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Quesito
Buon giorno Padre,
sono un giovane Sposato da qualche mese, e nella mia parrocchia mi occupo dei chierichetti, e di curare la liturgia. La nostra è una parrocchia inserita in un contesto di comunità pastorale, con altre quattro parrocchie all’interno di una grande Arcidiocesi del Nord Italia.
Il parroco è unico ma è aiutato da altri sacerdoti. Ora uno di questi, a mio modesto parere mi sembra che, oltre ad avere idee piuttosto eterodosse per un sacerdote, stia attuando degli abusi liturgici abbastanza rilevanti, tanto che la nostra Messa domenicale si sta lentamente trasformando in una Santa Cena protestante. Oggi mi sembra abbia passato il segno. Durante la consacrazione ha chiamato sull’altare tutti i bambini presenti, e va beh a me non piace molto, però non è cosi grave ma quando durante la dossosologia finale ha fatto alzare le specie consacrate dai bambini, mi sembra abbia esagerato.
Volevo sapere ma perchè non c’è più amore per la tradizione, sembra che dopo il concilio la Chiesa sia un’altra, che fino ad allora i miei nonni, e tutti gli altri abbiano pregato un altro Dio,…! Perchè i pastori a volte sono distratti e presi da altri problemi?
La Liturgia secondo me, è il momento più alto in cui si vive con tutta la Chiesa di oggi, di ieri e di domani il mistero di Cristo, ma quando vedo queste cose mi innervosisco e non riesco a vivere con Amore quel momento Santo. Cosa devo fare per riuscire a capire che comunque nonostante tutti gli abusi, in quel momento il sacerdote è Gesù e non farmi prendere dall’ "odio".
Mi scuso per la lunghezza ma credo che un riordino della liturgia serio, sia un compito che i pastori devono iniziare, oppure il gregge cerca altre strade.
Grazie arrivederci.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. Intanto mi compiaccio del servizio che rendi alla Chiesa, ai fedeli e a Dio.
Quando una celebrazione è ben fatta, anche con la partecipazione devota e ordinata dei chierichetti, aiuta ad elevare l’anima e lascia una certa contentezza interiore.
2. È quello invece che non succede quando ci si lascia andare all’arbitrio personale.
Alcuni sacerdoti pensano erroneamente che siano le novità o le bizzarrie ad aiutare la gente ad elevarsi. Queste tutt’al più servono a distrarre.
Ciò che eleva è la devozione con cui il sacerdote celebra.
Anzi il Messale Romano dice che il sacerdote deve celebrare in modo tale che la gente senta in lui un vero riflesso di Gesù, che è il celebrante principale, in modo che i cuori di tutti si rivolgano facilmente al Signore.
3. Non si tratta principalmente di amore per la tradizione, ma di amore per Nostro Signore, di compenetrazione in quello che si sta facendo. È Cristo che perpetua sull’altare il sacrifico della sua passione e morte.
Lo mette poi nelle nostre mani perché sia il nostro prezzo davanti a Dio e in virtù di quel sacrificio Dio ci usi misericordia in tutte le nostre necessità.
4. Non nego che talvolta si possa ricevere la brutta impressione che la Religione sia cambiata.
Ma questo non è stato certo l’intendimento del Concilio e della necessaria Riforma liturgica.
Purtroppo alcuni hanno voluto, e forse ancora vogliono, far passare per Concilio quello che il Concilio non ha inteso fare.
Penso al beato Papa Giovanni XXIII che canonizzando il 6 maggio 1962 un umile fratello converso domenicano (San Martin de Porres) disse che in quella canonizzazione si racchiudeva tutto il significato del Concilio che di lì a qualche mese si sarebbe inaugurato.
Giovanni Paolo I nel suo breve pontificato ricordò che Giovanni XXIII volle il Concilio perché nella Chiesa vi fosse un nuovo balzo in avanti verso la santità.
5. Prega molto per la Chiesa.
Prega anche per i sacerdoti, perché siano sempre degni ministri dell’altare.
Ti benedico di cuore a pochi mesi dalle tue nozze e ti ricordo volentieri nella preghiera.
Padre Angelo