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Quesito
Caro Padre Angelo,
salve,
mi chiamo Enzo e ho 34 anni. La mia conversione risale al 2003, dopo un periodo molto burrascoso di questa mia esistenza terrena, e devo ammettere che, da allora, il Signore Gesù mi ha letteralmente “preso per mano” e condotto come un bimbo piccolo, e di questo sono molto contento. Tuttavia ho bisogno del Suo Spirito, come tutti, d’altronde.
Vorrei, se possibile, alcuni chiarimenti su tre questioni.
La prima è la seguente: lo Spirito Santo è un dono o dobbiamo “meritarcelo”? Dal Santo Vangelo si può notare chiaramente che è un dono.
In effetti penso proprio che sia un dono. Gesù stesso, infatti, andò nel deserto dopo aver ricevuto lo Spirito Santo, e non prima, come se in base al suo digiuno Dio Padre gli avesse poi concesso il Paraclito.
Tuttavia il Signore è il Figlio di Dio, mentre noi, anche se fratelli di Cristo, siamo pur sempre delle sue creature. Quindi, fino a qua, ho praticamente già risposto alla domanda. Tuttavia San Serafino di Sarov, oltre ad affermare che il fine ultimo della vita cristiana è l’acquisizione dello Spirito Santo, affermò anche che Egli viene in noi grazie alle pratiche della vita cristiana (ascesi, digiuni, veglie, preghiera, opere di carità, etc.). Tempo fa pensavo che forse la verità sta nel mezzo: lo Spirito Santo, cioè, è un dono che dobbiamo anche un po’ meritarci. E’ sufficiente chiederlo con insistenza? Solo Dio sa quando e come donarcelo. Solo Dio sa se farci percepire la Sua Presenza oppure no. Ora, invece, penso che sia un dono. Un dono, però, da chiedere con insistenza. Naturalmente si riceve innanzitutto con il Battesimo e poi con la Cresima, tuttavia sta a noi “ravvivarlo”.
La ringrazio per l’attenzione e la saluto cordialmente, sperando di ricevere una sua risposta ed una preghiera per me.
Enzo
Risposta del sacerdote
Caro Enzo,
1. Nella Sacra Scrittura a proposito dello Spirito Santo troviamo due affermazioni: che è un dono e nello stesso tempo che va invocato.
2. Che lo Spirito Santo sia un dono, anzi per eccellenza sia il dono di Dio lo ricaviamo da quanto Gesù ha detto alla Samaritana: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti domanda da bere, tu stessa gliene avresti chiesta” (Gv 4,10).
“Il dono di Dio” di cui parla Gesù lo Spirito Santo. Nella Sacra Scrittura l’acqua è simbolo dello Spirito Santo.
Lo Spirito Santo è un dono perché viene mandato. Nessuno lo può prendere da sé.
Questo dono lo riceviamo in virtù della preghiera e del sacrificio di Cristo: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14,16).
Anche San Pietro parla di dono quando dice: “dopo riceverete il dono dello Spirito Santo” (At 2,28).
Negli Atti degli Apostoli si legge che quando “i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo” (At 10,45).
E per questo Pietro dirà: “Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che a noi per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?” (At 11,17).
3. Gesù stesso dice che lo Spirito Santo va domandato, invocato: “Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Lc 11,13).
4. Perché invocarlo se è un dono? Sembra quasi che la preghiera sia la condizione per guadagnarlo o conquistarlo.
La motivazione è semplice: lo Spirito Santo, che è Dio, “non entra in un’anima che opera il male né abita un corpo schiavo del peccato” (Sap 1,4).
L’invocazione serve per renderci adatti a ricevere questo dono.
5. Questa invocazione si esprime in diverse maniere.
Innanzitutto con la carità fraterna: gli apostoli quando ricevettero lo Spirito Santo erano unanimi (At 1,14) e stavano tutti insieme (At 2,1).
L’esercizio della carità è una bella invocazione dello Spirito Santo.
Ugualmente impedire che il risentimento entri nel nostro cuore è una tacita invocazione dello Spirito Santo.
6. Si invoca lo Spirito Santo anche attraverso la preghiera. Gli Apostoli, quando ricevettero l’effusione dello Spirito Santo a Pentecoste, erano perseveranti in preghiera nel cenacolo da dieci giorni (At 1,14).
Lo Spirito Santo discese su Cristo sotto forma di colomba, dopo il battesimo nel Giordano, mentre Gesù era raccolto in preghiera (Lc 3,21).
Nell’Antico testamento si legge: “Pregai e venne in me lo spirito di sapienza” (Sap 7,7).
7. Una terza maniera di invocare lo Spirito Santo consiste nel purificare la nostra anima con l’elemosina spirituale o materiale. Gesù ha detto: “Date e vi sarà dato” (Lc 6,38). E ci viene dato lo Spirito Santo senza che ce ne accorgiamo.
Si purifica l’anima anche attraverso la confessione sacramentale. Questo sacramento è un momento prezioso per ricevere una nuova effusione di Spirito Santo.
L’anima si purifica anche liberandosi da tanti affanni per le cose del mondo.
8. In modo particolare si invoca lo Spirito Santo leggendo o ascoltando la Parola di Dio: “Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo scese sopra tutti coloro che ascoltavano il discorso” (At 10,44).
9. Tutte queste pratiche sono le disposizioni interiori che ci permettono di accogliere il dono dello Spirito Santo.
Esse stesse non sono semplicemente frutto della nostra buona volontà, ma ci sono sollecitate dallo stesso Spirito Santo, del quale San Paolo dice che “suscita in noi il volere e l’operare” (Fil 2,13).
10. Come vedi, lo Spirito Santo, che in quanto Dio è il fine della nostra vita, è il dono per eccellenza, dono che accogliamo non con vuoti sospiri, ma con atti che ci rendono capaci di possederlo.
In questo Serafino di Sarov ha ragione.
Ti auguro che tutta la tua vita sia un’invocazione dello Spirito Santo e che tu stesso possa apparire agli altri come un uomo pieno di Spirito Santo.
Di San Tommaso d’Aquino si legge che “pareva pieno di Spirito Santo perché era sempre lieto”.
Per questo obiettivo preciso ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo