Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Caro Padre,
Le scrivo per esporLe un piccolo grande problema. Io sono credente, pochissimo praticante, ho tre figli stupendi, ed io e mia moglie siamo innamoratissimi. Lei è praticante al 100%. Il quesito che volevo EsporLe è il seguente: I rapporti intimi che riesco ad avere con mia moglie, non sono sufficienti ad appagarmi. Devo dire che quando ci sono, sono veramente entusiasmanti, ed entrambi rimaniamo soddisfatti completamente. Solo che la frequenza con la quale avvengono, è, per me solamente, insufficiente. Per evitare gli incontri, adduce motivi di stanchezza, presenza di figli, ecc,ecc. Devo precisare che oltre a fare la casalinga, è funzionario statale, e che quindi la stanchezza alcune volte ci può anche stare. Le dico che non soffre né di frigidità, né di altro, a lei piace, ma ripeto il tempo che lei "mi dedica", è davvero poco. Domanda: siccome è davvero credente, potrei ovviamente senza minacciarla, ricordarle che il debito coniugale dovrebbe essere pagato? E che rifiutandosi commette, anche se lieve, un peccato? (lei non sa che è obbligatorio), oppure lasciamo stare le cose così come sono? Sono sposato felicemente da anni (non vorrei rovinare tutto), ma alcune volte non riesco a sopportare a lungo l’astinenza (ne soffro solo interiormente). Ci tengo, Padre, comunque a rassicurarLa che in me non si insidia nessuna voglia e nessun pensiero, che possa ledere la nobiltà del Matrimonio, o altre azioni, (per intenderci non faccio né pensieri, né azioni sconce e peccaminose) per rendere meno pesante l’attesa. Sostanzialmente aspetto sempre lei.
Cordiali saluti.
Complimenti per i saggi suggerimenti e la pazienza con la quale svolge la Sua missione.
Grazie, noi peccatori abbiamo bisogno di persone come Lei.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. esiste il debito coniugale se viene chiesto “rationabiliter”.
“Rationabiliter” significa che deve tener conto della situazione della persona, del suo stato fisico, psicologico e morale, oltre che della legge di Dio.
Come tu stesso hai sottolineato, il lavoro di tua moglie è il lavoro di due persone. Posso capire quanto sia massacrante.
Certo se tu la vedessi perdere tempo al telefono o davanti al televisore, sarebbe un altro paio di maniche. Ma non mi pare che sia così.
Sicché non vedo come tu possa invocare un’inadempienza o addirittura un peccato, sia pure veniale.
2. Mi dici che in te non vi sono secondi fini, e cioè sete di libidine. Vorresti semplicemente più attenzione, più tempo dedicato a te.
Non è sbagliato attendersi questo. Ma in tua moglie hai davanti a te un bell’esempio di abnegazione di sé di cui poter essere fiero.
Non dobbiamo dimenticare che nella vita e nel matrimonio in particolare siamo chiamati a dare sempre, fino a dimenticare noi stessi. Tua moglie sta facendo così. Fa anche tu lo stesso.
3. Mi dici che sei credente, ma poco praticante.
Io ti esorterei ad essere anche praticante, soprattutto a vivere in grazia, perché allora ti accorgeresti che Dio sazia.
La sua parola, soprattutto la sua presenza e i suoi sentimenti dentro il nostro cuore sono perfettamente saziativi.
Chissà che in questa stanchezza eccessiva della moglie non si nasconda anche una chiamata del Signore a intensificare il tuo rapporto con Lui soprattutto nella preghiera e nella partecipazione ai sacramenti (confessione ed Eucaristia)?
Forse senza dirtelo, tua moglie ti sta dimostrando che c’è dell’altro che sazia ancor più in profondità. Ed è ciò che innanzitutto sazia lei.
4. Insisterei ancora sul fatto che ti dichiari “pochissimo praticante”.
I tuoi figli hanno bisogno che tu sia ricco di Dio, della sua parola, dei suoi insegnamenti e dei suoi sentimenti.
Hanno bisogno della tua partecipazione alla S. Messa, che libera la nostra vita e le nostre famiglie da molti mali, come diceva San Gregorio Magno.
I tuoi figli hanno bisogno delle tue Sante Comunioni, che sono così ricche di meriti e di servizi resi dal Signore.
San Tommaso ricorda che l’Eucaristia è l’unico sacramento che non giova solo a chi lo riceve, ma anche agli altri, dal momento che Gesù ha detto: “E il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51).
5. Infine ti pongo una domanda: che guadagno ricavi ad essere pochissimo praticante?
Nessuno, ma proprio nessuno!
Anzi, perdi molto, troppo. Lo perdi per te stesso e per i tuoi che invece ne hanno bisogno per il momento presente e per il loro futuro!
Come sarei desideroso che tu facessi l’esperienza di quanto diceva Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura di dare il vostro tempo a Cristo. Lo restituisce sempre e carico di benedizioni”.
Sono convinto che se tua moglie ti vedesse più praticante, più desideroso di donare Dio e la sua grazia ai vostri carissimi figli, ti amerebbe ancora di più. Scoprirebbe un’ulteriore ricchezza dentro il tuo cuore di sposo e di padre.
Assicuro il mio cordiale ricordo nella preghiera e nella S. Messa per te e per la tua bella famiglia. Che il Signore vi conservi e vi custodisca!
Ti benedico e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo