale. E allora devi anche confessarti prima di ricevere la Santa Comunione.
Ma se sei nel dubbio di aver commesso un peccato grave, non sei tenuto a confessare quel peccato.
San Tommaso consiglia di presentare al confessore lo stato dubbioso e incerto della propria coscienza.

2. Se il dubbio è consistente, è meglio astenersi dal fare la Santa Comunione.
Ma se il dubbio nasce da uno stato patologico che tende allo scrupolo (come mi pare di leggere nelle tue mail) allora devi fare la Santa Comunione.
Santa Teresina diceva che quando il demonio ha messo in una persona che ne avrebbe le disposizioni la determinazione di non fare la S. Comunione, ha raggiunto il suo obiettivo.

3. Il Concilio di Trento insegna che “nessuno sa con certezza di fede, incompatibile con ogni errore, se sia in stato di grazia” (DS 1534).
Abbiamo però dei segni perché, come ricorda S. Paolo, “lo Spirito attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio” (Rm 8,16). Non lo si percepisce dall’esterno, ma “mediante l’effetto dell’amore filiale che egli produce in noi”.
Lo si può congetturare, secondo San Tommaso d’Aquino, da tre segni, che non si percepiscono dall’esterno, ma “mediante l’effetto dell’amore filiale che egli produce in noi” (S. Tommaso, Commento alla lettera ai Romani, VIII, 8).
Eccoli.
Il primo risulta dalla testimonianza della propria coscienza, per cui si è consapevoli di amare il Signore e di essere pronti a qualsiasi cosa pur di non offenderlo.
Il secondo è costituito dall’ascolto della parola di Dio e soprattutto dal metterla in pratica.
Il terzo è dato dall’interno assaporamento della divina sapienza, che avviene come una certa prelibazione della beatitudine futura.
È un’esperienza, questa, sempre legata alla carità e alla presenza dello Spirito Santo, e la si può notare anche in persone incolte, ma unite al Signore: “Vediamo persone semplici che sono ferventi nell’amor di Dio, sebbene abbiano una mente molto tarda nella conoscenza della divina sapienza”.

Ti saluto, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo