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Quesito

Caro padre Angelo,
vorrei chiederle quando, da chi e – soprattutto – in base a cosa è stata affermata l’infallibilità del Magistero ecclesiastico riunito in Concilio ecumenico.
La ringrazio molto per ciò che fa nel suo sito.


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. dobbiamo anzitutto riconoscere che Gesù Cristo ha istituito gli Apostoli come gruppo stabile o collegio, come si evince da Marco 3,13-16: “Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demoni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro,…”.
Al collegio apostolico successe il collegio dei vescovi unito con Pietro.

2. Ne segue pertanto che come non si può parlare di collegio degli Apostoli a prescindere da Pietro, così non si può parlare di collegio dei vescovi, successori degli apostoli, a prescindere dal Papa, successore di Pietro.
Cristo infatti ha affidato a Pietro un compito e un potere singolare dicendogli: “A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16,19).

3. Quando i vescovi sono riuniti tutti insieme con Pietro si ha il Concilio ecumenico e al Concilio ecumenico si applica quanto ha detto Cristo a tutti gli Apostoli insieme con Pietro: “In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo” (Mt 18,18).
Ciò che precedentemente Gesù Cristo aveva garantito a Pietro, adesso, senza togliere a Pietro ciò che gli aveva comunicato, lo estende al collegio apostolico.

4. In segno di questo quando gli Apostoli si radunarono nel primo Concilio, detto di Gerusalemme, conclusero la loro sentenza dicendo: “È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi” (At 15,28).
 Gli Apostoli erano consapevoli di non aver agito da soli ma con quell’assistenza che Gesù Cristo aveva loro garantito quando inviandoli ad ammaestrare tutte le genti aveva detto: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).

5. Gesù garantisce l’inerranza agli apostoli non solo con quanto riferito in Mt 18,18 ma anche quando chiede ai fedeli l’obbedienza all’insegnamento degli Apostoli dicendo: “Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato” (Lc 10,16).
Sicché chi obbedisce all’insegnamento di un Concilio, non obbedisce semplicemente ai vescovi uniti con Pietro, ma obbedisce a Cristo e infine al Padre che lo ha mandato.

6. A questo proposito torna utile ricordare la sequenza di affermazioni che si leggono nel Catechismo della Chiesa Cattolica: “Per mantenere la Chiesa nella purezza della fede trasmessa dagli Apostoli, Cristo, che è la Verità, ha voluto rendere la sua Chiesa partecipe della propria infallibilità. Mediante il “senso soprannaturale della fede”, il Popolo di Dio “aderisce indefettibilmente alla fede”, sotto la guida del Magistero vivente della Chiesa” (CCC 889).

7. “Di questa infallibilità̀ il romano Pontefice, capo del collegio dei vescovi, fruisce in virtù̀ del suo ufficio, quando, quale supremo pastore e dottore di tutti i fedeli, che conferma nella fede i suoi fratelli, proclama con un atto definitivo una dottrina riguardante la fede o la morale” (CCC 891).

8. Infine: “L’infallibilità promessa alla Chiesa risiede pure nel corpo episcopale, quando questi esercita il supremo Magistero col successore di Pietro” soprattutto in un Concilio Ecumenico” (CCC 891).
Il Concilio ecumenico infatti esprime la varietà e l’universalità del popolo di Dio raccolto sotto un solo capo.
Ecco dunque in base a che cosa il Concilio ecumenico esprime infallibilmente la dottrina della chiesa.

Con l’augurio di ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo