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Quesito
Caro Padre Angelo,
Mi è stato detto che, siccome la Messa ha carattere principalmente comunitario, non è bene mettersi, durante l’Eucarestia, per conto proprio, in preghiera e meditazione. Mi potrebbe illuminare ed essermi di guida sulla questione?
Mi spiego meglio, sento molto l’Eucarestia come “incontro vivo con Gesù”, Lui viene per fare comunione con me, viene a donarsi a me con tutto se stesso, io credo che non ricevo un’ostia o del pane, ma Cristo Gesù, e come tale mi sento di viverlo con spiritualità, in preghiera, meditazione personale, meditando sul fatto che non ho posto in me dove ricevere Lui, ma pronto ad accoglierlo in me perchè se Lui vuole può trasformarmi. Siamo pronti a metterci in ginocchio, con la faccia a terra, davanti ad una qualsiasi reliquia di un santo, ma pur sempre uomo come noi, non dovremmo quasi morire all’idea che il Signore in persona viene per donarsi a noi? Quindi durante la Messa ci sono atteggiamenti giusti o sbagliati da adottare?
La ringrazio di cuore per quello che fa, un abbraccio in Cristo,
Michele
Risposta del sacerdote
Caro Michele,
1. è vero che la Messa è una celebrazione comunitaria, ma è anche vero che il rapporto col Signore è sempre un rapporto personale. Il Signore non ci tratta come massa, ma come persone.
2. In ogni Messa c’è sempre qualcosa di comunitario o di collettivo che il Signore dice e comunica a tutti.
Ma nello stesso tempo c’è sempre qualcosa di personale, anzi di personalissimo che il Signore comunica a ciascuno di noi.
3. Nei riti che compiamo, dal momento che si tratta di una celebrazione comunitaria, dobbiamo stare a quello che indica la Chiesa. Pertanto se la Chiesa dice di stare in piedi quando si ascolta la proclamazione del vangelo e di stare seduti quando si ascolta la proclamazione delle altre letture, sarebbe sbagliato ascoltare la parola di Dio stando in ginocchio o prostrati per terra.
È vero che Dio merita di essere ascoltato stando in ginocchio o prostrati a terra, ma quando c’è la celebrazione comunitaria dobbiamo mettere da parte i desideri personali e conformarci ai riti della Chiesa.
4. Perché i riti risultino belli ed edificanti è necessario che vengano compiuti da tutti nella massima esattezza, come nell’esecuzione di una sinfonia.
La conformazione alle decisione della Chiesa è gradita a Dio più di qualunque atto di devozione personale.
5. Nelle tue devozioni personali puoi tenere la postura che ti sembra più idonea. Ma nelle celebrazioni liturgiche devi stare alla norma stabilita dalla Chiesa. È il culto della Chiesa, e non solo il culto personale.
Obbedire alla Chiesa, anche in questo caso, è la stessa cosa che obbedire a Gesù, come Lui stesso ha detto.
6. Certo, là dove le indicazioni dei riti lasciano la possibilità di mettersi in ginocchio o in piedi, puoi scegliere la postura che vuole.
Così pure finita la celebrazione, salutati gli amici, puoi intrattenerti col Signore come meglio ti riesce. Questo momento è preziosissimo. Non tralasciarlo mai.
7. Il Beato Raimondo da Capua, che fu confessore di Santa Caterina da Siena, scrive che questa Santa “mai si avvicinò al sacro altare, senza che le fossero mostrate molte cose superiori ai sensi, e specialmente, poi, quando riceveva la santa Comunione. Sovente vedeva nascosto nelle mani del sacerdote un bambino, talvolta un fanciullo un poco più grande, tal’altra una fornace di fuoco ardente nella quale le pareva che entrasse il sacerdote nel momento stesso che egli consumava le Sacre Specie. Quando lei riceveva il venerabilissimo Sacramento, le accadeva spesso di sentire un grande e così soave odore, che quasi veniva meno. Vedendo o ricevendo il Sacramento dell’altare, si generava sempre nell’anima sua un nuovo e indicibile gaudio, tanto che il cuore le sobbalzava dentro il petto per la gioia, producendo un rumore così sonoro, che l’udivano anche le compagne che le stavano vicine, le quali, avvertita la cosa più e più volte, la riferirono a fra Tommaso suo confessore” (Legenda Maior 181).
8. Quello che il Signore ha fatto con questa Santa lo vuole fare con ognuno di noi, e anche con te.
Pertanto di esorto a non allontanarti mai dall’altare finché il Signore non ti abbia mostrato in qualche modo molte cose superiori ai sensi, come faceva con S. Caterina.
Ti assicuro una preghiera proprio per questo obiettivo. Ti saluto cordialmente e ti benedico.
Padre Angelo