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Quesito

Buongiorno Padre Angelo
Sono un giovane sono molto cattolico e molto praticante.
Più di 3 anni fa ho commesso un peccato mortale contro la purezza.
Non l’ho vissuto per niente bene Padre. Ma il problema più grosso e che non ho mai detto in confessione e quindi mi accostavo alla Comunione.
Più andavo avanti Padre e più mi facevo schifo di me, ero triste e depresso, ma ad un certo punto ho avuto come la sensazione di una spinta di qualcuno nel confessare questa cosa. Premetto Padre, io ho pregato molte volte il Signore perché mi allontanasse da queste schifezze e quest’anno a Marzo presi coraggio e mi confessai, dissi tutto al mio Don.
Mi sono sentito molto leggero, ma veramente, come se fossi andato dentro ad una lavatrice dove feci una bella centrifuga.
Delle volte però ho paura che  il confessare questo grandissimo peso non sia bastato, ho paura dell’inferno mentre io desidero andare in paradiso e godere pienamente della vita eterna, ho paura che aver commesso quel peccato mortale nonostante che mi sono confessato non ho ricevuto pienamente il perdono di Dio. Il mio Don mi ha detto che in quel momento “Dio ti ha perdonato tutto”, io ci credo, però l’idea di aver mancato di rispetto nostro Signore mi ha fatto e mi fa ancora un po’ paura.
Padre Angelo, come posso stare tranquillo su questo? Io so molto bene di aver sbagliato, mi sono pentito moltissimo, ma voglio essere sicuro di poter stare tranquillo. Quando ora vado a ricevere Gesù sono consapevole di essere un “tabernacolo” vivente (mi passi il termine) e voglio che Gesù dentro di me possa operare attraverso me per gli altri, e questo io lo voglio!
La ringrazio di cuore per l’attenzione datami, e ricordandola questa sera nelle mie preghiere serali, la saluto cordialmente.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. Sei stato bravo a corrispondere agli impulsi della grazia.
Il Signore ti voleva suo, tutto puro. E ti ha messo una salutare inquietudine circa il peccato commesso che andava confessato.
Finalmente l’hai fatto e la tua anima è stata inondata di grazia.
Scrivi: “Mi sono sentito molto leggero, ma veramente, come se fossi andato dentro ad una lavatrice dove feci una bella centrifuga”.
Sì, questa è l’esperienza di chi si confessa sinceramente.
Ti sei uscito nuovo da quel confessionale. Come fossi rinato!

2. Ma il tuo avversario, che era riuscito a tenerti soggiogato per circa tre anni, di fronte a questa sconfitta ha voluto prendersi la rivincita, mettendoti scrupoli, come se Dio non ti avesse perdonato.
E cerca di portarti alla disperazione facendoti credere che andrai all’inferno.

3. Ma tu non aver paura.
Vai avanti sereno.
Il tuo sacerdote, che in quel momento agiva in persona Christi, ti ha detto che il Signore ti ha perdonato tutto. Ed è così.

4. Però il Signore non ti cancella dalla memoria il peccato che hai commesso. Anche tu come Davide nel salmo 51,6 puoi dire: “il mio peccato mi sta sempre dinanzi”.
Ti sta dinanzi: non per condannarti, perché il Signore ti ha perdonato.
Ti sta dinanzi: non per farti vivere da infelice, perché il Signore ha buttato dietro le sue spalle tutti i tuoi peccati (Is 38.17). Non te li tirerà fuori neanche nel giorno del giudizio.

5. Il tuo peccato ti sta dinanzi perché tu rimanga umile, perché tu non monti in superbia, perché tu stia circospetto per non cadere di nuovo.
Soprattutto ti sta dinanzi perché, sebbene lavato del tutto dal Sangue di Cristo, tu vi aggiunga qualcosa di tuo, con qualche penitenza o preghiera particolare.
E, credo anche, perché tu sappia compatire chi cade nel tuo stesso peccato oppure è tentato di cadere: perché tu con le tue preghiere e i tuoi sacrifici gli impedisca di cadere, o, se caduto, abbia la forza di rialzarsi subito con una pronta e sincera confessione.
Vivi dunque in maniera da poter dire: “dove è abbondata la colpa, lì è sovrabbondata la grazia” (Rm 5,20).

Ti assicuro la mia preghiera perché ti conservi sempre amico del Signore e suo collaboratore nella redenzione di molti.
Ti benedico e ti saluto. 
Padre Angelo