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Caro Padre Angelo,
Spero di non rubarle troppo tempo.
In questi ultimi giorni sono particolarmente turbato da alcune piccole vicende personali che mi hanno però aperto un grande vuoto interiore.
Ad ogni passo, da solo o in compagnia, prima di studiare, prima di entrare in una camera di consiglio in Tribunale, per la strada, invoco Dio, Lo ringrazio, porto con me il Rosario…ecc.
L’altro giorno mi è capitato uno spiacevole episodio in cui ho chiesto con grande dolore un aiuto di Dio, che suscitasse un sentimento di sensibilità e rispetto nella persona con cui avevo a che fare, ma non ho ricevuto risposta alcuna, né sostegno.
Ed allora mi sono sentito tradito. Ho pensato a tutti i drammi grandi e piccoli della storia e mi sono chiesto perché Dio ( che ha detto “chiedete e vi sarà dato….”, ecc) abbia permesso le cose più gravi. Perché perfino Gesù ha detto ” perché mi hai abbandonato?”
Mi sono sentito solo e smarrito. Da chi andrò? Quando l’unico mio amico lo sento inaffidabile (ora c’è, ora non c’è..Se mi metto in macchina, se studio per la giustizia, se parlo con qualcuno…ed avessi bisogno di Lui, ma Lui non c’è) in chi posso sperare?
Che senso ha (e conviene ancora) pregare al mattino e alla sera, ringraziare per le cose belle (e anche per quelle dolorose), predicare un Dio buono e zelante per le necessità degli uomini, se poi…. Pare che non taccia indifferente alle suppliche della umanità?
Io in chi e per che cosa posso ancora sperare per continuare ad avere uno scopo per alzarmi al mattino, per i progetti che avevo per me e per essere strumento di evangelizzazione?
Mi dia una sola ragione per riprendere fiducia, o almeno per capire dove ho sbagliato!
Grazie Padre Angelo, forse ho detto solo tante sciocchezze, ma chi più di lei può capire.
L’abbraccio
Dario


Caro Dario,
1. forse siamo troppo frettolosi nel dire che siamo amici di Gesù Cristo.
In realtà stiamo insieme con lui, lo preghiamo e lo cerchiamo perché la sua compagnia ci aiuta ad essere più sereni, più ricchi, più lieti, più forti.
Ma se stiamo insieme col Signore solo per i benefici che ne riceviamo non siamo ancora suoi veri amici. Si tratta ancora per lo più di amor interessato.

2. San Tommaso dice che “è proprio dell’amicizia che l’amico riveli i suoi segreti all’amico, non solo ma che gli comunichi anche i suoi beni, che conversi con l’amico, che si diletti della sua presenza, che si compiaccia delle sue parole e delle sue azioni, che trovi in lui consolazione nei suoi dolori” (Contra Gentes, IV, 21,22).

3. Tu potresti dire: ma io mi diletto della sua presenza, la cerco, mi compiaccio delle sue parole e delle sue azioni, gli comunico i miei segreti…
Gesù mi è molto caro, tanto spesso trovo consolazioni in lui nei miei dolori e via dicendo.

4. Sì, sì, ma nell’amicizia il rapporto deve essere reciproco.
Allora cerca di permettere a Gesù di rivelarti i suoi segreti, di trovare in te consolazioni nei suoi dolori…
Gesù, il tuo grande Amico, è continuamente maltrattato in tanti cuori. Viene spesso di nuovo crocifisso da parte di molti (Ebr 6,6).
Anche a te dice: “Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore, al dolore che ora mi tormenta” (Lam 1,12).

5. Forse il Signore – non dando soddisfazione alla tua richiesta – ha voluto farti vedere a che cosa è ridotta la tua amicizia con Lui: solo ad un ricevere e mai a dare.

6. Ieri il tuo Amico ti ha chiesto di portare la croce insieme con Lui e di essere crocifisso insieme con Lui.
La tua risposta è stata deludente: hai subito messo in discussione il tuo rapporto con Lui, la tua amicizia.

7. Come vedi, il Signore ha voluto mostrarti quanto siano vere le parole che si leggono nell’Imitazione di Cristo: “Tutti desiderano godere con Lui, pochi vogliono soffrire per Lui.
Molti seguono Gesù fino alla distribuzione del pane, pochi invece fino al momento di bere il calice della passione.
Molti guardano con venerazione ai suoi miracoli, pochi seguono l’ignominia della croce.
Molti amano Iddio fin tanto che non succedono avversità.
Molti lo lodano e lo benedicono soltanto mentre ricevono da lui qualche consolazione; ma, se Gesù si nasconde e li abbandona per un poco, cadono in lamentazione e in grande abbattimento.
Invece coloro che amano Gesù per Gesù, non già per una qualche consolazione propria, lo benedicono nella tribolazione e nella angustia del cuore, come nel maggior gaudio spirituale. E anche se Gesù non volesse mai dare loro una consolazione, ugualmente vorrebbero sempre lodarlo e ringraziarlo” (II,11).

8. Con questo non ti dico di non affidarti al tuo Amico quando hai qualche tribolazione.
Ma se in quel momento Gesù ti chiedesse di essere generoso con Lui per la conversione di molti, rispondigli prontamente, donandogli tutto il tuo amore.

Ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di ricordare a tutti che l’amicizia con Gesù deve essere vera e cioè vicendevole, e non solo a senso unico.
Ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo