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Quesito
Caro Padre Angelo,
chi è la Sapienza di Dio di cui il Siracide dice: “Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda
e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele,
affonda le tue radici tra i miei eletti” (Sir 24,8)?
Grazie per tutto quello che fa. La ricordo nelle mie preghiere.
Alberto
Risposta del sacerdote
Caro Alberto,
1. accingendosi a commentare il libro del Siracide il biblista domenicano Giuseppe Girotti scrive: “La parola Sapienza ha qui, come nei Proverbi e nel libro della Sapienza, un senso generale e comprende la Sapienza essenziale comune alle tre Persone divine, la Sapienza personale generata che è il Verbo, il Figlio del Padre, la sapienza creata sia comunicata da Dio alle creature intelligenti e sia poeticamente personificata.
Dalle cose dette in questo libro intorno alla Sapienza, alcune convengono solo alla Sapienza increata ed altre solo alla sapienza creata, altre finalmente a tutte e due” (Nota a Sir 1,1).
2. Questa triplice accezione di Sapienza si riscontra analogamente nella Sacra Scrittura e nella teologia anche a proposito della parola carità.
Talvolta carità viene riferita a Dio indicando la sua essenza divina, e per questo troviamo l’affermazione “Deus Caritas est”, “Dio è carità” (1 Gv 4,8).
È la cosiddetta carità essenziale.
3. Talvolta viene riferita la terza Persona della Santissima Trinità, là dove si dice che lo Spirito Santo è “fonte viva, fuoco e carità (fons vivus, ignis, caritas) e allora si parla di carità personale.
Questa espressione si trova nell’inno “Veni creator Spiritus”.
4. A volte si parla della carità in quanto è stata infusa nei nostri cuori (cfr. Rm 5,5).
È quella che i teologi chiamano carità creata.
Si distingue dalla carità increata, che è Dio stesso nella sua essenza oppure la Persona dello Spirito Santo.
5. Infine, a volte, in senso figurato o poetico, si parla di carità riferendosi alla comunità dei credenti.
Con questo significato Sant’Agostino, parlando alla gente che gli stava davanti, anziché dire “fratelli e sorelle”, come dicono alcuni, o “cari fratelli”, come dicono altri, diceva: “Parlo alla carità vostra”.
6. Ho voluto fare questa digressione per sottolineare come una buona teologia, come quella che possedeva il beato padre Giuseppe Girotti e come aveva il padre Marie-Joseph Lagrange, il grande domenicano fondatore della Scuola biblica di Gerusalemme, è indispensabile per una corretta esegesi dei testi sacri.
7. Tornando a noi, la Bibbia di Gerusalemme, senza parlare di sapienza essenziale e di sapienza personale, riconosce un chiaro riferimento alla Santissima Trinità.
E vede un riferimento anche alla Persona divina del Verbo e addirittura alla terza Persona divina, lo Spirito Santo.
Scrive infatti: “Più ancora che nei Proverbi, si è colpiti da certe espressioni che annunciano una teologia della Trinità: la sapienza è nello stesso tempo unita intimamente a Dio e distinta da lui, caratteristiche che più tardi si applicheranno sia alla persona del Verbo sia quella dello Spirito”.
8. Quest’ultimo riferimento è particolarmente illuminante.
Si provi a leggere il capitolo 24º del Siracide vedendovi l’attività dello Spirito Santo, la Sapienza divina che si comunica alle anime sante producendo “splendidi germogli”, i cui fiori “danno frutti di gloria e ricchezza” (Sir 2417).
Una simile lettura si trasforma subito in un’invocazione, in una preghiera.
Augurandoti tutto questo, mentre ti ringrazio della preghiera che cordialmente ricambio, ti auguro un sereno proseguimento delle feste natalizie e ti benedico.
Padre Angelo