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Quesito
Salve, volevo chiederle qualche informazione sulla Didachè.
Ho iniziato a leggere quest’opera, ho letto anche che è stata scritta contemporaneamente ai Vangeli.
Per quale motivo non è stata inserita tra gli scritti del nuovo testamento?
Grazie.
Una preghiera per lei.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. la Didaké, chiamato anche “Dottrina dei dodici Apostoli” (probabilmente quest’ultimo è il titolo originario), è uno scritto della seconda metà del primo secolo (dal 70 al 90).
L’autore non rivela il suo nome.
2. Audet è dell’opinione che la Didaké e i tre Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) siano contemporanei e che la Didaké sia stata composta tra il 50 e il 70 nella Siria orientale, e probabilmente a Pella.
La Didaké è il documento più importante del periodo immediatamente successivo agli apostoli. Godeva di una tale considerazione e di un tale rispetto che molti la ponevano alla pari degli altri scritti del Nuovo Testamento.
Per questo Eusebio di Cesarea e Atanasio (IV secolo) ritennero necessario affermare che la Didaké non è un libro canonico, ispirato.
Pertanto non è stata ritenuta tra i libri ispirati perché la Tradizione confermata dal Magistero non l’ha considerata tale.
3. Nei primi cinque secoli fu tale la sua importanza che veniva letta e citata come opera apostolica.
Gli antichi Padri ne facevano spesso riferimento essendo il suo contenuto profondamente cristiano.
A partire dal quinto secolo la Didaké viene citata sempre meno, fino all’oblio più completo.
Una pergamena dell’undicesimo secolo del patriarcato di Costantinopoli che ne riporta il testo fu scoperta nel 1883 dal metropolita greco di Nicomedia, Filoteo Breynnios. Da allora l’interesse degli eruditi si risvegliò.
4. Lo scritto si divide in due parti suddivise in 16 capitoli.
La prima parte dà istruzioni liturgiche, la seconda ordinanze disciplinari.
5. Ad esempio per il Battesimo dice: “Quanto al battesimo, battezzate in questo modo: dopo di aver premesso tutte queste cose, battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, nell’acqua corrente. Se non hai acqua corrente, battezza con altra acqua; se non puoi con la fredda, battezza con la calda. Se non ne hai abbastanza, né dell’una né dell’altra, versa tre volte dell’acqua sul capo in nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (7,1-3).
Da qui si evince che il Battesimo si faceva in acqua corrente.
Ma in sua assenza si poteva versare per tre volte l’acqua sul capo. Questa è la prima testimonianza del battesimo per infusione.
6. Al cap 7,4 si legge che il candidato e il ministro del battesimo erano invitati entrambi a digiunare prima dell’amministrazione del sacramento.
7. Per la preghiera era stabilito che il Padre Nostro fosse recitato da tutti i fedeli tre volte al giorno.
8. Per l’Eucaristia troviamo le più antiche preghiere eucaristiche:
“Quanto all’eucaristia, rendete grazie così. Anzitutto per il calice: Ti rendiamo grazie, Padre nostro, per la santa vite di David tuo servo, che a noi rivelasti per mezzo di Gesù tuo servo. Gloria a te nei secoli!
E poi per il pane spezzato: Ti rendiamo grazie, o Padre nostro, per la vita e per la conoscenza, che a noi rivelasti per mezzo di Gesù tuo servo. Gloria a te nei secoli!
Come questo pane spezzato era prima sparso qua e là su per i colli e, raccolto, divenne uno, così anche la tua Chiesa sia radunata dai confini della terra nel tuo regno.
Poiché tua è la gloria e la potenza, per Gesù Cristo nei secoli!
Nessuno mangi né beva della vostra eucaristia, se non i battezzati nel nome del Signore, poiché per questo il Signore ha detto: «Non date ciò che è santo ai cani».
9. La funzione eucaristica ordinaria della domenica è descritta nel capitolo 14:
“Nel giorno del Signore, riuniti, spezzate il pane e rendete le grazie, dopo che avrete confessato i vostri peccati, affinché il vostro sacrificio sia puro. Chiunque ha qualche lite con il suo compagno, non si riunisca a voi prima che si siano riconciliati, affinché non sia profanato il vostro sacrificio: così infatti ha detto il Signore: «In ogni luogo e in ogni tempo mi sia offerto un sacrificio mondo; poiché io sono un gran re, dice il Signore, e il nome mio è ammirevole tra le genti».
Come si vede, l’Eucaristia fin dal principio è intesa come un sacrificio: “affinché non sia profanato il vostro sacrificio” e “In ogni luogo e in ogni tempo mi sia offerto un sacrificio mondo”.
10. Non minore interesse è riservato alla confessione.
La Didaké insiste sulla confessione liturgica dei peccati, alla maniera del nostro Confiteor (“Confesso a Dio onnipotente…”). “Vi si legge: Nell’assemblea farai l’exomologesi dei tuoi peccati e non ti recherai alla preghiera con cattiva coscienza”.
Sono contento di aver potuto dire qualche cosa su questo prezioso documento.
Te ne ringrazio, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo