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Quesito
Caro Padre Angelo
Innanzitutto la ringrazio per la rapida risposta ai miei problemi di cui alla prima mia lettera. Le assicuro che mi attiverò al più presto presso il mio parroco. A settembre arriverà nella mia parrocchia un nuovo sacerdote molto giovane di cui si dice un gran bene mentre il nostro Parroco ormai anziano e malconcio continuerà finché il Cielo vorrà ad affiancarlo. Appena ci sarà mi presenterò a lui.
In questa nuova lettera vorrei sottoporle un quesito che mi sta a cuore sin da quando ero bambino e riguarda la figura di San Giuseppe, padre putativo di Gesù. Sono sempre stato attratto e curioso di questa figura e mi sono sempre chiesto il come mai è apparentemente una figura di secondo piano. Ho letto da qualche parte che San Giuseppe è dotato di una santità immensa e ha un potentissimo potere di intercessione presso Dio ed in questo è secondo solo alla Vergine Maria sua sposa ed è addirittura più potente dei Santissimi Pietro e Paolo. San Giuseppe ha compiuto miracoli? Perché non è stato anche Lui assunto in Cielo anima e corpo come Maria? Come si può pregare San Giuseppe? In che cosa è più efficace la preghiera a Lui rivolta? Mi piacerebbe anche sapere cosa rappresenta per Lei Padre Angelo questo grande Santo.
Cordiali saluti e sentiti ringraziamenti per questa sua opera immensa e preziosa. Lei mi ha convinto che la Teologia è la scienza suprema.
Guido
Risposta del sacerdote
Caro Guido,
rispondo volentieri alle tue domande su San Giuseppe.
La risposta per le prime tue domande la traggo da un bel libro su San Giuseppe scritto da un domenicano francese Michel Gasnier, intitolato Il silenzio di Giuseppe.
Personalmente non ho letto un libro più preciso e completo su San Giuseppe che questo.
1. Sulla santità di San Giuseppe
“Era un luogo comune presso i teologi del secolo XVI confrontare la grandezza di Giuseppe con quella degli altri Santi, per precisargli il posto conveniente nell’assemblea di coloro che Dio ha coronato in Cielo.
Spesso nelle loro discussioni, ritorna il testo di S. Gregorio Nazianzeno che aveva predetto: «Il Signore ha riunito in S. Giuseppe come in un sole quella luce e quello splendore che hanno assieme tutti gli altri Santi».
Allorquando Dio predestina un’anima ad una missione, l’adorna certamente di tutti i doni necessari perché essa possa portarla a termine. E dopo quella di Maria, Madre del Verbo
Incarnato, quale funzione sorpassò o uguagliò quella di Giuseppe, padre adottivo del Cristo e Sposo della sua Madre?
Paragonandolo dunque a Maria, si disse giustamente che, dopo di lei, nessuna creatura fu così vicina al Verbo Incarnato e che in conseguenza, nessuno possedette mai nello stesso grado la grazia santificante.
Leone XIII nella sua enciclica «Quamquam pluries» fa eco a questa opinione. «Certamente, scrive egli, la dignità di Madre di Dio è sì alta, che nulla può essere creato al di sopra di essa. Tuttavia poiché Giuseppe è stato unito col vincolo coniugale alla beata Vergine, non v’è dubbio che egli si sia avvicinato più che qualsiasi altro a quella sovreminente dignità per la quale la Madre di Dio sorpassa, in grado così alto, tutte le creature».
Per aver portato in braccio Colui che è il cuore stesso e l’anima della Chiesa, lo si reputò più grande di S. Pietro, sul quale Gesù aveva dichiarato di volerla costruire.
Per aver vissuto trent’anni nell’intimità del Cristo e nella continua meditazione dello spettacolo della sua vita, si stimò la sua grandezza superiore a quella di S. Paolo che aveva ricevuto la rivelazione dei sublimi misteri.
Lo si stimò ancora più grande di S. Giovanni l’Evangelista che ebbe il privilegio di riposare una sola volta il capo sul petto del Salvatore, mentre egli sovente aveva sentito i battiti del piccolo cuore.
Fu più grande degli Apostoli che propagarono solamente l’adorabile nome di Gesù, quel nome che Giuseppe invece per missione gli aveva imposto.
Sembrò più arduo il tentativo di mettere Giuseppe al di sopra di S. Giovanni Battista per le parole di Cristo: «In verità vi dico che tra i nati di donna non è apparso alcuno più grande di Giovanni Battista». Difficoltà che si è appianata dicendo giustamente che Gesù, nel pronunciare quelle parole, voleva stabilire un confronto con i profeti dell’Antico Testamento i quali avevano annunciato il Cristo futuro, mentre Giovanni Battista lo ha annunciato presente, indicandolo, come si dice, a dito. Possiamo aggiungere che le parole di Gesù avevano per scopo di paragonare la grandezza di Giovanni Battista, il più grande profeta dell’Antico Testamento, con la nuova grandezza conferita ad un eletto con l’appello al regno dei cieli, di quel regno di cui la Chiesa in terra, rappresentava la prima fase; per questo egli aggiunge: «Qui minor est in regno coelorum major est illo» che si può tradurre: «Qualunque sia la grandezza di Giovanni Battista che chiude l’Antico Testamento, essa scompare davanti al più piccolo fra i cristiani».
Lo dottrina della preminenza di S. Giuseppe sugli altri santi si presenta oggi con serie garanzie. Tende a divenire l’insegnamento comune ammesso della Chiesa. La dichiarazione di Leone XIII che abbiamo citato, è su questo punto, particolarmente rivelatrice.
(…)
Quanto si può invece ritenere per certo è che Giuseppe, confermato in grazia dal momento del suo sposalizio con la S. Vergine, beneficiando della continua vicinanza di colei che era stata immacolata nella sua concezione, e non avendo mai resistito alle grazie di vocazione, vide continuamente aumentare nella sua anima il tesoro soprannaturale. Poté così elevarsi a sì alto grado di perfezione che il peccato fu per lui estraneo quanto è possibile a creatura umana” (Michel Gasnier, Il silenzio di Giuseppe, pp. 153-156).
2. Se San Giuseppe sia in cielo con la sua anima e con il suo corpo
Scrive ancora M. Gasnier: “Certi autori fra i quali si annovera il Suarez, S. Bernardino da Siena, S. Francesco di Sales e Bossuet, e anche molti Padri della Chiesa, ritengono ancora come cosa certa che Giuseppe si sia unito a quei Santi di cui ci parla il Vangelo (Mt 27,52-53) che uscirono dalle loro tombe dopo la morte di Gesù e apparirono nella città di Gerusalemme.
San Tommaso ci dice a proposito che la loro resurrezione fu definitiva e assoluta.
S. Francesco di Sales giunge a
scrivere: «Se è vero, e lo dobbiamo credere, che in virtù del SS. Sacramento che riceviamo, i nostri corpi resusciteranno al giorno del giudizio, come possiamo dubitare che nostro
Signore non abbia fatto salire al cielo in corpo e anima il glorioso S. Giuseppe, che aveva avuto l’onore e la grazia di portarlo sovente in quelle braccia benedette nelle quali egli tanto volentieri ci stava? S. Giuseppe è dunque in cielo in corpo ed anima, senza dubbio».
Quelli che aderiscono a questa opinione argomentano che Gesù, scegliendosi una scorta di resuscitati per affermare con maggiore forza la sua resurrezione e dare maggior gloria al suo trionfo, doveva prendere fra essi e mettere al primo posto il padre adottivo e che d’altra parte la S. Famiglia ricostituita in cielo, senza l’assunzione gloriosa di
Giuseppe in corpo e anima, sarebbe stata una nota stonata nella sua esaltazione di gloria.
Tali affermazioni sono senza dubbio rispettabili, ma noi non disponiamo di alcun mezzo di controllo: niente ci impedisce di ritenerle come probabili come del resto non ci costringono ad affermarle.
L’opinione contraria ha parecchi assertori, essi non ammettono attualmente in cielo altri corpi gloriosi che quelli di N. Signore e della sua SS. Madre “(Michel Gasnier, Il silenzio di Giuseppe, pp. 156-157).
3. Sull’eccezionale potere di intercessione di San Giuseppe
A questo proposito riporto quanto ho scritto in una risposta pubblicata il 6 luglio 2013: “Sappiamo che i Santi sono di varia grandezza perché lo ricorda san Paolo quando dice: “Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle. Ogni stella infatti differisce da un’altra nello splendore” (1 Cor 15,41).
Ma chi ne abbia di più noi non lo sappiamo, ad eccezione della Madonna e di San Giuseppe ai quali la Chiesa tributa rispettivamente il culto di iperdulia (al di sopra di tutti i Santi) e di protodulia (primo tra tutti i santi). Tanta casistica che mi hai presentato nelle ulteriori domande (che ho tagliate) risente, come dici tu, di una mentalità superstiziosa”.
Riportavo anche quanto Santa Teresa d’Avila in una pagina molto bella della sua autobiografia dice sulla potenza d’intercessione di San Giuseppe.
“Quando vidi lo stato in cui mi avevano ridotta i medici della terra e come fossi tutta scontorta in così giovine età, decisi di ricorrere ai medici del cielo e domandare ad essi la salute, perché quantunque sopportassi quel male con tanta gioia, desideravo anche di guarire. (…).
Io invece presi per mio avvocato e patrono il glorioso S. Giuseppe, e mi raccomandai a lui con fervore. Questo mio Padre e Protettore mi aiutò nella necessità in cui mi trovavo e in molte altre più gravi in cui era in gioco il mio onore e la salute della mia anima. Ho visto chiaramente che il suo aiuto mi fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare. Non mi ricordo finora di averlo mai pregato di una grazia senza averla subito ottenuta. Ed è cosa che fa meraviglia ricordare i grandi favori che il Signore mi ha fatto e i pericoli di anima e di corpo da cui mi ha liberata per l’intercessione di questo Santo benedetto.
Ad altri Santi sembra che Dio abbia concesso di soccorrerci in questa o in quell’altra necessità, mentre ho sperimentato che il glorioso S. Giuseppe estende il suo patrocinio su tutte.
Con ciò il Signore vuol farci intendere che a quel modo che era a lui soggetto in terra, dove egli come padre putativo gli poteva comandare, così anche in cielo fa tutto quello che gli chiede. Ciò han riconosciuto per esperienza anche altre persone che dietro mio consiglio si sono raccomandate al suo patrocinio. Molte altre si sono fatte da poco sue devote per aver sperimentato questa verità. Procuravo di celebrarne la festa con la maggior possibile solennità. (…)
Per la grande esperienza che ho dei favori ottenuti da S. Giuseppe, vorrei che tutti si persuadessero ad essergli devoti. Non ho conosciuto persona che gli sia veramente devota e gli renda qualche particolare servizio senza far progressi in virtù. Egli aiuta moltissimo chi si raccomanda a lui.
È già da vari anni che nel giorno della sua festa io gli chiedo qualche grazia, e sempre mi sono vista esaudita.
Se la mia domanda non è tanto retta, egli la raddrizza per il mio maggior bene. Se la mia parola potesse essere autorevole, ben volentieri mi dilungherei nel narrare dettagliatamente le grazie che questo Santo glorioso ha fatto a me e ad altri” (Santa Teresa d’Avila, Vita, VI, 5-8).
4. Le Sacre Scritture non ci parlano di miracoli compiuti da San Giuseppe.
Ma dalla testimonianza di Santa Teresa le grazie ottenute per sue intercessione sono numerosissime.
Anzi Santa Teresa diceva di non aver mai sentito che qualcuno non fosse stato esaudito da san Giuseppe.
In segno di questo la preghiera Memorare che San Bernardo scrisse per la Madonna è stata trascritta pari pari per San Giuseppe.
Mi piace riproporla in una nostra versione:
Ricordatevi, o pietosissimo San Giuseppe, che non si è mai inteso dire al mondo che alcuno, ricorrendo alla Vostra protezione, implorando il Vostro aiuto e chiedendo il Vostro patrocinio, sia stato da Voi abbandonato. Animato anch’io da tale confidenza a Voi ricorro, o Padre Vergine dei vergini; a Voi vengo, peccatore pentito, prostrato ai Vostri piedi a domandare pietà.
Non vogliate, o Padre putativo del Verbo, disprezzare le mie suppliche, ma benigno ascoltatemi ed esauditemi. Amen.
Io non cesso di raccomandarla a tutti e di recitarla tutti i giorni per i propri problemi, soprattutto per quelli economici e lavorativi.
5. Ma al di là di questo, che cosa chiedere a San Giuseppe?
Il beato Giacinto Cormier, Maestro generale dell’Ordine domenicano, morto nel 1916, raccomandava di chiedere a san Giuseppe la devozione alla Madonna, perché nessuno tra le creature l’ha amata, onorata e servita quanto Lui.
Papa Giovanni fin da ragazzo recitava ogni giorno la preghiera Virginum custos, per chiedere a san Giuseppe la protezione sulla purezza.
Eccola:
“O Custode e Padre dei vergini, san Giuseppe, alla cui fedele custodia fu affidata la stessa Innocenza Cristo Gesù e la Vergine delle Vergini Maria; per questo duplice carissimo pegno, Gesù e Maria, ti prego e scongiuro che, preservatomi da ogni impurità, con anima incontaminata, con cuore puro e con casto corpo, mi aiuti a servire sempre nella maniera più casta a Gesù e a Maria. Amen”.
Come preghiere a San Giuseppe c’è anche quella molto bella di Leone XIII: “ A Te, o beato Giuseppe…”.
Vi sono anche le Litanie e quelle che passano sotto il nome di Sacro Manto.
Esorto anche a invocarlo tutte le sere prima di addormentarsi dicendo:
“Gesù, Giuseppe e Maria, Vi dono il cuore e l’‘‘anima mia;
Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell’ultima mia agonia;
Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con Voi l’anima mia”.
Ti ringrazio delle domande che mi hai fatto e sono certo che le risposte saranno molto utili per i nostri visitatori.
Ti esorto a perseverare nella devozione a san Giuseppe. Farai sempre grandi guadagni.
Per questo ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo