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Quesito
Caro padre Angelo,
la sto seguendo seppure in modo non troppo continuo nel suo canale di Telegram e sono rimasto un po’ sorpreso per la risposta che ha dato ad una certa signora o signorina Concetta a proposito della risurrezione di Cristo. La lettera con la sua risposta è del 26 settembre 2021. Riporto una parte di quello che lei ha scritto come risposta e che appunto mi ha sorpreso.
“Cara Concetta,
1. noi crediamo alla risurrezione di Cristo per fede perché nessuno di noi materialmente l’ha visto risorto, né lo si potrebbe vedere con i nostri occhi corporali, i quali possono percepire solo le realtà materiali.
Mentre con la sua risurrezione Cristo ha assunto un corpo glorioso e spirituale”.
In sostanza credo di aver capito che noi non possiamo vedere Gesù Risorto perché i nostri occhi corporali possono percepire solo realtà materiali. Faccio però la seguente riflessione. Se le persone a cui è apparso Cristo Risorto durante i quaranta giorni dopo la sua risurrezione erano persone come noi e talune pure incredule, come l’esempio classico di san Tommaso e anche l’esempio di San Paolo che era un persecutore, allora perché loro i testimoni hanno potuto vederlo e per noi sarebbe impossibile? Anche i testimoni del Risorto avevano occhi corporali come noi oppure no? Probabilmente ho interpretato male quello che lei voleva intendere.
Vorrei un chiarimento.
La ringrazio.
Liborio
Risposta del sacerdote
Caro Liborio,
1. come primo criterio deve rimanere assodato che Gesù con la sua risurrezione ha assunto un corpo glorioso, e pertanto spirituale.
Proprio per questo il suo corpo non è più soggetto ai limiti dello spazio e del tempo.
2. Nella mia risposta cui fai riferimento ti sei soffermato solo sul primo punto.
Nel secondo punto osservavo: “2. Se fossimo stati nel sepolcro al momento della risurrezione di Cristo avremmo visto solo una cosa: che il corpo di Cristo svaniva sotto le bende.
E avremmo notato che quelle bende rimanevano nel medesimo posto in cui avevano avvolto il corpo di Gesù e nella medesima postura in cui erano state ripiegate sulle sue membra“.
3. Per farsi vedere, Gesù risorto aveva bisogno di compiere un miracolo e cioè di materializzare il suo corpo che era diventato spirituale.
Solo in questo modo si rendeva visibile.
Diversamente gli apostoli non avrebbero potuto vedere con i loro occhi una realtà spirituale.
Del resto, dal momento della risurrezione il Signore era già con loro, come lo è pure con noi dovunque ci troviamo.
Ma per poterlo vedere era necessario che Egli compisse un miracolo e che materializzasse il suo corpo.
4. Scrive San Tommaso d’Aquino: “Cristo, come abbiamo già notato, risuscitò alla vita immortale della gloria.
Ora, la condizione propria di un corpo glorioso è quella di essere “spirituale“, cioè soggetto allo spirito, come insegna l’Apostolo.
Ma perché il corpo sia del tutto soggetto allo spirito, si richiede che ogni atto del corpo sia sottoposto alla volontà dello spirito. (…).
Perciò chi possiede un corpo glorificato, ha in suo potere di rendersi visibile quando vuole e invisibile quando non vuol esser veduto.
Questo potere però Cristo non l’ebbe soltanto dalla condizione del suo corpo glorioso, ma dalla virtù della sua divinità, che può rendere invisibili miracolosamente persino i corpi non gloriosi; come si legge di San Bartolomeo, a cui fu concesso “di esser visto o non visto a suo piacimento”.
Perciò quando si dice che Cristo disparve dagli occhi dei discepoli, non va inteso nel senso che il suo corpo si distruggeva o si risolveva in elementi invisibili, ma che per sua volontà cessava di esser visibile a loro, o restando lì presente, oppure allontanandosi all’istante mediante l’agilità (propria dei corpi gloriosi)” (Somma teologica, III, 54, 1, ad 2).
5. Pertanto gli apostoli hanno potuto vederlo perché il Signore ha dato loro la possibilità di vederlo compiendo un miracolo: quello di rendersi visibile.
Ti ringrazio di avermi dato la possibilità di tornare su questo argomento che è centrale per la nostra vita cristiana, che è una vita di comunione con il Signore risorto.
Ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo