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Quesito

Caro Padre Angelo,
siamo una giovane coppia cristiana e il Signore ha benedetto la nostra unione con un bimbo meraviglioso.
 Da quando abbiamo deciso di sposarci in chiesa il nostro cammino spirituale si è evoluto divenendo una ricerca continua di ciò che è gradito a Lui.
Quest’evoluzione ci ha portati a riflettere su alcuni aspetti della vita coniugale.
Per questo le chiediamo gentilmente di illuminarci sui seguenti dubbi: durante l’allattamento, visto che non esistono metodi contraccettivi naturali sicuri, e visto che mia moglie non si sente fisicamente e psicologicamente pronta ad un’altra gravidanza, quale soluzione possiamo adottare? È lecito avere rapporti non “tradizionali” o non completi? O dobbiamo vivere nella castità?
La ringrazio anticipatamente per la risposta e le chiedo anche di ricordarci nelle sue preghiere affinché lo Spirito Santo ci illumini e ci guidi in ogni nostra scelta e azione facendoci capire qual è il progetto di Dio per noi.
Grazie.


Risposta del sacerdote

Carissimi,
1. I metodi naturali non sono contraccettivi naturali.
La contraccezione consiste nel togliere deliberatamente alla facoltà sessuale la sua finalità procreativa.
Come è evidente, si tratta di un’alterazione e di una profanazione del disegno divino sulla sessualità umana.
I metodi naturali invece fruiscono del disegno divino che ha disposto che non ogni incontro sessuale sia di fatto procreativo.

2. Nello stesso tempo l’atto contraccettivo cessa di essere un atto di autentico amore fra gli sposi.
Giovanni Paolo II in Familiaris consortio ha detto che quando i coniugi “scindono questi due significati che Dio creatore ha iscritti nell’essere dell’uomo e della donna e nel dinamismo della loro comunione sessuale… manipolano e avviliscono la sessualità umana, e con essa la persona propria e del coniuge, alterandone il valore di donazione totale” (FC 32).
Non posso non sottolineare la forza di alcune parole: “avviliscono la sessualità umana, e con essa la persona propria e del coniuge”.
Penso che nessuno possa dire che non sia proprio così.

3. Giovanni Paolo II nel suo insegnamento ha detto anche che “nell’atto coniugale non è lecito separare artificialmente il significato unitivo dal significato procreativo perché l’uno e l’altro appartengono alla verità intima dell’atto coniugale: l’uno si attua insieme all’altro e in certo senso l’uno attraverso l’altro. Quindi l’atto coniugale privo della sua verità interiore, perché privato artificialmente della sua capacità procreativa, cessa di essere atto di amore” (22.8.1984).

4. È proibita ogni forma di contraccezione, come ricorda l’enciclica Humnane vitae di Paolo VI: “è altresì esclusa ogni azione (item quivis respuendus est actus) che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione dei figli” (HV 14).
È una norma morale espressa in forma di precetto negativo, che obbliga “semper et pro semper”, e cioè sempre e in ogni caso.

5. Non rimane che unire la certezza garantita dai vari metodi naturali.
È comunque un problema che dovete risolvere perché siete giovani e la contraccezione non vi porta avanti nel cammino del Signore. 

Mi compiaccio dei vostri buoni sentimenti e del figlio che il Signore vi ha donato. 
Vi assicuro la mia preghiera e tutti e tre vi benedico.
Padre Angelo