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Quesito
Buona sera Padre Angelo,
come sempre grazie di cuore, poi sono qui a chiederle il significato del simbolo del gallo nel cristianesimo, visto che di recente ho sognato un gallo e qualcuno che mi diceva che per sostituirmi al gallo dovevo compiere un determinata azione che nel sogno era prendere con la bocca un cancelletto e scuotere la testa come se lo volessi sbranare (che io ho fatto). Non sono qui a chiedere il significato del mio sogno, non mi interessa e non credo che lei lo faccia, ma visto che il gallo è presente nel vangelo, quando Pietro rinnega il Signore e poi il simbolo del gallo è presente su molte chiese, mi sono incuriosito e quindi sono qui a scriverla.
La ricordo nella mia preghiera serale
Francesco
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. aldilà del sogno e soprattutto del rito superstizioso che ne è seguito, mi attengo strettamente al ruolo del gallo come viene presentato nel Vangelo.
A questo proposito mi piace riferire ciò che si legge nel Dizionario enciclopedico della Bibbia e del mondo biblico curato da Galbiati – Piazza: “Lo scopo principale era di avere i galli che svegliassero gli uomini presto al mattino..
Per questo la terza vigilia della notte (da mezzanotte alle tre) si chiamava il canto del gallo (cfr. Mc 13,35).
Fu a causa di questa abitudine che questo gallinaceo divenne il simbolo della vigilanza ed è come tale che si è posto su numerosi campanili di chiese cristiane.
Probabilmente fu anche nello stesso senso che un capo israelita del VI secolo fece incidere un gallo sul sigillo personale al di sotto del suo nome e titolo (cfr. 2 Re 25,23).
Infine, alcuni disegni catacombali mettendo a parallelo la notte nella quale il gallo annuncia l’aurora e i tempi di oscurità religiosa in cui la fede cristiana afferma la vita dell’aldilà, ne fanno il simbolo della risurrezione”.
2. Marco Sales osserva che gli antichi distinguevano tre canti del gallo: il primo dopo mezzanotte; il secondo verso le tre; il terzo sul far del giorno. Qui si parla del secondo, come consta da San Marco 14,30.
Infatti è proprio San Marco che precisa l’ora del terzo rinnegamento di Pietro secondo quanto gli aveva predetto il Signore: “In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai” (Mc 14,30).
San Marco era l’interprete di San Pietro a Roma. Questa precisazione viene dunque proprio dalla bocca di San Pietro
3. Pertanto ai primi due significati (la vigilanza e la testimonianza della fede nella vita futura che è luce e pace in Cristo) se ne aggiunge un terzo: è diventato il simbolo del rimorso della coscienza e della compunzione del cuore.
4. E se ne può aggiungere anche un quarto secondo San Tommaso: “Con il gallo viene significato il predicatore, che induce gli uomini peccatori al pentimento. Per cui San Paolo dice: Tornate in voi stessi, giusti, e non peccate! (1 Cor 15,34); e “Svegliati tu che dormi, risorgi dei morti, e Cristo ti illuminerà” (Ef 5,14)” (Commento a Mt 26,74).
5. Tuttavia, osserva ancora San Tommaso, non fu semplicemente il canto del gallo a risvegliare la coscienza di Pietro. Perché il gallo aveva già cantato una prima volta, e Pietro non si ricordò affatto di quello che gli aveva detto il Signore.
Ma neanche il secondo gallo del canto lo ridestò.
Era necessario che Pietro si incrociasse con lo sguardo di Gesù.
Per questo San Luca scrive: “E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente” (Lc 22,60-62).
6. Per questo un autore spirituale del XVII secolo Luigi Chardon, domenicano, seguendo l’intuizione di san Tommaso (Commento al Vangelo di Matteo, 26,75) scrive: “Il gallo ha già cantato, ma San Pietro non ha riflettuto sulla sua funesta caduta finché Gesù non lo ha guardato con compassione. (…). Non appena San Pietro si accorse di questo sguardo d’amore, come svegliandosi da un torpore mortale, abbandonò immediatamente quel posto dove aveva tradito il suo Signore. Infatti egli avvertì immediatamente che la sua presenza riempiva l’anima del suo maestro di violenti dolori, incomparabilmente più acuti di quelli provocati dalle torture e dalle umiliazioni dei suoi nemici” (Una meditazione al giorno sulla Passione del Signore, e meditazione del 14 agosto).
7. Luigi Chardon conclude: “Giova molto poco che la tua coscienza con i suoi rimproveri canti come il gallo, che il predicatore, il direttore spirituale o il superiore facciano udire la loro voce, che ripetano spesso le loro convinzioni, che insistano tutti i giorni con gli stessi richiami e con le stesse pratiche.
Tu hai bisogno che Dio ti guardi nell’intimo e che ti illumini con gli splendori divini delle sue luci.
Non basta che San Paolo predichi, è necessario che lo Spirito Santo apra il cuore di Lidia (“una donna di nome Lidia ascoltò e il Signore le aprì il cuore perché comprendesse ciò che San Paolo diceva” (At 16,14). Il primo canto del gallo non produce nessuna impressione sull’animo di San Pietro, perché gli occhi di Gesù non solo là. Domandagli non solo che non li distolga mai da te, per timore che tu cada in un sonno letargico e che il nemico possa vantarsi di averti sconfitto” (Ib.).
Con l’augurio che il Signore non distolga mai i suoi occhi del nostro cuore e cessi di essere la nostra luce, ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo