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Caro Padre Angelo,
vorrei sottoporLe dei quesiti riguardo l’obbligo per la S. messa sempre ringraziandoLa per il servizio che offre.
1) Il precetto si estende per qualsiasi fascia d’età? Anche agli adolescenti? Vorrei sapere se il precetto è indirizzato ad ogni battezzato cattolico o solo, non so, ai cattolici adulti o a quelli post-cresima. Mi viene il dubbio perché a me da adolescente a catechismo non è stato mai insegnato dell’obbligo della messa domenicale e festive, infatti l’ho scoperto tramite ricerche personali. Magari la trasformazione in peccato veniale negli adolescenti non avviene in tutti ma ho pensato che forse in coloro che sono adolescenti ma con una fede matura come quella degli adulti l’attenuante che rende veniale non valga.
2) La dispensa dall’obbligo della messa si può richiedere al sacerdote anche per motivi non seri come una vacanza o un’altra attività che si vorrebbe fare di domenica che non riguardi l’assistenza ai malati o altri motivazioni giustificabili?
3) Veramente se si partecipa alla messa serale del giorno prefestivo; il giorno dopo (domenica o festa che sia) non si ha il minimo rischio di commettere peccato grave non presentandosi alla messa? Ovviamente nel giorno festivo bisognerà comunque mantenere un comportamento ”consono” con opere e preghiere
La ringrazio per le risposte e Le chiedo di pregare affinché io riesca a incontrare Gesù la domenica il più possibile delle volte e soprattutto in modo degno

Caro Padre Angelo,
Le avevo già scritto un email simile della quale non ho potuto avere risposta forse per un mio problema tecnico.
Volevo porLe un quesito che ho posto a tanti altri inutilmente! Io sono adolescente e quest’anno avrò gli esami di terza media dopo i quali mi godrò l’estate.
Già so che spesso durante le domeniche estive che verranno mio padre mi proporrà di andare a fare alcune attività (visitare un luogo tutto il giorno,andare al mare o in bicicletta tutta la giornata ecc.), attività che non mi permetteranno di andare a messa non perché fisicamente impossibile ma perché so già che mi vergogneró nel chiedere a mio padre di sospendere per un’ora l’attività per andare a messa perché già so che risponderà: Siamo qui una sola giornata per visitare/fare il bagno/sciare… e tu vuoi andare a messa? E dai non fare il prete del medioevo (come se tutti coloro che volessero rispettare l’alleanza con Dio nelle sue norme volessero anche diventare Sacerdoti). Quando non siamo in vacanza a lui non importa se vado a messa o meno ma quando siamo in vacanza giudicherebbe questa mia richiesta quanto meno strana poiché lui è pienamente sull’onda della società odierna che non conosce e non vuole conoscere i valori cristiani e li reputa strani (come l’andare a messa tutte le domeniche anche se si è in vacanza). Quindi il mio problema è un po’ la vergogna del giudizio negativo, in effetti se non fossi credente reputerei bizzarra e anormale la richiesta di mio figlio di sospendere un’attiva sciistica piuttosto che balneare per trovare un punto di riferimento di culto cattolico e andare a messa. La società odierna tende a voler dividere le domeniche di vacanza da quelle non e infatti è raro trovare qualcuno che andando in vacanza di domenica si ricordi anche di rendere culto al Signore. Se in questi giorni di domenica non dovessi andare a messa per non so visitare una città con mio padre o andare a sciare con mio padre ecc. Peccherei di peccato mortale?
Sottolineo che, tra brontolii e sbuffi, alla fine riuscire ad andare in chiesa ma penso che oltre a questi sbuffi, che sempre ci sarebbero, in alcuni casi (come quelli dello scii o del mare per i quali è più difficile spostarsi ed andare in chiesa per poi tornare nel punto di vacanza, parlo sempre secondo la mentalità della società odierna ovviamente) non ci sarebbero solo leggeri brontoli ma penso che sarei ostile a mio padre tutto il giorno. La prima domanda glie l’ho fatta; ora passo alla seconda.
È vero in questi casi potrei usare la messa vespertina ma in cui casi in cui mi venisse proposta una vacanzina di Sabato e Domenica? E in cui casi nei quali scegliessi di partecipare ad una di quelle vacanze guidate organizzate dalle associazioni e cadesse si Sabato e domenica? Le tappe sarebbero preimpostate e non potrei dunque andare a messa. In questi casi di futilità (vacanza ecc.) potrei chiedere la dispensa al mio parroco?
So che esistono metodi organizzativi nella vita per fare l’uno e l’altro e da grande userò questi metodi ma ciò che le chiedo oltre alle domande sulla gravità della mancata messa in queste situazioni (più per vergogna che per altro perché alla fine riuscirei a partecipare suppongo nella maggior parte dei casi) è come relazionarmi con mio padre, madre, parenti, amici ecc. Non credenti che mi propongono un’attività vacanziera o non. Come convincerli al lasciar andare me alla messa e spiegargli il mio punto di vista nonostante la loro chiusura e la loro incredulità? Magari potrei una volta prendere mio padre da parte e fare una sorta di “contratto a vita, duraturo, valido in ogni occasione” un accordo in cui gli spiego la mia fede e senza chiedergli di capirla gli chiedo in queste occasioni di riservarmi un tempo per la messa, anche se temo che il confronto sarà troppo duro per la mia fragilità.
La ringrazio


Carissimo,
avevo ricevuto la tua predicente mail, ma essendo giunto a rispondere alle mail di settembre 2017 la tua nel frattempo è stata sepolta da altre.

1. Rispondo a tutte e due insieme.
Intanto mi meraviglio che a catechismo non ti siano stati insegnati i cinque precetti della Chiesa, il primo dei quali consiste proprio nel partecipare alla Messa nei giorni di domenica e delle feste di precetto.
Il catechismo della Chiesa Cattolica lo presenta così:
“Il primo precetto («Partecipa alla Messa la domenica e le altre feste comandate e rimani libero dalle occupazioni del lavoro») esige dai fedeli che santifichino il giorno in cui si ricorda la Risurrezione del Signore e le particolari festività liturgiche in onore dei misteri del Signore, della beata Vergine Maria e dei Santi, in primo luogo partecipando alla celebrazione eucaristica in cui si riunisce la Comunità cristiana, e che riposino da quei lavori e da quelle attività che potrebbero impedire una tale santificazione di questi giorni” (CCC 2042).

2. Obbliga da quando si inizia il cammino per fare la Comunione che si presuppone dall’acquisto dell’uso di ragione.
Il precetto di per sé è grave.
Giovanni Paolo II in Dies Domini (una lettera apostolica sulla domenica del 31 maggio 1998) scrive: “Questi decreti di Concili particolari sono sfociati in una consuetudine universale di carattere obbligante, come cosa del tutto ovvia…
Una tale legge è stata normalmente intesa come implicante un obbligo grave: è quanto insegna anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, e ben se ne comprende il motivo, se si considera la rilevanza che la domenica ha per la vita cristiana” (DD 47).
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che “coloro che deliberatamente non ottemperano a questo obbligo commettono un peccato grave” (CCC 2181).

3. Anche i ragazzi e gli adolescenti vi sono tenuti.
È chiaro che per loro vi possono essere delle attenuanti se i genitori non vanno a Messa e non li lasciano uscire di casa da soli.
Ciò significa che se hanno tralasciato di santificare la festa per pigrizia non possono fare la Santa Comunione senza essersi purificati e cioè confessati.

4. Qualora si prevede che la domenica i genitori condurranno i figli fuori città per fare una scampagnata bisognerebbe provvedere il sabato sera.
E se decidono di andare fuori il sabato e la domenica, togliendo così ogni occasione di santificare la festa, bisognerebbe che i figli facessero sentire le loro esigenze.
Come i genitori hanno il dovere di garantire ai figli di attendere ai loro impegni scolastici, così devono garantire ugualmente di compiere i propri “doveri” religiosi, rispettando le loro esigenze e la loro fede.
Ho messo doveri tra virgolette, ma si tratta di un’esigenza dell’anima, della necessità di nutrire e di saziare il proprio cuore di Dio, senza del quale ci si trova interiormente vuoti.

5. Ci si deve impuntare per vedere rispettare le proprie esigenze di vita spirituale?
Pier Giorgio Frassati si sarebbe impuntato. All’età di 14 anni aveva fatto il voto di fare la Santa Comunione tutti i giorni. Nessuno l’avrebbe distolto da questo proposito.
È con ragazzi di questa stoffa che si formano i Santi.
Da parte tua piuttosto accetta gli sbuffi di tuo padre.
La partecipazione alla Messa, la Santa Comunione, aver Dio nel cuore valgono infinitamente di più di questi sbuffi.

6. Certo è da valutare la situazione in cui ti trovi.
Se io fossi al tuo posto, in caso di autentica difficoltà andrei a chiedere al parroco di esaminare la cosa.
Se il parroco ti dice che puoi andare, vai.
Cercherai allora di supplire con la preghiera, con un certo raccoglimento, leggendo le letture della Messa per conto tuo.

7. Tuttavia, dal momento che cresci con l’età, devi far sì che nella vita della tua famiglia si prenda coscienza che i diritti dei figli vanno rispettati.
È dovere di tutti rispettare i diritti degli altri.
Se si trattasse di capricci, vada.
Ma se si tratta di cose importanti come nel caso della santificazione delle feste, è necessario farsi valere.
Secondo me è arrivato il tempo in cui devi affrontare con delicatezza e con rispetto il discorso con tuo padre e dirgli seriamente che su questo punto non vuoi transigere.
Devi dirgli che per te la cosa è importante anche se per lui è insignificante.
Digli pure che ti dispiace molto che non lui vada a Messa, che non nutra la sua anima di Dio, che si privi volontariamente di tante grazie, perché quel “settimo giorno Dio l’ha benedetto e consacrato” (Gn 2,1).
Ripetigli anche quanto affermava Giovanni Paolo II che “non si deve aver paura di dare il proprio tempo a Cristo perché viene restituito sempre e carico di benedizioni”.

Ti auguro di crescere sempre più nella tua fede e nella tua comunione con Dio.
Con il tuo comportamento sei lampada all’interno della tua famiglia. Continua così.
Ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo