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Quesito

Le espongo un caso che, da qualche giorno ha catturato la mia attenzione e al quale, tuttavia, non riesco a dare una risposta esauriente, pur attingendo alle mie conoscenze e libri.
Il dubbio attiene il passo del vangelo di Lc 4,14-30.
Si tratta del brano nel quale Gesù, di sabato, a Nazareth entra nella sinagoga e leggendo il passo del profeta Isaia afferma che le Scritture si sono compiute in lui. All’udire ciò i presenti sdegnati, per avere Gesù bestemmiato, “lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale era costruita la loro città, per precipitarlo giù”, ma Gesù, passando in mezzo a loro se ne andò.
Ora, Le espongo, in breve i miei dubbi:
1. secondo recentissime ricerche archeologiche, ai tempi di Gesù Nazareth non esisteva fatto o, tutt’al più, era una piccola frazione di pochi abitanti e, certamente, non c’era nessuna sinagoga;
2. “lo condussero sul ciglio del monte per precipitarlo giù”. Nazareth non è collocata su un monte, non vi sono precipizi o burroni dove poter fare ciò.
Per questo molti studiosi ritengono che Gesù nazareno, non si riferisca alla cittadina di Nazareth, bensì allo stato personale di Gesù: Nazoreo.
Di più, l’allora frazione di Nazareth, all’epoca era molto distante dal lago di Tiberiade dove Gesù spese gran parte della sua missione.
Per questo, recenti ricerche storiche ritengono che il paese di Nazaret (collocato su una montagna con l’esigenza di un precipizio), in realtà si riferisse alla città di Gamala, all’epoca fiorente, dove era presente una sinagoga, che distava pochi chilometri dal Lago di Tiberiada (4 o 5 chilometri). Questo spiegherebbe come Gesù potesse, giornalmente recarsi al lago di Tiberiade per poi fare ritorno al suo paese, cosa ben più complicata con Nazareth, distante oltre 30 chilometri dal lago di Tiberiade.
Spero di essere stato chiaro nell’esporre i miei quesiti. Nel ringraziarLa per il tempo che vorrà dedicarmi la saluto con stima ed affetto.
Avv. Antonio


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. l’evangelista Luca scrive: “Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret” (Lc 1,26). Era il sesto mese della gravidanza di Elisabetta.
 Nazareth, posta su una collina a 300 metri sul livello del mare, si trova in Galilea, la provincia più a nord della Palestina. Viene presentata come una città. In realtà, ai tempi di Gesù, si trattava di una borgata o poco più. 
Nell’Antico Testamento non viene mai menzionata.
Nazareth significa città dei fiori.
Che il nome nazireo significhi germoglio non c’è alcun dubbio.
Ma non c’è neanche alcun dubbio che questo ben si adatta anche a colui di cui si diceva essere un abitante di Nazareth, città dei fiori.
L’assonanza tra Nazareth e nazireo (che significa consacrato del Signore) non può mettere in dubbio la realtà della città di Nazareth.

2. Secondo San Luca, che ha fatto accurate ricerche storiche, Nazareth aveva la sua sinagoga e lì Gesù iniziò la sua predicazione.
Che Nazareth avesse una sinagoga è fuori discussione. Scrive José Luis Martin Descalzo, suo monumentale lavoro su Gesù di Nazareth: “Possiamo avere la certezza più assoluta che la sinagoga di Nazareth – le cui rovine si conoscono ancora oggi – fu uno dei centri vitali dell’infanzia di Gesù” (Gesù di Nazareth, vita e mistero, p. 212).

3. Sulla diffusione della sinagoga un po’ dappertutto scrive Descalzo: “Effettivamente, da quasi tre secoli la sinagoga occupava un posto di primo piano nella vita religiosa di Israele. Fu durante il tempo dell’esilio, quando non potevano accorrere a Gerusalemme, che i fedeli incominciarono a riunirsi nelle case o in locali particolari per commentare la legge e la storia del loro popolo.
Da allora le sinagoghe si erano moltiplicate.
Ai tempi di Cristo certamente non c’era villaggio, per piccolo che fosse, che non avesse, bene o male una sinagoga.
A Roma, gli ebrei in esilio ne possedevano non meno di tredici” (p. 396).

4. Sappiamo che gli abitanti di Nazareth non accolsero bene il Signore quando vi tornò con la fama di tanti miracoli.
Si aspettavano che Gesù ne facesse anche fra di loro. Ma a motivo della loro poca fede non ne fece alcuno. Per questo, dice il testo sacro, “tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino” (Lc 4,28-30).

5. Circa il ciglio del monte dal quale intendevano precipitare Gesù, il biblista Marco Sales scrive: “Condussero probabilmente Gesù al luogo dove oggi sorge la chiesa dei maroniti, all’angolo sud-ovest della città, dove vi è un precipizio profondo 10 o 12 metri. Era loro intenzione di fare giustizia sommaria contro di lui e ucciderlo”.

6. Marie-Joseph Lagrange dice: “Quando si dovrà precisare il sito della sommità donde si volle precipitare Gesù, non sarà già al punto più elevato della moderna Nazareth che si dovrà andarlo a cercare, ma nell’antica e modesta Acropoli, al punto dove essa si solleva al di sopra della valle orientale” (L’Evangelo di Gesù Cristo, pp. 15-16).

7. Alla luce di quanto ti ho detto molte affermazioni che ti è capitato di leggere non hanno riscontro con la storia, con la geografia e con l’archeologia.
Come vedi, è necessario andare adagio quando si sentono affermazioni discordanti da quanto si legge nel Vangelo e sempre è stato tramandato. È necessario verificarle, come tu hai chiesto di fare con questa mail.

Ti benedico, ti auguro ogni bene che ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo