Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Sacerdote (?-1242)
Nacque in Slesia probabilmente nel 1180, passò la giovinezza a Cracovia in una Polonia che ripresasi dalle invasioni mongole, ricresceva in quel cristianesimo introdotto due secoli prima dal re Miecislao I e che avrebbe poi avuto la grande fioritura sotto il re Casimiro il Grande.
I suoi studi iniziati a Cracovia proseguirono nelle Università di Parigi e Bologna, le maggiori in quell’epoca; fu ordinato sacerdote dal vescovo Vincenzo Kadlubek di Cracovia, nel cui ambiente aveva maturato la sua cultura intellettuale e spirituale, giacché era uno dei primi, gli fu affidata la Collegiata di Sandomierz.
Nel 1220 si presentò la grande occasione della sua vita, fu destinato ad accompagnare insieme a s. Giacinto, il vescovo di Cracovia Ivo Odrowaz a Roma, lì conobbe s. Domenico Guzman e assisté alla miracolosa resurrezione del giovane Napoleone, nipote del cardinale Stefano, operata dallo stesso s. Domenico.
Allora Giacinto e Ceslao (che era già sacerdote e curato della collegiata di Santa Maria in Sandomierz) decisero di entrare nell’ordine dei Predicatori, furono così inviati a Bologna dove rimasero per un certo tempo, nel 1221 i suoi superiori di Bologna mandarono Ceslao insieme ad altri monaci in Polonia per erigere nuove fondazioni.
Durante il viaggio di ritorno si fermò a Praga dove fondò la casa domenicana presso la chiesa di s. Clemente, giunto a Cracovia vi operò per molti anni presso la chiesa della SS. Trinità, nel monastero da poco fondato da altri confratelli nel 1222.
Da lì passò a Wroclaw dove rimase per sette anni come superiore diventando nel 1232 padre provinciale della Polonia. Girò per altri quattro anni per tutta la Slesia e la Polonia fondando case, finché nel 1236 si dimise, costretto dall’esaurimento delle forze, da tutte le cariche, tornò a Wroclaw, dove nel 1241 fu partecipe della liberazione della città dall’assedio dei tartari. Ecco che, quando, circa l’anno del Signore 1241 la Polonia e la Slesia erano devastate dal furore dei Tartari, trovandosi nella fortezza dell’inclita città di Wratislavia, con gli altri cristiani difese potentemente con le sue preghiere la città dalla loro ferocia. Infatti, mentre pregava, apparve sulla sua testa un globo di fuoco; spaventate le legioni dei Tartari si diedero alla fuga e fuggendo abbandonarono la città. Morì il 17 luglio 1242 e fu sepolto nella chiesa di s. Adalberto. Papa Clemente XI confermò il culto il 27 agosto 1712 e papa Benedetto XIV nel 1748 fissò il giorno della sua celebrazione al 20 luglio. L’Ordine Domenicano lo ricorda il 17 luglio.