Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Sacerdote (1373/1374-1456)

Lorenzo nacque a Ripafratta, castello della repubblica pisana, e fu dal padre avviato agli studi. Scelse la carriera ecclesiastica e, poco più che ventenne, era diacono. Pare abbia ricevuto dalle mani del Beato Dominici l’abito domenicano verso il 1396. Fu novizio a Cortona dove rimase fino al 1404.

Qui incontrò Antonino Pierozzi, futuro arcivescovo di Firenze che dal 1405 visse per lunghi periodi nello stesso convento cortonese nel quale aveva soggiornato Lorenzo.

Da questi sue due protettori prese spunto per la sua grande opera nel movimento di Riforma dell’Ordine, opera condotta energicamente a compimento ricoprendo l’ufficio di lettore e priore a Fabriano e a Pistoia.

Fu maestro dei novizi, priore, insegnante di teologia, predicatore ed infaticabile direttore di anime. La sua eroica carità rifulse a Fabriano e Pistoia durante la pestilenza. E a Pistoia morì il 27 settembre del 1456.

Questo è il ritratto che ne ha delineato l’amico Sant’Antonino:

“Egli fu specchio di santità e di purezza, osservò scrupolosamente e promosse con zelo la vita regolare; fu figlio dell’obbedienza, discepolo dell’umiltà, prediletto da Dio e da tutti. Non vi fu nell’Ordine nessuno più povero di lui, nessuno che più disprezzasse il mondo, che fosse più assiduo e devoto all’ufficio divino, sia di giorno che di notte. Indulgente e premuroso con gli altri, era severo con sé stesso e pazientissimo nelle contrarietà e sopportò con fortezza una dolorosa piaga alla tibia per molti anni.

Nessuno potrebbe reggergli il confronto nello zelo per ascoltare le confessioni, anche quando infieriva la peste…”.

Il corpo del Beato si venera in San Domenico di Pistoia.

Pio IX il 4 aprile 1851 ne confermò il culto,  già disposto nel XVI secolo.