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Quesito
Caro Padre Angelo,
sono …. Volendo riformulare il quesito del giovane che sto seguendo per la preparazione alla cresima e a cui non riesco a rispondere in maniera per lui convincente, potrei dire così:
come è possibile che una persona perfetta, completamente realizzata e con tutte le qualità (intelligenza chiara, nessun trauma, amicizia e rapporto diretto con Dio), cada in un’azione sbagliata, imperfetta, autodistruttiva, come è un peccato?….
certamente l’uomo creato perfetto da un Dio perfetto doveva avere tutte le qualità superiori, negate, per esempio, alle entità meno evolute (piante, animali). e tra queste qualità doveva esserci anche la libertà (meglio: libero arbitrio). con tale libertà si spiega la possibilità per l’uomo – anche delle origini – di scegliere il male. ma, in realtà, doveva essere solo una possibilità teorica. io posso buttarmi dalla finestra di casa mia, se lo voglio. ma se sono sano, ciò resta solo una possibilità teorica: non la metterò mai in pratica. avere la possibilità reale di fare qualcosa non equivale per forza alla sua concretizzazione/realizzazione… quindi, ripeto, il dilemma è: come può un essere perfetto e “sano” cedere ad un’azione sbagliata come un peccato, anche avendone la possibilità?…
grazie mille.
preghi per me.
Risposta del sacerdote
Caro don ….
1. la premessa fatta da quel giovane non è esatta e per questo alla fine i conti non tornano.
La premessa non corretta è questa: “come è possibile che una persona perfetta, completamente realizzata…”.
2. Ebbene, l’uomo è uscito perfetto dalle mani di Dio nella linea dell’essenza, come animale razionale.
Potrei dire che è uscito perfetto dalle mani di Dio come persona.
Proprio per questo tutti gli uomini sono di uguale dignità e nessuno è più persona di un altro.
3. Anzi, l’uomo è uscito dalle mani di Dio fatto a sua immagine, dotato di intelletto e volontà.
4. Ulteriormente, fin dall’inizio ha goduto dell’amicizia e della familiarità con Dio mediante la grazia santificante.
5. È uscito dunque perfetto nella linea dalla natura (dell’essenza) e nella linea soprannaturale (quella della grazia).
6. Ma dalle mani di Dio è uscito perfettibile nella linea della personalità.
Dio ha voluto che l’uomo diventasse artefice della propria fisionomia spirituale.
A tal fine insieme con le due facoltà che trascendono la materia (l’intelletto e la volontà) lo ha dotati anche di libertà, sicché possa generare la sua fisionomia spirituale in un modo o in un altro.
7. In questa linea (secondaria rispetto alla prima, e cioè a quella della natura o della persona) ci ha creati perfettibili.
Si potrebbe dire che ci ha creati imperfetti: non nel senso che ci abbia dato qualcosa di difettoso, ma mancanti di una ulteriore perfezione.
Ha voluto che questa ulteriore perfezione ce la dessimo da noi stessi con l’aiuto della sua grazia.
8. Con la libertà ci ha dato anche la possibilità di fallire l’obiettivo, di sbagliare.
Non sarebbe stata piena la libertà dell’uomo se non avesse avuto anche tale possibilità.
Questa libertà, con la possibilità di fallire l’obiettivo, Dio l’aveva data anche agli Angeli, alcuni dei quali ne hanno usato male e sono diventati demoni.
9. Le cose dunque sono abbastanza chiarite.
Rimane ancora un problema.
Come poteva l’uomo usare male della libertà quando tutto gli parlava della bontà di Dio e della gratuità della sua amicizia?
Come poteva usarne male quando in lui tutto era buono e non c’era alcuna inclinazione al male?
Perché è stato così stolto?
La Sacra Scrittura ricorda che all’inizio c’è stata anche una presenza malefica, un essere personale nemico dell’uomo che l’ha tentato attraverso una seduzione.
L’uomo aveva tutte le risorse per resistere alla tentazione, come del resto le abbiamo anche noi oggi.
Ma ha ceduto.
Questa possibilità era stata messa nel conto da parte di Dio.
E Dio l’ha permessa in vista di beni e di perfezioni ancora più grandi: quelli legati alla redenzione.
Sicché l’uomo la redenzione di Cristo è diventato capace non solo di diventare santo, ma anche di santificare, di benedire, di riscattare, di redimere.
E pertanto con la possibilità di meritare in maniera ancora più grande e di generare in se stesso, con l’aiuto della grazia, una fisionomia spirituale ancora più perfetta e splendente.
Scrive San Tommaso: “Come dice S. Agostino: “Dio, essendo sommamente buono, non permetterebbe in nessun modo che nelle sue opere ci fosse del male, se non fosse tanto potente e tanto buono, da saper trarre il bene anche dal male”. Sicché appartiene all’infinita bontà di Dio il permettere che vi siano dei mali per trarne dei beni” (Somma Teologica, I, 2, 3, ad 1).
10. In conclusione: sappiamo portare delle buone motivazioni. Sicché non troviamo contraddizioni, assurdità o cose irragionevoli in ciò che crediamo.
Ma rimane ancora per noi qualcosa di misterioso, e cioè di nascosto, che sarà svelato solo alla fine. Per questo si parla del mistero del male o di mistero dell’iniquità, come dice San Paolo (2 Ts 2,27).
Ti ricordo volentieri al Signore e ti auguro un fruttuoso ministero.
Padre Angelo