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Quesito
Buonasera,
volevo chiedervi per curiosità quale fosse il percorso per diventare Frate Domenicano.
Grazie
Livio
Risposta del sacerdote
Caro Livio,
il percorso per diventare domenicano si esprime in due momenti.
1. Il primo, che forse nella tua domanda è dato per scontato, consiste nell’avere la vocazione a consacrarsi al Signore e nel seguirLo secondo un determinato approccio.
2. La vocazione è simile all’innamoramento. Ma è un innamoramento che si prova per il Signore e per la sua causa.
Usando questa parola, desidero sottolineare che al fondamento di ogni vocazione c’è l’amore per il Signore.
I teologi ci dicono che questo innamoramento è frutto di un fuoco – di origine divina – che Dio stesso accende dentro il cuore dell’uomo e per mezzo di questo fuoco lo attrae a Sé in maniera particolare.
È lo stesso fuoco che il Signore ha acceso un giorno nel cuore degli apostoli quando li ha chiamati a Sé perché stessero con Lui.
Si è trattato di un fuoco così dolce e così piacevole che essi subito, abbandonando tutto, decisero di stare con Lui.
Per questo il primo segno di un’autentica vocazione è la gioia che un giovane prova quando vede se stesso in compagnia di Gesù e al suo seguito.
3. La vocazione naturale che ogni uomo e ogni donna prova per il matrimonio a questo punto viene come d’incanto superata da qualcosa che porta direttamente al senso ultimo del matrimonio: lo stare uniti al Signore senza distrazioni (1 Cor 7,35), vero e definitivo Sposo di ogni uomo, ed essere santi nel corpo e nello spirito (1 Cor 7,34) al fine di esercitare una paternità ed una maternità nell’ordine della grazia e per la salvezza di una moltitudine di figli.
4. Se questo va bene per qualsiasi consacrato, chi vuole essere domenicano deve esaminare un’altra realtà prima di iniziare il suo percorso: se il Signore lo chiami ad essere come Lui, assetato di illuminare gli uomini e di portare nei loro cuori la grazia, che è l’inizio del Paradiso.
Non si tratta di annunciare una verità o una parola qualunque, ma di comunicare una Parola, anzi di comunicare una Persona, Gesù Cristo, che purifica, libera, illumina e accende in chi l’ascolta lo stesso fuoco divino che c’è nel cuore di chi parla.
San Domenico desiderava liberare gli uomini dai lacci del peccato e del maligno. Lo si udiva pregare con gemiti mentre diceva: “Dio mio, misericordia mia, che ne sarà dei peccatori?”
Nello stesso tempo era ansioso di portare il paradiso, la comunione con Dio e la comunione soprannaturale col prossimo, dentro il cuore di ogni uomo.
5. Queste dunque sono le due premesse che si devono trovare, almeno in germe, in chi desidera fare un percorso per diventare domenicano.
L’itinerario della formazione iniziale mira a svilupparle e a farle divampare.
Secondo il Padre Lacordaire, questo è quello che chiedeva San Domenico al vescovo di Cracovia che gli domandava frati per evangelizzare la Polonia: “Datemi degli uomini e io ve li trasformerò in apostoli”.
Due giovani risposero a questo appello e San Domenico in un anno accese in loro un fuoco così ardente per Gesù Cristo che li rese eloquenti.
6. La vita domenicana consiste poi in diversi elementi: cioè la vita comune, la professione dei voti, la celebrazione solenne della Liturgia delle ore, lo studio, le osservanze regolari (abito, silenzio, luoghi riservati ai religiosi).
Ma tutti questi elementi, certamente importanti e ineliminabili, sono ancora nell’ordine dei mezzi.
Tutto deve servire a questo: che il domenicano sia sempre perfettamente attrezzato in ordine al ministero per cui è stato chiamato.
7. Fatte queste premesse, le tappe dell’itinerario che un giovane affronta per diventare domenicano sono le seguenti:
– discernimento della vocazione. Questo discernimento viene fatto attraverso colloqui con un domenicano che si prenda a cuore la vocazione del giovane e anche con brevi esperienze di vita conventuale.
– il prenoviziato, molto elastico nella sua durata e nella sua forma. Serve a verificare in concreto se uno sia adatto alla vita domenicana. È come un pre-assaggio. Anche questo è indispensabile.
I colloqui sono importanti e ugualmente importanti sono i brevi contatti con l’Ordine. Ma il prenoviziato è ordinato a far capire al candidato e all’Ordine se concretamente, e non nelle velleità, c’è stoffa.
– il noviziato, della durata di un anno, è ordinato a introdurre nella vita domenicana, a capire come si risponde ad una vocazione divina, a dare testimonianza a se stessi e all’Ordine della propria attitudine a vivere nella via segnata da San Domenico.
All’inizio del noviziato avviene la vestizione dell’abito domenicano.
L’abito domenicano consiste in una tunica bianca, cinta ai fianchi da una cintura dalla quale pende il Santo Rosario. È interessante questo particolare: uno strumento di preghiera fa parte del nostro vestito e sta ad indicare che il domenicano è anzitutto un uomo di preghiera.
Sopra la tunica si stende lo scapolare di colore bianco, segno della materna protezione di Maria in vita e in morte, ed esso a suo volta, nella parte superiore, ha un cappuccio, ugualmente bianco.
L’abito intero del domenicano consta anche di una cappa o mantello nero, aperto sul dorso, che avvolge il vestito bianco e di un cappuccio ugualmente nero.
– Il noviziato termina con l’emissione dei voti di povertà, castità e obbedienza, chiamata anche professione religiosa. La professione definitiva (detta anche solenne) è sempre preceduta dalla professione temporanea, della durata di almeno tre anni (ma non più di sei).
– Nel tempo che segue il noviziato, detto anche studentato, i giovani domenicani si applicano principalmente allo studio delle discipline filosofiche e teologiche.
Lo studio della filosofia è della durata di tre anni.
E di tre anni è anche la durata degli studi di teologia.
Questo sessennio di studio è coronato dalla ordinazione sacerdotale, che viene seguita ancora da almeno due anni di studio che hanno lo scopo di dare al neo sacerdote un ulteriore approfondimento negli studi a seconda delle attitudini personali e delle necessità della Chiesa.
In non pochi casi, questo biennio è seguito da un ulteriore biennio, soprattutto se il soggetto sarà destinato all’insegnamento delle discipline filosofiche e teologiche.
– Già nello studentato, il giovane domenicano viene introdotto gradualmente nell’apostolato, che diventa più intenso a partire dall’ordinazione sacerdotale.
– Pertanto, a parte il pre-noviziato, sono sette gli anni che precedono l’ordinazione sacerdotale.
Ma gli anni di studio per il domenicano sono di più, almeno altri due o quattro.
A questo punto l’itinerario formativo iniziale si considera concluso.
8. Quello che colpisce di più, forse a tutta prima, sono gli anni di studio.
Ma va subito aggiunto: questi, sì, sono necessari, ma è ancor più necessario che il domenicano si riempia sempre più di Dio, viva all’unisono i misteri di Cristo nella propria vita, e a somiglianza del suo padre San Domenico non faccia altro che parlare con Dio o di Dio.
Il domenicano è essenzialmente un apostolo. È dotto, sì, ma è dotto per essere un apostolo più agguerrito.
9. Pier Giorgio Frassati, che era terziario domenicano, scrivendo ad un amico, dice: “Sono contentissimo che tu voglia far parte della grande famiglia di San Domenico, dove come dice Dante, «ben s’impingua se non si vaneggia»”.
Con quest’espressione Dante voleva dire che nell’ordine domenicano si fanno grandi progressi nella via di Dio se si rimane in umiltà.
Ebbene, parafrasando questa bella affermazione del beato Per Giorgio Frassati, io ti dico: “Sarei contentissimo se anche tu volessi far parte della grande famiglia di San Domenico, dove come dice Dante, «ben s’impingua se non si vaneggia»”.
La Chiesa e gli uomini ti attendono.
Anche san Domenico ti attende per fare di te quello che fece in quei due giovani di Cracovia quando accese in loro una passione così ardente per nostro Signore che li rese apostoli.
Ti ringrazio della domanda.
So per certo che corrisponde al desiderio di molti dei nostri visitatori, a molti dei quali finora ho risposto in privato.
Ti prometto un particolare ricordo al Signore e al Santo Padre Domenico.
Intanto ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo