Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Caro Padre Angelo,
salve,
ho una terza questione da presentarle: come pregare? In uno dei detti dei Padri del deserto viene affermato che la preghiera senza sforzo vale ben poco. Spesso io mi attacco al Santo Rosario (dopo aver invocato lo Spirito Santo), come ad una grande e potente preghiera ed invocazione di aiuto e potenza dall’alto.
È cosa buona la preghiera silenziosa, o è meglio l’orazione?
La ringrazio per l’attenzione e la saluto cordialmente, sperando di ricevere una sua risposta ed una preghiera per me.
Enzo
Risposta del sacerdote
Caro Enzo,
1. da quanto mi scrivi mi pare che tu per preghiera silenziosa intenda la contemplazione, e che per orazione intenda la preghiera vocale.
Mi pare doverosa questa puntualizzazione per non equivocare sui termini.
2. La preghiera in quanto tale ha lo scopo di tenere l’anima unita al Signore.
Potrei dire che la preghiera vocale è ancora nell’ordine dei mezzi per raggiungere il fine.
La contemplazione invece raggiunge già il fine perché consiste nello stare uniti a Dio, nel vivere e nell’assaporare i misteri della vita di Gesù. Per questo Gesù disse a Marta che Maria aveva scelto la parte migliore, che non le sarebbe stata tolta.
Maria aveva già cominciato di qua a vivere quello che si vive di là. In questo senso la morte non le avrebbe tolto nulla, ma avrebbe perfezionato l’unione col Signore.
Marta invece rimaneva ancora nell’ordine dei mezzi. E questi, in ogni caso, le sarebbe stati tolti a causa di impedimenti, di malattia o anche di morte.
3. San Tommaso d’Aquino dice che quando un persona fa esperienza di contemplazione “lo Spirito Santo fa irruzione nella sua anima come un torrente impetuoso” ed “è inebriata di delizie perché tiene la propria bocca aderente alla sorgente della vita”, e cioè a Cristo (In Ps. 35,9).
4. Il Rosario è una preghiera che ti tiene unito al Signore e ai misteri della vita di Gesù. Anzi, ti rende contemporaneo, protagonista degli eventi della vita di Gesù. E i suoi eventi, carichi di meriti, diventano il tuo prezzo davanti al Padre per ogni tua necessità personale e per la vita del mondo.
Per questo Giovanni Paolo II diceva che era la sua preghiera preferita.
Ma bisogna riconoscere che molto spesso la preghiera del Rosario costituisce per noi un autentico combattimento nei confronti degli affanni della vita, delle distrazioni e delle tentazioni.
Si tratta però di una preghiera eccezionale perché è nell’ordine dei mezzi (la vocalità) e nello stesso tempo ci fa raggiungere, o meglio, possedere il fine, Cristo dentro di noi.
5. Mi piace riportarti quanto il primo biografo di Santa Caterina da Siena scrisse di questa Santa: “Ma l’anima sua si perfezionò talmente nella contemplazione che cessarono a poco a poco le preghiere vocali e, per continuo rapimento, giunse ad un punto che difficilmente arrivava in fondo ad un Pater noster senza essere già in estasi”.
Questo primo biografo era il beato Raimondo da Capua, suo confessore, che divenne anche Maestro generale dei domenicani.
Perché tu arrivi ben questo a questo vertice e possa sperimentare il paradiso già nella vita presente ti assicuro ancora una volta la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo