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Quesito

Caro Padre Angelo,
sono uno studente di ingegneria e un cattolico praticante e come tale, per definizione, curioso della verità della scienza e soprattutto della Verità di Dio.
Recentemente ho imparato che la scienza dell’uomo non è nulla al pari della Sapienza di Dio, mi affido a Lei per porle dei quesiti molto particolari e sentire la Sua risposta nonché il suo prezioso punto di vista.

1) Mi hanno insegnato che il tempo, così come lo spazio, non è altro che una semplice variabile dello spazio dimensionale. Si dice, inoltre, dottrinalmente, che nell’aldilà il tempo non esista.
“Agli occhi di Dio mille anni sono come un solo giorno” se non erro la frase biblica dice. Ciò implica che se non c’è il tempo nell’aldilà, non sarebbe possibile l’inserimento di un’anima nel regno Beato da un certo attimo in poi, perché ciò darebbe già l’informazione di temporalità. Quindi la mia deduzione puramente razionale (Dove c’è la razio pura non c’è la Sapienza di Dio) è che le anime sono già presenti nel Regno a cui sono destinate (quelle defunte, quelle in vita, quelle non ancora nate ecc.), in base al loro trascorso di vita che invece avviene nel dominio del tempo e dello spazio. Fin qui tiene il discorso, ma vacilla se pensiamo al Purgatorio. Se il Purgatorio esiste (e le apparizioni di Gesù lo confermano) inserisce profondamente un aspetto di tempo anche nel regno dell’aldilà, a meno che ci sia una sorta di obiquità tra anima purgante che vive nel tempo anch’essa, e stessa anima Beata che è nel regno dei Cieli da sempre perché il tempo (quindi l’istante in cui essa entra in Esso, non esiste).
La dottrina della Chiesa spiega tale aspetto della Fede o esso è un Dogma?
Oppure non ci viene data tale informazione proprio perché non è utile alla salvezza dell’uomo?

2) Un’altra domanda molto particolare, e anch’essa derivante dallo studio della scienza è la seguente: Se gli animali non posseggono anima (infatti non seguono il culto dei morti, non praticano riti religiosi ecc.), e l’uomo deriva dalla lenta evoluzione della scimmia, come poteva antenato scimmia non avere anima, e l’uomo sì?
Rileggendole, non so se tali domande siano attinenti con la Dottrina da Lei spiegata in maniera illuminante, ma anche se non lo fossero, non voglio imitare l’azione dello Spirito attraverso le Sue parole, pertanto La ringrazio di cuore della Sua risposta.
Che Dio la benedica,
Alessandro


Risposta del sacerdote

Caro Alessandro,
1. per spiegare la condizione delle anime del purgatorio e anche di quelle che si trovano attualmente in paradiso o nell’inferno prima della fine del mondo i teologi sono ricorsi ad un concetto intermedio tra il tempo e l’eternità: il concetto di evo.
Il termine evo era già presente nella filosofia greca.

2. Ecco come ne parla San Tommaso nella Somma teologica, questione 10, articolo 5:
“L’evo differisce dal tempo e dall’eternità come qualcosa di mezzo tra l’uno e l’altra.
Ora, alcuni autori determinano tale differenza dicendo che l’eternità è senza inizio e senza termine, l’evo ha un inizio ma non un termine, il tempo un inizio e un termine. – Ma questa differenza è puramente accidentale, come si è già notato [a. prec.]: poiché anche se gli esseri eviterni fossero sempre stati e sempre fossero in futuro, come alcuni dicono, o anche se venissero annientati, il che è possibile a Dio, l’evo si distinguerebbe ancora dall’eternità e dal tempo.
Altri invece …
Si deve dunque dire che, essendo l’eternità la misura dell’essere immutabile, un ente si allontana dall’eternità per il fatto che si allontana dall’immutabilità nell’essere. Ora, alcune creature si discostano dall’immutabilità nell’essere per il fatto che il loro essere è il soggetto di una trasmutazione, o consiste in una trasmutazione; e questi enti sono misurati dal tempo: come ogni moto e l’essere di tutte le cose corruttibili. Altre cose invece si scostano meno dall’immutabilità nell’essere, dato che il loro essere né consiste in una trasmutazione, né è il soggetto di una trasmutazione: tuttavia hanno congiunta una certa trasmutabilità, o attuale o potenziale… E ciò è evidente negli angeli, dato che per quanto riguarda la loro natura hanno l’essere immutabile congiunto a una mutabilità negli attiliberi; e hanno anche mutabilità di pensieri, di affetti e, a loro modo, di luoghi. E per tale motivo essi sono misurati dall’evo, che sta fra l’eternità e il tempo. L’essere invece che è misurato dall’eternità non è mutevole in se stesso, né associabile a variazioni. – Così dunque il tempo implica un prima e un poi; l’evo invece non ha in sé né un prima né un poi, ma può averli annessi; l’eternità infine né ha un prima e un poi, né li comporta in alcun modo”.
La ragione portata da San Tommaso fa comprendere come le anime del Purgatorio possano avere una progressiva purificazione e come i santi del Paradiso possano aumentare la loro gloria (quella accidentale) fino alla fine del mondo e i dannati parimenti la loro pena.

3. Circa la seconda domanda: non è vero che gli animali non abbiano l’anima. Vengono detti animali proprio perché sono animati, perché hanno l’anima. Ma l’anima degli animali è solo sensitiva, oltre che vegetativa.
L’anima dell’uomo invece è spirituale, oltre che sensitiva e vegetativa.
Pertanto nell’ipotetico passaggio dalla scimmia all’uomo Dio avrebbe infuso un’anima spirituale, con funzione anche sensitiva e vegetativa, al posto di quella semplicemente sensitiva.
Ma per il passaggio dalla scimmia all’uomo c’è il problema scientifico del DNA, che è essenzialmente diverso nella scimmia e nell’uomo.

Ti ringrazio dell’augurio finale, che è una bella preghiera.
Io invece, grazie e Dio e in nome suo, ti posso benedire e lo faccio volentieri.
Vi aggiungo anche una preghiera.
Padre Angelo