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Quesito
Salve Padre Angelo, sono sempre io, …. La ringrazio per la bellissima risposta, la medito e la tengo nel cuore. Le vorrei fare ulteriori domande, che riguardano il suo ordine. Comincio con le domande, alcune magari possono essere banali, ma siccome sono in discernimento e sono interessato sia ai Domenicani sia ai Francescani, voglio essere sicuro.
1) Lei mi ha citato la frase “La Vocazione è ciò che uno è”, e in un’altra risposta sul sito ho visto che bisogna anche osservare le proprie inclinazioni e i propri talenti. Ecco, come già le ho accennato prima mi piace studiare e mi riesce particolarmente bene, sempre grazie a Dio, e ho paura di non sfruttare bene questo talento entrando ad esempio nell’Ordine Francescano, dove lo studio non è importante come nell’Ordine Domenicano. Poi tra l’altro ho visto che i Domenicani devono soprattutto predicare il Vangelo, e la loro preparazione gli permette di difendere perfettamente la Chiesa, come una sorta di “battaglia”, quindi in teoria sono persone pronte al dibattito per difendere la Fede Cattolica, ecco a me questa è una cosa che piace molto, adoro mettermi in discussione e difendere determinate cause, in particolar modo quella Cattolica, come mi è capitato spesso di fare. Questo mi fa pensare che forse i miei doni possono dare frutti buoni nell’Ordine Domenicano, ma ovviamente sono ancora molto indeciso.
2) Tra i temi che più mi piacciono c’è la politica, un frate domenicano può diventare un esperto di politica e dottrina sociale della Chiesa? E quindi anche parlare di temi di attualità? Ovviamente sempre filtrando tutto con il Vangelo e la Bibbia per poter guidare bene i Cattolici nel mondo della politica e della società. Io penso che sarebbe una cosa buona vista la confusione dei nostri giorni che si manifesta ad esempio nelle ideologie lgbt, nel rifiuto delle leggi di Dio, quali ad esempio il divieto degli atti omosessuali o il rifiuto severo di famiglie composte da 2 papà o 2 mamme, e soprattutto nella crisi culturale che distrugge i giovani, allontanandoli in primo luogo dalla fede e facendoli schiavi dei vizi in secondo luogo. E i giovani sono il futuro. Non lo so, lei cosa ne pensa? Un domenicano può fare tutto questo?
3) Cosa fate voi frati Domenicani? Vi dedicate alla Carità come i Francescani? Ad esempio vi dedicate ai più poveri, ai carcerati, ai giovani in difficoltà, fate anche missioni all’estero? Perché io voglio fare molta carità, mi piacerebbe molto.
4) Sono della provincia di …, cosa dovrei fare nel caso in cui decida di entrare nell’Ordine? Nelle mie vicinanze ho visto tra l’altro che non ci sono conventi domenicani e non posso andare a parlare direttamente con uno di voi.
5) Fate attività come i Preti dedicandovi ai giovani? Tipo gite, oratori etc…Mi piacerebbe stare in mezzo ai giovani annunciando il Vangelo e chiarendo tutte le loro perplessità riguardo a Dio. E poi chi sta in mezzo ai giovani resta giovane anche da anziano.
6) Siccome penso che la mia Vocazione sia autentica (anche se ancora non mi sono ben confrontato con un padre spirituale, lo farò appena finisce la zona rossa qui nel mio paese), vorrei cominciare a studiare teologia, mi consiglia di farlo? Se la risposta è si, mi può anche consigliare qualche testo?
Grazie, questo è tutto.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
eccomi finalmente a te. Poiché l’ordine domenicano ti affascina e mi poni molte domande sul suo carisma e sui suoi ministeri, ti presento oggettivamente l’obiettivo dell’ordine, il suo carisma e i suoi ambiti di ministero.
Potrai dunque confrontarti con quanto ti dico e verificare se in te ci sia la stoffa per tirarne fuori un domenicano!
1. In una bolla papale del1216, considerata spuria dagli storici del nostro tempo e che tuttavia se non altro manifesta il sentire comune della tradizione, i domenicani vengono definiti da Onorio III, come “pugiles fidei et vera mundi lumina”, campioni o pugili della fede e veri luminari del mondo.
In questa affermazione sono racchiuse due caratteristiche particolari del nostro ordine: lo splendore della verità e l’universalità della missione.
2. Lo splendore della verità: veritas è il motto dell’ordine.
Come per i francescani il motto che sintetizza tutta la loro missione è racchiuso in due parole “Pace e bene” (pax et bonum), come per i benedettini il significato della loro vita monastica è compendiato nel due famose parole “ora et labora” (prega e lavora), così per l’ordine domenicano il suo carisma e la sua missione è sintetizzato in un’unica parola: veritas.
3. Quando il Papa Onorio III scrisse a San Domenico dicendogli che i suoi figli erano pugiles fidei intendeva dire che non erano soltanto combattenti per la fede perché tutti dovrebbero esserlo in forza del battesimo e della confermazione ma campioni della fede.
Il campione è più che un comune atleta.
Il campione, soprattutto per i medievali, era chi scendeva nel campo di battaglia. Era chi rappresentava una determinata causa.
I domenicani erano visti così: come il simbolo della verità, quelli che meglio di tutti la conoscevano, la presentavano, la difendevano e la comunicavano.
C’è nel campione come l’immedesimazione della sua vita con la causa per la quale combatte.
Ancora oggi da un domenicano ci si attende questa immedesimazione con la verità: che porti lo splendore della verità con argomentazioni solide, il che è ben diverso dalla rigidità, con un linguaggio preciso alieno dall’ambiguità (si tratta di verità salvifiche! Le ambiguità possono portare alla perdizione eterna!), con parole piene di amore e di fuoco.
4. Sotto quest’aspetto l’espressione meglio riuscita del nostro Ordine è San Tommaso d’Aquino. A lui ancora oggi la Chiesa si rivolge per avere una risposta sicura, illuminante, rasserenante, conquidente.
San Tommaso ha sintetizzato il carisma del nostro ordine nelle famose parole: contemplari et contemplata aliis tradere (contemplare e comunicare agli altri la realtà contemplate).
La contemplazione è come uno sguardo luminoso e infuocato che si porta su Gesù Cristo e sui contenuti della sua predicazione.
Per questo la parola del domenicano dovrebbe essere una parola che illumina la mente e riscalda il cuore.
Illuminando la mente, la purifica da tutte le scorie. Riscaldando il cuore, lo ristora, gli comunica forza, calore, entusiasmo.
5. Certo i domenicani non sono gli unici all’interno della Chiesa che si mettono totalmente al servizio della parola.
Ma essi lo fanno secondo uno stile proprio che procede dal loro vissuto, scandito dalla vita comunitaria che al suo centro ha Gesù Cristo, dalla solenne celebrazione della liturgia delle ore e dalla preghiera personale, dal loro studio, da alcune caratteristiche della loro regola quali ad esempio il silenzio, il portare l’abito religioso, la sacralità della vita conventuale.
6. Nella bolla citata viene detto anche che i domenicani sono veri luminari del mondo.
Dicendo “del mondo” il Papa intendeva sottolineare che la loro missione non si esaurisce in una regione, ma si porta dappertutto.
San Domenico non si è accontentato di predicare nella Linguadoca, ma è andato dappertutto. Ha predicato nella Provenza, nella Lombardia, a Bologna, a Venezia, a Roma, a Parigi, a Madrid.
L’ansia di andare presso i cumani, popolazione dell’Europa nord-orientale ancora tutta da evangelizzare, manifesta il desiderio di lavorare nelle cosiddette frontiere.
Poiché “la parola di Dio non è incatenata” (Verbum Dei non est alligatum, (2 Tm 2,9), egli desidera portarla dappertutto.
7. La stessa cosa vale anche per il domenicano d’oggi e di tutti i tempi.
Nessun orizzonte gli è precluso. Nessuna fascia della popolazione, nessuna miseria umana, nessun ambito in cui vivono le persone è inadatto al suo ministero.
Mentre alcuni istituti religiosi si dedicano a specifiche categorie di persone (ad esempio alcuni ai malati, altri ai ragazzi, altri agli studenti, altri ai poveri, altri agli operai, altri alle persone che influiscono maggiormente nella società …, l’ordine domenicano è aperto a tutti. Il ventaglio dei nostri ministeri è tanto vasto quanto lo sono i soggetti e le attività umane.
8. Se si volesse fare un inventario dei nostri ministeri, vi trova di tutto.
Tutti sono incoraggiati, tutti sono favoriti.
Ogni domenicano si applica ai vari ministeri a seconda delle sue inclinazioni, delle necessità della Chiesa e della società.
Ciò che lo specifica non è tanto l’ambito del ministero, quanto piuttosto il carisma con cui lo compie, che è quello del ministero della Parola, al fine di portare la luce, la presenza e la grazia di Dio nel cuore delle persone.
Pertanto, per dirla con San Tommaso, “non con una parola qualunque, ma con una parola che spira amore” (“non Verbum qualecumque, se Verbum spirans amorem”). Una parola pertanto che porti l’amore di Dio nelle persone e che susciti il loro amore verso di Lui.
L’obiettivo infatti è quello della salvezza eterna di tutti, la cosiddetta “salus animarum”.
Ecco, ti ho presentato il vestito dell’ordine domenicano.
Con l’augurio che possa essere perfettamente corrispondente alla tua taglia, ti assicuro volentieri la mia preghiera, ti benedico e ti auguro un sereno prosieguo delle feste natalizie.
Padre Angelo