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Quesito
Caro Padre Angelo,
da qualche tempo sto cercando di approfondire il perché la Chiesa Cattolica è tanto contraria all’uso di tutti gli anticoncezionali, salvo eccezioni mediche.
Sono cresciuto cattolico e ho comunque un gran rispetto per la Chiesa Cattolica in molti campi, come per esempio nella sua Dottrina Sociale.
Ho però delle riserve sulla Sua dottrina riguardo il regolamento della sessualità coniugale.
Vivo in un Paese a maggioranza protestante e so che per parte loro da vari anni hanno scelto di non far preoccupare troppo i loro fedeli su questo argomento, dicendo che l’importante è che abbiano tutti i figli che possono mantenere bene e nel periodo della loro vita più propizio.
Poco alla volta anch’io ho trovato questo principio saggio in quanto lascia una certa libertà di autodecisione.
Ho anche letto che i metodi “naturali” suggeriti dalla Chiesa hanno nella pratica effettiva (e non di laboratorio) un certo margine di errore, e quindi non sono completamente sicuri.
Come ho detto ho un grande rispetto per la Chiesa, ma mi domando se insistere tanto su questo argomento non vada a scapito del male maggiore dell’aborto, perché tante ricerche dimostrano che i Paesi con la più bassa percentuale di aborti sono quelli dove si insegna come utilizzare i contraccettivi.
Inoltre, ho notato in vari siti cattolici che molte persone si tormentano la coscienza su questo argomento a scapito probabilmente di altri più essenziali, come l’aiuto dei poveri.
Capisco che Lei personalmente non possa cambiare la dottrina attuale. Spero che Papa Francesco faccia qualche apertura su questo argomento.
Con reverenza,
Adrian
Risposta del sacerdote
Caro Adrian,
1. l’insegnamento della Chiesa Cattolica sulla contraccezione mostra quanto sia grande e sincero l’amore della Chiesa per i singoli credenti, intendendoli risparmiare dai veleni della contraccezione.
La contraccezione è essenzialmente un veleno.
Talvolta, in maniera più pesante, è un veleno per il corpo, soprattutto per la contraccezione chimica.
In ogni caso è veleno per quanto riguarda la purezza dell’amore coniugale.
2. Quando la Chiesa dice che la contraccezione non è lecita non lo fa per mettere dei divieti senza senso.
La Chiesa Cattolica, che anche nella sua dottrina dimostra di essere “santa”, ricorda quale sia il disegno divino sulla sessualità.
Nell’esercizio della genitalità all’interno del matrimonio si realizzano due obiettivi che per loro natura sono indissolubilmente congiunti perché si attualizzano nel compimento del medesimo atto. Il medesimo atto è simultaneamente unitivo e procreativo.
Anzi, vi è da osservare che i due fini non sono semplicemente affiancati o giustapposti l’uno all’altro, ma si realizzano l’uno mediante l’altro.
Il fine unitivo, quando è raggiunto con il rapporto coniugale, non si esprime con un’unione qualunque, ma mediante un gesto intrinsecamente procreativo. E questo è così vero, che espletata la finalità procreativa, l’unione sessuale viene meno da se stessa.
E il fine procreativo non si realizza semplicemente mediante l’unione biologica dei gameti, ma per mezzo della mutua donazione delle persone.
Questa è la motivazione metafisica che soggiace a tutto il magistero della Chiesa in materia ed è il principio che getta luce anche sui problemi relativi alla procreazione assistita.
Frustrare l’atto di uno dei suoi significati equivale a falsificarlo, a deviare dal progetto divino sulla sessualità umana.
3. Vorrei farti comprendere la deriva cui si giunge quando si vanifica intenzionalmente l’atto coniugale della sua intrinseca valenza procreativa.
Se la finalità fosse solo quella unitiva, perché non unirsi anche fuori del matrimonio, prima del matrimonio, tra persone omosessuali…
A tutte queste derive sono giunte le chiese protestanti, che mostrano tanta impurità anche nella loro dottrina.
4. All’inizio della tua mail dici che “la Chiesa Cattolica è tanto contraria all'uso di tutti gli anticoncezionali, salvo eccezioni mediche”.
Questo non è esatto.
Non vi è alcuna eccezione per la contraccezione. Non vi sono eccezioni mediche.
Il precetto che vieta di commettere atti impuri è un precetto morale negativo e in quanto tale obbliga “semper et pro semper”.
Giovanni Paolo II nell’enciclica Veritatis splendor ha detto che “I precetti negativi della legge naturale sono universalmente validi: essi obbligano tutti e ciascuno, sempre e in ogni circostanza. Si tratta infatti di proibizioni che vietano una determinata azione semper et pro semper, senza eccezioni, perché la scelta di un tale comportamento non è in nessun caso compatibile con la bontà della volontà della persona che agisce, con la sua vocazione alla vita con Dio e alla comunione col prossimo. È proibito ad ognuno e sempre di infrangere precetti che vincolano, tutti e a qualunque costo, a non offendere in alcuno e, prima di tutto, in se stessi la dignità personale e comune a tutti” (VS 52)
Ha detto anche che “la fermezza della Chiesa, nel difendere le norme morali universali e immutabili, non ha nulla di mortificante… Di fronte alle norme morali che proibiscono il male intrinseco non ci sono privilegi né eccezioni per nessuno.
Essere il padrone del mondo o l’ultimo “miserabile” sulla faccia della terra non fa alcuna differenza: davanti alle esigenze morali siamo tutti assolutamente uguali” (VS 97).
5. La Chiesa Cattolica, alla quale il Signore ha garantito la sua assistenza perché non insegni nulla di sbagliato nelle verità di fede e di morale, ha elaborato il suo Magistero sulla sessualità.
Questo Magistero ricorda che la sessualità tocca l’intimo nucleo della persona e le conseguenze di carattere antropologico e morale sono rilevanti.
Nella contraccezione i coniugi “si comportano come arbitri del disegno divino” (Humanae Vitae 13). Di fatto si sostituiscono a lui nel determinare quale sia il significato del corpo e dei suoi atti. Ne emerge la coscienza di essere padroni o proprietari di se stessi, una coscienza che corrisponde più o meno allo slogan: “Il corpo è mio, e ne faccio quello che voglio io”.
Nella continenza periodica invece si usufruisce del matrimonio riconoscendo una legge trascendente e e di questa legge si è ministri. Di fatto, accettando il significato intrinseco degli atti e il ritmo di fertilità stabilito da Dio, si riconosce di essere creature, di non essere padroni di noi stessi, e tanto meno delle funzioni genitali, secondo l’espressione di S. Paolo: “O non sapete che non appartenete a voi stessi” (1 Cor 6,19).
6. Inoltre nella contraccezione si frustra la capacità procreativa degli organi genitali. Essi, che nel loro linguaggio nativo sono ordinati a suscitare la vita, vengono contraddetti nel loro più intimo significato.
Questo, al dire di Giovanni Paolo II, fa sì che “gli sposi si attribuiscano un potere che appartiene solo a Dio: il potere di decidere in ultima istanza la venuta all’esistenza di una persona umana. Si attribuiscono la qualifica di essere non i co-operatori del potere creativo di Dio, ma i depositari ultimi della sorgente della vita umana. In questa prospettiva la contraccezione è da giudicare oggettivamente così profondamente illecita da non potere mai, per nessuna ragione, essere giustificata.
Pensare o dire il contrario, equivale a ritenere che nella vita umana si possano dare situazioni nelle quali sia lecito non riconoscere Dio come Dio” (17.9.1983).
7. I metodi naturali possono avere, sì, un margine di errore. Ma questo margine è presente anche nei contraccettivi.
Inoltre se si combinano insieme diversi metodi naturali si giunge ad un margine di sicurezza ancora più alto che nei contraccettivi, i quali, combinati insieme, non possono che aggravare tutti quei danni che invece sono radicalmente esclusi nei metodi naturali.
8. Mi scrivi: “Come ho detto ho un grande rispetto per la Chiesa, ma mi domando se insistere tanto su questo argomento non vada a scapito del male maggiore dell'aborto, perché tante ricerche dimostrano che i Paesi con la più bassa percentuale di aborti sono quelli dove si insegna come utilizzare i contraccettivi”.
Ebbene proprio a questo proposito Giovanni Paolo II ha detto: “in Evangelium vitae: “Si afferma frequentemente che la contraccezione, resa sicura e accessibile a tutti, è il rimedio più efficace contro l’aborto. Si accusa poi la Chiesa cattolica di favorire di fatto l’aborto perché continua ostinatamente a insegnare l’illiceità morale della contraccezione.
L’obiezione, a ben guardare, si rivela speciosa. Può essere, infatti, che molti ricorrano ai contraccettivi anche nell’intento di evitare successivamente la tentazione dell’aborto. Ma i disvalori insiti nella mentalità contraccettiva – ben diversa dall’esercizio responsabile della paternità e maternità, attuato nel rispetto della piena verità dell’atto coniugale – sono tali da rendere più forte proprio questa tentazione, di fronte all’eventuale concepimento di una vita non desiderata. Di fatto la cultura abortista è particolarmente sviluppata proprio in ambienti che rifiutano l’insegnamento della Chiesa sulla contraccezione. Certo, contraccezione ed aborto, dal punto di vista morale, sono mali specificamente diversi: l’una contraddice all’integra verità dell’atto sessuale come espressione propria dell’amore coniugale, l’altro distrugge la vita di un essere umano; la prima si oppone alla virtù della castità matrimoniale, il secondo si oppone alla virtù della giustizia e viola direttamente il precetto divino ‘non uccidere’.
Ma pur con questa diversa natura e peso morale, essi sono molto spesso in intima relazione, come frutti di una medesima pianta. (…). In moltissimi casi tali pratiche affondano le radici in una mentalità edonistica e deresponsabilizzante nei confronti della sessualità e suppongono un concetto egoistico di libertà che vede nella procreazione un ostacolo al dispiegarsi della propria personalità. La vita che potrebbe scaturire dall’incontro sessuale diventa così il nemico da evitare assolutamente e l’aborto l’unica possibile risposta risolutiva di fronte ad una contraccezione fallita.
Purtroppo la stretta connessione che, a livello di mentalità, intercorre tra la pratica della contraccezione e quella dell’aborto emerge sempre di più e lo dimostra in modo allarmante anche la messa a punto di preparati chimici, di dispositivi intrauterini e di vaccini che, distribuiti con la stessa facilità dei contraccettivi, agiscono in realtà come abortivi nei primissimi stadi di sviluppo della vita del nuovo essere umano” (EV 13).
9. Mi dici infine che vi sono altri ambiti “probabilmente di altri più essenziali, come l'aiuto dei poveri” sui quali va fatta insistenza da parte del Magistero.
Non mi pare che il Magistero non insista sulla necessità di aiutare i poveri. Anzi, lo fa a tal punto che qualcuno talvolta accusa la Chiesa di aver perso la dimensione verticale della sua missione che è quella di orientare gli uomini a Dio.
A costoro io rispondo che la Chiesa orienta gli uomini a Dio anche attraverso l’amore per il prossimo, soprattutto per i poveri.
Tuttavia vanno ricordate anche per il nostro discorso le parole del Signore secondo cui non si deve fare scelta tra i precetti morali perché vanno osservati tutti e tutti sono essenziali per la salvezza: “Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle” (Mt 23,23).
Bisogna pertanto “unum facere et alium non omettere”, e cioè fare una cosa (l’aiuto ai poveri) senza tralasciare l’altra (la purezza dell’amore).
10. Infine tu speri che Papa Francesco faccia qualche apertura.
A parte che Papa Francesco si è definito più volte “figlio della Chiesa” vorrei proprio vedere come possa sconfessare il Magistero di Paolo VI che Egli stesso proclamerà beato durante la prima sessione del Sinodo dei Vescovi e il Magistero di Giovanni Paolo II, da Lui di recente canonizzato.
Su questo punto puoi stare tranquillo: la dottrina della Chiesa si sviluppa, sì, ma senza mai contraddirsi.
Lo Spirito Santo che l’assiste nel suo insegnamento non si sconfessa! È lo Spirito di verità!
Ti ringrazio delle perplessità che mi hai mostrato, ti auguro di essere in mezzo alla gente in cui vivi segno di contraddizione, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo