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Quesito

Gentilissimo Padre Angelo, buongiorno.
L’incidente di Antiochia (così è chiamato l’episodio in cui Paolo si scontrò con Pietro) è citato dai protestanti per negare l’infallibilità papale.
Che relazione c’è tra incidente di Antiochia e infallibilità papale?
Grazie. 


Risposta del sacerdote

Carissimo, 
1. l’incidente di Antiochia non c’entra per nulla con l’infallibilità del Papa.
Ma procediamo con ordine. Vediamo anzitutto in che cosa consiste questo incidente di Antiochia.
Ne parla San Paolo nella lettera ai Galati quando scrive: “Ma quando Cefa venne ad Antiòchia, mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma, dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, tanto che pure Bàrnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia. Ma quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del Vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?»” (Gal 2,11-14).

2. Ora è necessario sapere che per gli ebrei era proibito consumare i pasti insieme ai pagani, che erano considerati impuri. Mangiare insieme con loro era la stessa cosa che contaminarsi sotto il profilo rituale, per cui non potevano poi celebrare il culto senza la dovuta purificazione.

3. San Pietro, dunque, persuaso che Cristo avesse abolito queste prescrizioni della legge ebraica perché ciò che rende graditi al Signore è altra cosa, consumava i pasti liberamente insieme ai pagani.
Ma quando arrivarono ad Antiochia alcuni che ritenevano necessario osservare ancora le leggi ebraiche, San Pietro, per non irritare costoro, evitava di consumare i pasti insieme ai pagani.
Come si vede, San Pietro agiva così per il timore di disgustare questi giudaizzanti che erano attaccatissimi alle prescrizioni degli ebrei.
Inoltre il concilio di Gerusalemme da poco tenuto aveva deciso, sì, che i pagani erano tenuti a osservare la legge di Mosé, ma non aveva espressamente proibito agli ebrei di osservarla ancora.
Ciò però che aveva aggravato la situazione era la pretesa per i giudaizzanti di pensare che non si potesse essere cristiani senza osservare le leggi mosaiche.

4. Questo comportamento di Pietro andò avanti per un certo tempo perché il testo dice che prendeva cibo con i pagani e poi lo fece più.
Se si fosse trattato di una volta sola, Paolo probabilmente non sarebbe intervenuto.
Ma ciò che decise il suo intervento è dovuto soprattutto al fatto che l’esempio di San Pietro aveva trascinato altri a fare la stessa cosa.
Quale sarebbe stata la conseguenza se questo atteggiamento fosse ulteriormente perdurato? Forse la formazione di una Chiesa parallela fatta solo di pagani convertiti accanto ad una Chiesa che continuava ad osservare le prescrizioni ebraiche.

5. Nessuno dubita della buona fede di San Pietro.
Ma il suo comportamento è stato ambiguo e pericoloso per le conseguenze che poteva creare.
Per questo San Paolo gli resistette in faccia.
Ciò dimostra la santa libertà evangelica di San Paolo e nello stesso tempo un grande esempio di umiltà cristiana da parte di San Pietro, che accettò la correzione.

6. Ma questo comportamento di San Pietro non c’entra con l’infallibilità del Papa.
Infatti l’infallibilità del Papa non ha come oggetto la condotta del Papa, che come tutti i mortali è soggetto ad imperfezioni, ad errori e a peccati. Anche il Papa ha bisogno di confessarsi.
L’infallibilità del Papa invece è nel suo magistero, soprattutto in quello espresso ex cathedra, vale a dire quando pronuncia una verità di fede, un dogma.
Per cui le sue parole, non la sua condotta, sono garantite dallo Spirito Santo.

7. Ecco le parole precise del concilio Vaticano I che nel 1870 ha sancito il dogma dell’infallibilità del Papa: “Proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani […], gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi”.

8. Negli ultimi due secoli solo due volte il Papa si è pronunciato con insegnamento ex cathedra.
La prima è stata l’8 dicembre 1854, quando il Papa Pio IX ha proclamato il dogma dell’Immacolata concezione della Beata Vergine Maria.
La seconda, quando il 1° novembre 1950 Pio XII ha proclamato il dogma dell’Assunzione in cielo della Beata Vergine Maria in anima e corpo.

Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo