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Quesito

caro padre,
La riflessione che le ho posto nel quesito di ieri (i vari gradi di certezza nelle proposizioni del magistero) nasce anche dal fatto che a volte mi è capitato di leggere alcuni libri di teologi anche famosi o sentire preti che dicono che la chiesa dovrebbe ammorbidirsi per esempio sulla questione divorzio.
Allora mi chiedo: o non tutto è infallibile, o è infallibile. E in quest’ultimo caso questi teologi o preti è come se dicessero a Dio cosa deve fare.
Oppure loro stessi non sanno come stiano le cose. Non so.
Spero che abbia capito le domande.
Come sempre mille grazie.
Luca


Risposta del sacerdote

Caro Luca
Quando certi teologi o sacerdoti dicono che la Chiesa dovrebbe ammorbidirsi, intendono riferirsi al Magistero della chiesa.
Ma la dottrina della Chiesa non è una realtà che le appartiene in maniera autonoma. L’ha ricevuta da Dio e ha il compito di trasmetterla fedelmente ai credenti di ogni tempo.
Noi, a priori, siamo certi che la Chiesa non verrà mai meno in questo suo compito. E non semplicemente per un motivo di fedeltà, perché anche gli uomini possono sbagliare e come Pietro nel cortile del palazzo sono capaci di rinnegare mille volte il Signore, ma perché Gesù Cristo le ha garantito l’assistenza dello Spirito Santo.
La Chiesa, nel definire la dottrina sull’indissolubilità del matrimonio, parte da quanto ha detto il Signore:
“E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E’ lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio» (Mc 10,2-12).

Di recente, Benedetto XVI, parlano di preti della diocesi di Albano, ha detto che bisogna far capire la sacramentalità del matrimonio e che i coniugi pronunciano il loro sì nel sì di Gesù Cristo.

È vero che le Chiese protestanti e anche quelle ortodosse concedono le seconde nozze, dopo il divorzio. Ma è tutto da dimostrare che questa sia la volontà di Gesù Cristo.
Quanto il Signore ha detto nel Vangelo di Marco, e che io ho riportato in crassetto, è il punto di riferimento della Chiesa cattolica, la quale ha preferito piuttosto perdere l’Inghilterra alla fede cattolica, che derogare dalla volontà del Signore.

I teologi e i preti di cui tu parli sono presi certamente dal desiderio di star vicino a tante coppie che, dopo aver sfasciato il primo matrimonio, ne hanno contratto un secondo con rito civile e nel frattempo hanno magari anche ricuperato la fede.
Sono spinti da una sincera motivazione pastorale. Ma la soluzione non sta nella direzione da loro proposta. Diversamente la Chiesa l’avrebbe già fatta propria.

Io, personalmente, sono convinto che le coppie irregolari e che non possono accedere ordinariamente ai sacramenti testimoniano e predicano a loro modo l’indissolubilità del matrimonio e la dottrina di Cristo.
Infatti a coloro che domandano perché non possano accedere ai sacramenti, rispondono: perché il matrimonio secondo il volere santificante di Cristo è indissolubile.

Ti ringrazio, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo