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Quesito
Caro Padre Angelo,
Vorrei porle una domanda.
Vorrei sapere se esiste qualche caso in cui la Chiesa tollera l’uso di contraccettivi. Ho sentito alcuni Sacerdoti dire che, in particolari casi, essa è da tollerare come male minore. Nel caso, per esempio, che una mancata contraccezione può turbare l’armonia di coppia, oppure se esiste una malattia trasmissibile, oppure come mezzo per evitare l’aborto procurato.
Grazie
Pasquale T.
Risposta del sacerdote
Caro Pasquale,
1. Giovanni Paolo II ha detto che nella contraccezione “gli sposi si attribuiscano un potere che appartiene solo a Dio: il potere di decidere in ultima istanza la venuta all’esistenza di una persona umana.
Si attribuiscono la qualifica di essere non i co-operatori del potere creativo di Dio, ma i depositari ultimi della sorgente della vita umana.
In questa prospettiva la contraccezione è da giudicare oggettivamente così profondamente illecita da non potere mai, per nessuna ragione, essere giustificata.
Pensare o dire il contrario, equivale a ritenere che nella vita umana si possano dare situazioni nelle quali sia lecito non riconoscere Dio come Dio” (17.9.1983).
Sottolineo le espressioni usate dal Papa sulla contraccezione. Dice che
– è da giudicare oggettivamente così profondamente illecita
– da non potere mai,
– per nessuna ragione, essere giustificata.
2. Nell’enciclica Veritatis splendor Giovanni Paolo II afferma che “i precetti morali negativi, cioè quelli che proibiscono alcuni atti o comportamenti concreti come intrinsecamente cattivi, non ammettono alcuna legittima eccezione; essi non lasciano alcuno spazio moralmente accettabile per la “creatività” di una qualche determinazione contraria. Una volta riconosciuta in concreto la specie di un’azione proibita da una regola universale, il solo atto moralmente buono è quello di obbedire alla legge morale e di astenersi dall’azione che essa proibisce” (VS 67).
Penso che sia opportuno ricordare la distinzione tra precetti morali positivi e precetti morali negativi.
I primi comandano di fare un’azione buona, ad esempio pregare, fare l’elemosina, tributare rispetto alle persone.
I secondi invece proibiscono di fare un’azione cattiva.
Ebbene i precetti morali positivi obbligano sempre, ma non in ogni momento (semper, sed non ad semper).
I precetti morali negativi invece obbligano sempre e in ogni caso (semper et ad semper).
3. Il medesimo Papa ha detto anche che “l’insegnamento (sulla contraccezione) è stato espresso vigorosamente dal Vaticano II, dall’enciclica Humanae vitae, dalla esortazione apostolica Familiaris consortio e dalla recente istruzione Donum vitae.
Emerge a tale proposito una grave responsabilità: coloro che si pongono in aperto contrasto con la legge di Dio, autenticamente insegnata dal magistero della Chiesa, guidano gli sposi su una strada sbagliata.
Quanto è insegnato dalla Chiesa sulla contraccezione non appartiene a materia liberamente disputabile tra i teologi.
Insegnare il contrario equivale a indurre nell’errore la coscienza morale degli sposi” (5.5.1987).
4. Circa la tolleranza del male minore per evitare aborti, ecc… Paolo VI nell’enciclica Humanae vitae ha ricordato che “se è lecito talvolta tollerare un minor male morale al fine di evitare un male maggiore o di promuovere un bene più grande, non è lecito, neppure per ragioni gravissime, fare il male affinché ne venga il bene, cioè fare oggetto di un atto positivo di volontà ciò che è intrinsecamente disordine e quindi indegno della persona umana, anche se nell’intento di salvaguardare o promuovere beni individuali, familiari o sociali” (HV 14).
Sempre sul piano dottrinale la Chiesa dice che il dilemma “non c’è via di scampo: o contraccezione o aborto, nascite di bambini malformati…”, non si sostiene. Infatti tra l’una e l’altra scelta, se ne può dare una terza, che suona così: si ricorra ai ritmi naturali di fertilità e di infertilità.
5. Come vedi, il pensiero della Chiesa è chiaro, molto chiaro.
Ma un giudizio così fermo sul piano dottrinale non equivale a dire che in confessionale la Chiesa nega l’assoluzione a chi fa contraccezione.
Paolo VI in Humanae vitae ha scritto: “Non sminuire in nulla la salutare dottrina di Cristo è eminente forma di carità verso le anime.
Ma ciò deve sempre accompagnarsi con la pazienza e la bontà di cui il Signore stesso ha dato l’esempio nel trattare con gli uomini. Venuto non per giudicare ma per salvare, Egli fu certo intransigente con il male, ma misericordioso verso le persone (HV 29)”
6. Può darsi che i sacerdoti da voi sentiti volessero dire che la contraccezione è un male e che pertanto ci si deve confessare. Ma che la chiesa, comprendendo la situazione, non nega l’assoluzione.
Se invece avessero detto che non ci si deve confessare perché in questo caso ciò che è male diventa bene, allora sono andati fuori strada.
Ti ringrazio del quesito, ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo