Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Alvaro è nativo di Zamora (città a N-O della Spagna, vicino alla frontiera con il Portogallo), dove vede la luce a metà del secolo XIV. Si conosce la data della sua entrata nell’Ordine: 1368.

Per molti anni fu docente di teologia nell’Università di Salamanca. In questo tempo fu confessore del re Juan II di Castiglia e della regina sua madre. Si può pensare pertanto che, come il suo contemporaneo S. Vicente Ferrer, egli abbia avuto grande influenza nel governo religioso e politico della Castiglia, come pure nella situazione della Chiesa, divisa dallo scisma.

Al fine di iniziare le consegne della riforma proposta dal beato Raimondo da Capua, tra gli anni 1418-1420 si reca in Italia e in Terrasanta. Quando ritorna, tutte le sue fatiche saranno dedicate alla fondazione del convento di Scala Coeli (Escalaceli) presso Córdoba, che diverrà la culla della riforma domenicana in Spagna: di essa Alvaro è il «priore maggiore». Questo luogo diverrà sotto la sua guida un insigne centro di devozione e di erudizione.

Nel suo convento fece costruire alcuni ambienti simili a quelli di Gerusalemme, per meditarvi in modo migliore la Passione del Signore; per questo viene considerato tra coloro che maggiormente diffusero in Occidente la devozione della «Via Crucis».

Dal suo convento di Scala Coeli svolge un efficace apostolato dentro e fuori dell’Ordine con notevole influsso spirituale.

Muore il 19 febbraio verso l’anno 1430. I suoi resti sono venerati nel convento di Scala Coeli.

Papa Benedetto XIV (Prospero Lorenzo Lambertini, 1740-1758) ne approvò il culto il 22 settembre 1741.