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Quesito
Rev. P. Angelo Bellon,
sono Giancarlo.
Ancora una volta abuso della Sua pazienza per un paio di domande di carattere religioso.
1^) Come forse Le ho già detto, svolgo servizio di volontariato, insieme ad altri, presso un ospedale della mia città. E’ sorta, con i miei colleghi (di cui due Ministri Straordinari) una disputa amichevole, ma per me molto importante.
Per quanto ne so gli Oli Santi o Crismi si usano soltanto in quattro occasioni: Battesimo, Cresima, Ordine e Unzione degli Infermi (che come si diceva una volta viene anche chiamata Estrema Unzione). Mi si afferma che vi è differenza fra "Olio degli ammalati" e "Unzione degli infermi o Estrema Unzione".
Secondo me nelle altre Benedizioni (che naturalmente non costituiscono Sacramento) non si usa alcun Olio. Chi ha ragione?
2^) Qual’è la differenza fra due oggetti identici ( ad es. due Corone del Rosario o due Crocifissi), l’uno benedetto e l’altro no? Non so darmi una risposta soddisfacente, anche perchè l’uso ECCESSIVO di tali oggetti o di reliquie mi ricorda il feticismo, l’idolatria, i talismani ed i riti magici. Devo correggere tale visione?
La ringrazio ancora una volta per la Sua disponibilità e chiedendole benedizioni porgo distinti saluti.
Giancarlo
Risposta del sacerdote
Caro Giancarlo,
1. sì, sono quattro i sacramenti in cui si fa uso di olio. E tuttavia si tratta di oli differenti.
Vi è infatti l’olio dei catecumeni, che si dà nella celebrazione del Battesimo prima del lavacro.
Vi è l’olio degli infermi che viene usato nel sacraamento dell’Unzione degli infermi.
E vi è il Sacro Crisma che è olio mescolato con balsamo che viene dato nel Battesimo, dopo il lavacro, nella Cresima e nell’Ordine sacro.
Per ognuno di questi tre oli, che vengono benedetti dal Vescovo nella Messa crismale del giovedì santo mattina, è prevista una benedizione particolare.
2. Mi dici che qualcuno di coloro che sono vicini a te sostiene che vi è una differenza tra olio degli ammalati e unzione degli infermi.
Qui c’è un equivoco.
E l’equivoco è il seguente: nel sacramento dell’unzione si usa l’olio degli ammalati o infermi. E allora si tratta della stessa cosa.
Ma talvolta si fa uso di un olio che non è benedetto dal Vescovo, ma da qualsiasi sacerdote ed è un olio che non si usa per la celebrazione di un sacramento, ma come sacramentale, e cioè come un’invocazione, una preghiera e una benedizione.
In alcuni Santuari offrono l’olio benedetto da dare agli ammalati. Quest’olio ognuno se lo porta a a casa, ne fa l’uso che vuole e non richiede la presenza di un sacerdote.
Quest’olio è olio per gli infermi, ma non è sacramento.
3. Mi chiedi poi che differenza vi sia tra due oggetti religiosi di cui uno non è benedetto e l’altro è benedetto.
Il primo rappresenta qualche cosa di sacro o di religioso. È un segno, un richiamo. Serve a ravvivare una memoria e una presenza.
Il secondo, oltre ad essere tutto questo, è anche comunicativo di doni, è difesa, è benedizione. Lo è ex opere operantis, e cioè in base alla devozione del soggetto che ne fruisce, il quale l’ha fatto passare per le mani del sacerdote e quindi per le mani della Chiesa perché con i suoi meriti e le sue preghiere ottenga la protezione, la benedizione e i doni richiesti.
Pertanto è più efficace in virtù di quello che il soggetto, e con lui la Chiesa, si porta dietro.
4. Sulla potenza di questi oggetti benedetti mi piace fare un collegamento con quanto si legge negli Atti degli Apostoli quando Paolo si trovava ad Efeso: “Dio intanto operava prodigi non comuni per mano di Paolo, al punto che mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano” (At 19,11-12).
Ebbene quando si invoca la benedizione di un santo su un determinato oggetto è come se poi si venisse a contatto con la potenza di Gesù Cristo che operava in quel santo, come avveniva per i fedeli di Efeso.
5. La benedizione degli oggetti religiosi dunque non ha niente a che fare con il feticismo.
Nel feticismo si crede che quell’oggetto in se stesso abbia particolari virtù. E questo è superstizione che può rasentare l’idolatria.
Mentre l’oggetto benedetto mette in contatto col santo e con la potenza di Gesù Cristo che opera in lui.
Inoltre, come ho detto, mette in contatto con i meriti e le preghiere della Chiesa.
6 A proposito della potenza della benedizione che portano con sé gli oggetti benedetti mi piace riportare quanto avveniva nella vita di una santa donna, Luise Lateau, che godeva della capacità di discernere tra le altre cose ciò che era benedetto e ciò che non lo era.
Questa capacità viene chiamata ierognosi, che è un fenomeno mistico di ordine conoscitivo.
In Luise Lateau fu osservato da un grande numero di eminenti medici e teologi del Belgio e della Francia.
Ecco come lo riassume il venerabile Padre Juan Arintero, domenicano e grande maestro di vita spirituale nella sua opera La verdadera Mistica tradicional, (pp. 214-215): “Se le presentavano una reliquia, benché fosse di qualche servo di Dio non beatificato (come, per esempio, della ven. Agreda), sorrideva soddisfatta, pronta a baciarla o a prenderla se gliela davano.
Lo stesso faceva con gli oggetti benedetti benché avessero forma profana (come un anello, per esempio), mentre si mostrava del tutto insensibile per gli oggetti non benedetti, benché fossero immagini sacre.
Un sacerdote travestito da secolare le presenta un crocifisso non benedetto; non le fa alcuna impressione; costui allora si gira, e con la sua mano consacrata vi traccia sopra il segno della croce, e glielo presenta; solo allora ella mostra il suo caratteristico sorriso. I presenti sono costretti ad esclamare: "Che realtà sublime è la benedizione del sacerdote, di cui si fa cosi poco caso!…".
Un secolare le avvicina la mano e si mostra insensibile; gliela avvicina un sacerdote e si riempie di gioia. Quando un sacerdote la benedice, mostra grande soddisfazione, sentendo come un influsso celeste. Quando vicino a lei pregano, sia pure in lingua straniera, accompagna con l’espressione corrispondente i misteri di cui si tratta, e se nel medesimo tono di orazione continuano a leggere cose profane o le stesse rubriche del breviario, questa espressione cessa e si mostra insensibile”.
7. Continua J. Arintero sbalordito per il colmo della meraviglia: “Un giorno, il curato che ritornava dall’amministrare il viatico e l’estrema unzione a un infermo, volle mostrarle la custodia dei santi olii per vedere quale riverenza avrebbe avuto per essi. Ella si trovava come crocifissa in terra. Quando sentì da lontano il sacerdote che veniva, si pose come per incanto in ginocchio, e in questa maniera andava trascinandosi verso di lui come attratta dalla più forte calamita. Poiché un vescovo presente sospettava che nella custodia in cui era stata collocata l’ostia fosse rimasto qualche frammento separarono le due custodie. Dinanzi a quella degli olii si mostrò più sensibile, e da molto più lontano che dinanzi agli altri oggetti consacrati… Alla presenza dell’altra custodia fu di nuovo attratta da lontano come prima… Andarono in chiesa: il vescovo indossò la stola, aprì la teca e trovò un frammento di qualche millimetro, che il curato non aveva visto… Purificarono bene la pisside, e al posto di quel frammento misero una particola non consacrata per vedere se le avrebbe causato la medesima impressione… Invece la custodia la lasciò completamente indifferente, come se non esistesse” (Ib.).
Come vedi, questi fatti parlano da sé ed è per questo che istintivamente il popolo cristiano vuole che l’oggetto religioso sia benedetto.
Ti ringrazio di avermi dato l’occasione di fornire queste spiegazioni. È grazia anche questa!
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo