Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
vorrei porle una questione che riguarda il comandamento che impone di non nominare il nome di Dio invano. Spesso sento amici e parenti proferire bestemmie di vario genere per i più disparati motivi, in particolare per esprimere disappunto o rabbia, a volte senza accorgersi, a quanto pare, della grave offesa che così facendo arrecano a Nostro Signore Gesù Cristo, e spesso anche ai Santi, e finanche alla Madonna.
Vorrei sapere se il Signore giudica grave una bestemmia intenzionale allo stesso modo che una bestemmia proferita involontariamente in un momento d’ira, ed in ogni caso vorrei dei consigli su come cercare di far cambiare questo peccaminoso modo di esprimersi ai miei amici e parenti.
Con affetto,
Gabriele


Risposta del sacerdote

Caro Gabriele,
1. per compiere un peccato grave è necessario che vi siano simultaneamente tre condizioni: la materia grave, la piena avvertenza della mente e il deliberato consenso della volontà.
In coloro che bestemmiano per abitudine e come modo di intercalare, c’è senz’altro la materia grave, ma non sempre c’è piena avvertenza della mente e deliberato consenso della volontà.
Anche quando mancano i due ultimi elementi, la bestemmia rimane sempre un peccato e non si trasforma mai in una parola buona e meritoria.

2. Se le persone che hanno l’abitudine di bestemmiare sono dispiaciute di questa abitudine e ne sono pentite, se nonostante questo sfugge ancora qualche bestemmia, possiamo dire che soggettivamente il loro peccato è veniale.
Ma se non sono pentite, oppure, pur pentite e confessate, hanno ripreso come prima, dobbiamo dire che si tratta di peccato grave.

3. Né si può dimenticare che le bestemmie, almeno quelle proferite in pubblico, sono talvolta un’autentica violenza agli affetti più cari e più santi per chi è costretto a sentirle.
Va osservato anche che come i peccati gravi non sono tutte della medesima gravità (un aborto volontario è più grave di un furto, e tra i furti stessi alcuni sono più gravi di altri), così anche tra le bestemmie: alcune sono più gravi di altre.

4. Questa è la valutazione oggettiva che io posso dare.
Ma sulla gravità soggettiva giudica Dio. Solo Dio conosce i segreti dei cuori.
Tuttavia, il minimo che si possa dire è che la bestemmia, anche solo dal punto di vista umano, è sintomo di rozzezza spirituale.

5. Su come aiutare chi bestemmia a desistere da tale vizio, potrei consigliarti di fare così.
Non fare osservazione sul momento, perché l’interessato potrebbe non essere nelle condizioni di ascoltarti.
Prendilo a suo tempo con calma e digli che hai letto nella sacra Scrittura queste parole che fanno parte dei dieci comandamenti: “Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché Dio non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano” (Es 20,7).
Se non rimane impunito chi pronuncia invano il nome di Dio, che si deve dire di chi bestemmia?
Nel frattempo prega per lui perché il suo angelo lo disponga ad ascoltarti.

Ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo