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Quesito
Carissimo padre Angelo,
volevo ringraziarla per i sui preziosi consigli.
Ultimamente ho trovato nella preghiera del Rosario un alleato potentissimo nelle tentazione e ho notato anche che se c’è la volontà di agire aiuta anche nei propri progetti se sono giusti.
Avevo alcune domande.
Mi sono sempre chiesto: se Gesù è il figlio di Dio come fa ad essere contemporaneamente Dio.
La risposta che mi sono dato è questa domanda è: Dio è un’essenza.
Una parte di questa essenza ha vissuto in un corpo umano Gesù.
Può andare?
Seconda domanda: lei ha detto che nel momento in cui si muore c’è un giudizio particolare in cui si riceve la retribuzione eterna.
Retribuzione vuol dire che in base a quello che si è fatto si riceve il castigo o il premio proporzionale.
Ora le faccio un esempio: se una persona ne fa di tutti i colori nella vita, facciamo l’esempio più estremo un serial killer, come retribuzione meriterebbe l’inferno. Ma nel momento ultimo della vita si pente, cosa gli succede dall’altra parte?
Buona giornata
Risposta del sacerdote
Carissimo,
convengo con quello che hai detto sul Santo Rosario. E cioè che è un alleato potentissimo nelle tentazioni.
Come potrebbe essere diversamente se con questa preghiera portiamo nella nostra vita e nelle nostre azioni la presenza di Gesù, nostro Salvatore, e della Madonna?
Quando il beato Bartolo Longo scrisse queste parole nella supplica alla Madonna di Pompei: “O Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio” parlava per esperienza personale.
Penso che chiunque reciti il Santo Rosario con un minimo di devozione ne faccia spesso la medesima esperienza.
2. Successivamente chiedi: “Se Gesù è il figlio di Dio come fa ad essere contemporaneamente Dio”?
Ebbene Gesù non è figlio di Dio in maniera analoga a quella per cui tu sei figlia dei tuoi genitori.
Tu hai un essere proprio che non si identifica con quello dei tuoi genitori.
Tu con i tuoi genitori siete tre essere autonomi, sebbene uniti affettivamente e per quanto riguarda te anche per via di sangue.
3. Il Figlio di Dio non è un essere autonomo da Dio perché è il pensiero stesso di Dio, è la sapienza di Dio, è l’intelligenza di Dio.
In una parola, è Dio stesso.
Viene detto Figlio perché come il pensiero è una realtà concepita nella mente, così il pensiero di Dio è concepito (generato) nella mente stessa di Dio.
Ma è grande quanto è grande Dio. Anzi, è Dio stesso.
4. Per cui il Figlio di Dio non è una parte dell’essenza divina, ma è l’unico Dio.
Questo unico Dio ha assunto una natura umana. Questi è Colui che è venuto tra gli uomini 2000 anni fa circa. È Gesù.
5. Nell’ultima domanda ti stupisci della salvezza se uno nella sua vita ne fa di tutti colori e nel momento estremo si pente e domanda perdono a Dio.
Ma non è stata questa la vicenda del buon ladrone?
Non credo che questo ladrone sia stato condannato a morte per un solo furto. Ci deve essere stata nella sua vita tutta una serie di furti e di atti criminali. Ma nel momento estremo si è incrociato con lo sguardo di Nostro Signore, ne è stato folgorato, si è pentito, ha sopportato la pena in espiazione dei suoi crimini (in croce diceva all’altro suo collega che bestemmiava: “noi giustamente, ma lui che ha fatto di male?”), e ha chiesto al Signore un posto nel suo regno. Il Signore, che in croce stava patendo anche in espiazione dei peccati del buon ladrone, gliel’ha promesso.
6. Da questo non si può concludere: allora in vita facciamo quello che vogliamo tanto poi ci pentiremo all’ultimo momento.
I peccati infatti fanno perdere talvolta anche la capacità di vederli e di domandarne perdono.
Proprio come successo all’altro ladrone, che ha concluso la sua vita bestemmiando, sebbene Cristo continuasse a bussare al suo cuore per suscitare un ultimo moto di pentimento.
Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo