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Quesito

Caro Padre Angelo,
volevo chiederle se è presente nella dottrina della Chiesa, o in rivelazioni private approvate dalla Chiesa, una particolare preghiera, novena, o altra pratica di pietà, con la quale assicurare il Paradiso ad una persona. Sono a conoscenza della promessa di Gesù a santa Faustina, riguardo al fatto che se si recita la coroncina della Divina Misericordia accanto ad un agonizzante, Gesù non si presenta come giusto giudice, ma come salvatore. Ma questo, da quanto ho capito, vale solo per una persona agonizzante, quindi per una persona che sta per morire.
Mentre vorrei sapere se esiste una particolare pratica di pietà per assicurare il Paradiso anche ad un giovane che scoppia di salute, ma che magari è completamente lontano da Dio e dalla fede.
La ringrazio per questa e per tutte le altre risposte, così preziose in questo momento storico nel quale la "dittatura del relativismo" sembra aver preso il sopravvento, nonostante abbiamo il Magistero e le sacre scritture, fonti infallibili di verità, ma purtroppo messe in discussione anche da alcuni cristiani praticanti e sacerdoti.
Quindi ringrazio lei, e ringrazio la Madonna e nostro Signore Gesù Cristo, che anche nelle rivelazioni private (nonostante non sia obbligatorio credere alle stesse), ci riportano all’infallibilità del Magistero e della Sacra Scrittura, e ci invitano a mettere in pratica gli insegnamenti in essi contenuti, come lampada per i nostri passi. Sia lodato Gesù Cristo.
Andrea


Risposta del sacerdote

Caro Andrea,
1. nella Sacra Scrittura non vi è nulla che lasci pensare ad una pratica particolare per mettere al sicuro la salvezza eterna di una determinata persona.
Nelle rivelazioni private, che io sappia, neanche.

2. Nelle rivelazioni private esistono promesse per il soggetto che compie determinate pratiche.
Tra queste, ad esempio, vi è quella relativa ai primi nove venerdì del mese: “Non morirà in mia disgrazia” o anche alla recita del Santo Rosario: “Chiunque reciterà devotamente il S. Rosario, con la meditazione dei Misteri, si convertirà se peccatore, crescerà in grazia se giusto e sarà fatto degno della vita eterna” e “I devoti del mio Rosario nell’ora della morte, non moriranno senza Sacramenti”.

3. Il motivo è chiaro: non c’è niente di tanto personale quanto la conversione e la volontà di tornare a Dio, di vivere in comunione con Lui.

4. Le nostre preghiere possono aiutare gli altri in questo cammino di conversione e per questo nella Sacra Scrittura si legge: “Molto potente è la preghiera fervorosa del giusto” (Gc 5,16), ma non possono sostituirlo.

5. Ma al di là delle pratiche di pietà che sono sempre utili a tutto, abbiamo la Santa Messa.
Il Santo Curato d’Ars diceva: “Quando Nostro Signore è sull’altare durante la santa Messa, appena lo si prega per i peccatori, egli lancia verso di essi dei raggi di luce per scoprire bene le loro miserie e convertirli” (Cf. C. Journet, La Messe, p. 177;  F. Trochu,  Il Curato d’Ars, p. 637).

6. Nella Santa Comunione abbiamo Gesù che viene nel nostro cuore con le mani piene di grazie di ogni genere come ha detto Nostro Signore a Santa Faustina Kowalska: “Sappi, figlia Mia, che quando nella santa Comunione vengo in un cuore umano, ho le mani piene di grazie di ogni genere e desidero donarle all’anima” (19.11.1937).
Tra quelle “grazie di ogni genere” c’è anche quella della salvezza di qualche persona per la quale preghiamo insistentemente.

7. San Tommaso commentando le parole di Gesù: “e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51) ricorda che quello dell’Eucaristia è l’unico sacramento che non  giova solo a chi vi partecipa direttamente, ma a tutti.
Ecco le sue precise parole:
“Inoltre si deve notare che l’efficacia in questo sacramento ha una estensione diversa dagli altri sacramenti; poiché gli altri sacramenti hanno effetti limitati ai singoli soggetti. Nel battesimo, per es., riceve la grazia solo chi viene battezzato. Invece nella celebrazione di questo sacramento l’effetto è universale; poiché esso si estende non solo al sacerdote che celebra, ma anche a quelli per i quali egli prega e a tutta la Chiesa, sia a quella dei vivi, come a quella dei morti.
La ragione sta nel fatto che in questo sacramento è presente la stessa causa universale di tutti i sacramenti, cioè Cristo” (Commento al Vangelo di san Giovanni, Gv 6,1, n. 964).
E aggiunge che sebbene la Santa Comunione non produca ex opere operato un’efficacia universale, perché non è il sacrificio, ma solo comunione,  tuttavia (…) nell’intenzione di chi si comunica e riceve il sacramento quell’atto può essere partecipato a tutti quelli cui si estende tale intenzione” (Ib.).

8. Efficacia analoga hanno il Santo Rosario recitato per la conversione e per la salvezza eterna di una determinata persona, novene, pellegrinaggi, elemosine e pratiche varie.

Ti saluto, ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo