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Quesito

caro padre Angelo,
studiando la storia e la letteratura medievale mi sono appassionato e “affezionato” al medioevo, certo grazie alla mia esperienza cristiana. Quando allora ho incontrato la figura di papa Bonifacio VIII, tutti me l’hanno descritto come un uomo smanioso di potere e ricchezza, adducendo come fonti anche il rapporto con i francescani, con intellettuali cristiani come Jacopone da Todi e Dante. A me però è sembrato strano che un papa medievale sia potuto essere un così pessimo uomo, tanto da mancare addirittura ai suoi doveri di papa. Non avendo io grandi fonti fuori dalla scuola per capire meglio la storia di questo papa, vorrei che desse un chiarimento su questo.
Grazie,
Gabriele


Risposta del sacerdote

Caro Gabriele,
1. Cristo ha promesso l’infallibilità al Papa quando insegna in materia di fede e di morale. Non ha promesso infallibilità alla sua vita privata e neanche al suo governo della Chiesa.
Pertanto non dobbiamo scandalizzarci se alcuni papi non siano stati del tutto esemplari nella loro condotta e abbiano commesso degli errori.
Tra questi, a detta degli storici, vi è anche Bonifacio VIII.

2. Ti riporto quando ho letto in un manuale di Storia della Chiesa su Bonifacio VIII:
“Che dire delle accuse contro Bonifacio? Alcune si contraddicono e si distruggono a vicenda. Altre sono assurde e grottesche.
Ma secondo scrittori recenti non tutto si può respingere, poiché:
a) dal 1297 s’alzarono replicati lamenti contro il papa da parte di cardinali e inquisitori che erano in buoni rapporti col papa stesso;
b) il card. Nicolò di S. Eusebio, confessore di Filippo IV, affermò con giuramento che alla notizia della canonizzazione di san Luigi, molti avevano espresso il desiderio «quod eiusmodi canonizatio fuisset facta ab alio papa, probo viro et catholico et bonae famae» (che quella canonizzazione fosse fatta da un altro Papa, uomo onesto e cattolico e di buona fama);
e) i 37 testimoni del postumo processo del 1310 vennero scelti bensì fra i nemici del papa!; ma non mancavano persone sedenti in alte dignità!, chierici e laici, fra i quali parecchi italiani. Che abbiano mentito tutti, malgrado il giuramento?
d) è sfavorevole a Bonifacio il contegno poco deciso dei suoi difensori al tempo del processo del 1310: respingono le accuse notandone le contraddizioni, ma senza esaminare i particolari, e invece di opporre fatti, s’arrestano sull’incompetenza degli accusatori;
e) anche la bolla Nuper dell’agosto 1303, nella quale Bonifacio si difende dalle accuse, è troppo generica;
f) la bolla Rex gloriae che sospende il processo, non contiene nemmeno una parola in difesa di Bonifacio… Ma forse questo silenzio si spiega con la condizione nella quale trovavasi il papa di fronte a Filippo.

Le accuse che hanno qualche fondamento, riguardano il carattere di Bonifacio» collerico, imperioso, senza temperanza e misura; e quel parlare soverchio in nome proprio, mentre Innocenzo III e Gregorio IX parlano a nome della Sede apostolica; e quel pronunciare spesso, anche contro amici, anche contro principi, «dura et aspera verba, verba fellita et virulenta» (parole dure e aspre, volgari ne violente). Bonifacio inoltre amò la sua famiglia «forse con poca prudenza», scrive Piero Balan, e profuse ai Gaetani «castra et alia plurima bona, possessiones, dominia» (castelli, e molti altri beni, possessioni e domini).
È invece priva di base, quantunque ripetuta da Dante, l’accusa di simonia nell’elezione e durante il governo.
Le accuse di materialismo, immoralità e incredulità non sono credute nemmeno da Ernesto Renan e dal Langlois” (Todisco, Storia della Chiesa, II, pp. 530-531).

3. Noi oggi ringraziamo Dio che il Papa non abbia più il dominio temporale e che i Papi posti a pascere il gregge siano uno più bravo e più santo dell’altro.

Ti ringrazio, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo