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Quesito
Caro Padre Angelo,
Mi chiamo Salvatore e seguo da tanti anni la Sua rubrica.
E’ la prima volta che mi permetto di scriverLe, e spero di non recarLe disturbo.
Vorrei, se fosse possibile, avere una risposta che è legata ai 10 comandamenti, esattamente al 2°, e ad una che Lei ha dato ad un utente riguardante Epicuro, mi pare che nella risposta data, ovvero quando Lei afferma che Dio non può essere geloso, essendo un Essere Perfettissimo, (trascrivo parte della risposta dove si tocca il punto: Se la gelosia è un’imperfezione o un difetto, come può Dio, che è perfettissimo, essere geloso?), ci sia una apparente contraddizione con quando riportato sul 2° comandamento che recita cosi:
2° Non farti alcuna scultura, né immagine alcuna delle cose …, perché io, il Signore tuo Dio, sono un Dio geloso che punisce…
Potrebbe chiarirmi questi passaggi che ai miei occhi suona un pò strana e contraddittoria?
La ringrazio per quanto potrà fare.
I migliori auguri di cuore a Lei e a tutta la Sua Congregazione, visto l’approssimarsi della Natività del nostro Redentore.
Risposta del sacerdote
Caro Salvatore,
1. secondo il nostro vocabolario il termine “gelosia” è soggetto a più significati.
In genere ha un significato deteriore. E questo è il significato che si dà quando si dice che uno vuole l’esclusiva di un determinato prodotto e gli dispiace che anche altri vengano a possederlo.
In questo caso la gelosia è molto vicina all’invidia del bene altrui perché si desidera che l’altro non lo possieda, perché può fare concorrenza oppure può venir meno la nostra superiorità.
2. Talvolta però la gelosia può avere anche un significato buono, come quando manifesta un amore particolarmente intenso ed è segno dello zelo con cui si sta dietro a una determinata realtà.
Così un parroco o la gente può essere gelosa della propria Chiesa, perché la vuole sempre in ordine, pulita, ornata e decorosa.
In questo medesimo senso si dice che una persona è gelosa della sua abitazione o della sua macchina perché la vuole sempre perfetta e splendente.
3. Secondo questo secondo significato Dio è detto geloso del suo popolo perché lo vuole tutto santo, senza macchia e cioè senza alcun male o imperfezione.
4. Questo duplice significato della gelosia lo si trova anche nell’ambito sponsale.
C’è una gelosia in senso deteriore quando si è animati da continuo sospetto nei confronti del coniuge perché si teme che qualcuno lo insidi o che il coniuge stesso manchi di fedeltà.
Questa gelosia nasce da ingiustificata fiducia nel prossimo o nel coniuge e si esprime con inquietudini, dubbi persistenti e accuse ingiustificate.
Talvolta arriva a eccesso patologico.
5. Ma c’è anche una gelosia in senso buono come quando si ha cura del proprio coniuge e fa di tutto perché non gli manchi nulla.
6. Ebbene, è nell’orizzonte di quest’ultima gelosia che nella Sacra Scrittura Dio dice di essere geloso del suo popolo: “Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano” (Es 20,5).
Dio vuole che si sappia che nessuno vuole al suo popolo il bene e l’attenzione che gli vuole lui. E che per questo merita che si abbia di lui la massima fiducia.
Nello stesso tempo vuole che si sappia chiaramente che gli idoli, che sono portavoce dei demoni, non possono aiutare l’uomo, anzi, gli procurano sempre i più grandi mali.
7. È questo il significato delle parole “che punisce…”.
In realtà Dio non punisce, ma è l’uomo che si autocastiga in maniera molto grave quando dà la propria fiducia e il proprio culto a realtà che non lo possono aiutare e che gli vogliono solo il più grande male.
La collera di Dio esprime in linguaggio antropomorfico (umano) la gravità dei mali cui l’uomo si autocondanna.
La minaccia di far cascare questi mali sui propri figli, che va intesa non in senso letterale ma come il massimo male che ci si può fare compiendo il peccato, vuole allontanare ulteriormente il pericolo dell’infedeltà e della trasgressione della legge di Dio.
È inimmaginabile il male che ci si autoinfligge quando non ci si fida di Dio e della sua legge. Ci si priva della corazza e della difesa della grazia e ci si espone a molti mali, tra cui anche le incursioni dei demoni.
Per questo San Tommaso dice che il peccato “invecchia” e cioè fa deteriorare tutto, fino all’inverosimile.
Ti auguro di poter contraccambiare per quanto puoi l’amore che il Signore ha per te, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo