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Quesito
Carissimo Padre Angelo
mi scuso se Le faccio perdere qualche minuto di tempo, leggo ogni giorno le risposte che Lei da alle persone che le scrivono .
In particolare ce né una che mi ha colpito profondamente perché l’ho vissuta in prima persona .
E’ vero e tutto vero quello che Lei scrive sulla contemplazione. Dio mi ha concesso la grazia di vivere questi momenti che sono indescrivibili perché , come Lei perfettamente dice, sono la parte iniziale del paradiso.
Per ragioni di lavoro mi spostavo dalla mia città a Siracusa (sono circa 98 Km) quando avevo finito il lavoro che dovevo fare, quasi sempre passavo dal Santuario della Madonna delle Lacrime. Mi fermavo a confessarmi o quando ero in grazia di Dio, mi fermavo nella cappella della adorazione. Poi salivo alla cripta dove si trova l’immagine della Vergine Santissima.
Attraversavo un periodo bellissimo, da una fede tiepida mi sono trovato per volontà di Dio , a vedere e capire e rendermi conto di quanto amore Dio provava per me.
Avevo diverse migliaia di ragioni per amare Gesù fino alla follia , una delle ragioni, la più pregnante era la comprensione della sua passione e morte .
Mi ero talmente immerso nella lettura di un libro che le prime volte dopo alcuni minuti dovevo posarlo, perché gli occhi mi si riempivano di lacrime e non riuscivo a leggere. Poi il giorno dopo riprendevo a leggere ma mi dovevo fermare sempre per lo stesso motivo. Ho fatto molta fatica a leggerlo tutto. Ma non solo per questo ci sono tantissime altre vicende che non le racconto per non tediarla.
Ma il mio cuore la mia mente la mia vita improvvisamente si è riempita di Lui.
Un giorno mentre mi trovavo a Siracusa nella cappella delle adorazioni, dinanzi al Santissimo lo ringraziavo per tutto quello che Lui aveva fatto per me, e che io non avevo nulla da potergli offrire se non i miei sacrifici di sposo e di padre, ma una cosa potevo darGli tutto l’amore che Lui aveva creato nel mio cuore. Poi Gli dicevo … Gesù quanto ti amo, quanto avrei desiderio di abbracciarti , anche solo di poterti baciare i piedi o toccare con la mia mano le tue vesti , prostrarmi davanti a te e chiederti perdono di tutti i miei peccati e di tutti i peccati degli altri, per lenirti i dolori che ti diamo. Stringerti i tuoi piedi forte forte al mio cuore e dirti che ti amo sopra ogni cosa.
Mentre facevo questi discorsi mi sono sentito afferrare da una mano possente il mio braccio sinistro. Mi sono girato istintivamente perché pensavo che fosse stato qualcuno che mi conosceva. Ma non vedevo nessuno, poi un attimo, un dubbio un infarto, o qualcosa del genere.
Ma non avevo nessun dolore, anzi tutto il mio corpo, il mio cuore era pervaso da una gioia che non riuscivo a capire, una pace dentro di me che non avevo mai provato in vita mia, inaspettatamente gli occhi mi si riempivano di lacrime e non riuscivo a spiegarmi perché .
Era Lui che mi abbracciava, mi teneva stretto a se, era come se il mondo attorno a me non esisteva più, ero solo io e Lui e Lui che toccava me, me che sono un peccatore. Non riuscivo a muovermi, anzi non volevo muovermi da quella posizione stavo troppo bene pur essendo in ginocchio ma non sentivo alcun dolore alle ginocchia. Stavo li immobile, pervaso da una gioia senza fine e da una pace infinita. Dopo qualche ora mi accorsi che il sacerdote stava togliendo l’Ostia Consacrata dall’Ostensorio e dissi a Gesù …adesso vorrei fare una visita alla tua mamma sopra nella cripta.
Mi alzai, questa mano possente mi accompagnò fino alla cripta mi accompagnò fino davanti alla sua mamma e poi davanti a Lei mi lasciò. Restai in preghiera un po’ di tempo e poi andai via.
Mi creda padre ero talmente “intorpidito” se questo è un termine che posso usare per descrivere questa situazione, che non ricordo nulla della strada che ho fatto, (98Km.) mi sono accorto di essere arrivato a casa quando svoltai per la strada dove abito e mi accorsi di essere arrivato. Tutto questo succedeva a Marzo di questo anno, a tutt’oggi non mi spiego come ho fatto ad arrivare a casa.
Ci ho pensato e ripensato un po’ , per scriverle questa mia esperienza, perché mi diceva un sacerdote al quale confessavo questo fatto, che dicendo queste cose si può creare involontariamente l’effetto contrario, a quello voluto, dare la testimonianza alla verità, ma si rischia di dare l’impressione agli altri di sentirsi un privilegiato o chissà che cosa.
Io so solo di essere un peccatore e che senza l’aiuto di Dio mi perderei e non sarei capace di fare nulla.
La mia forza, la mia vita le mie occupazioni sono dono di Dio e ogni attimo , ogni respiro ogni giorno sono dono di Dio. Ma le dico sinceramente che darei la mia vita in qualunque momento Dio me lo chiedesse anche per un mio fratello, pur di potere rivivere spero per sempre quella pace e quella serenità, quella gioia senza limiti che ho provato in quel giorno.
Che Dio La benedica per tutto quello che fa.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
solo oggi sono giunto alle mail del …. Me ne dispiace e te ne domando scusa.
1. Intanto mi compiaccio per la grazia straordinaria che il Signore ti ha fatto.
Sì, hai potuto toccare con mano quanta verità racchiuda l’espressione di san Tommaso quando dice che la contemplazione “è un certo inizio della beatitudine” e cioè del gaudio del Paradiso (inchoatio quaedam beatitudinis, Somma teologica, II-II, 180, 4).
E che “nella vita contemplativa si ha il godimento non solo a motivo della contemplazione stessa, ma anche a motivo dell’amore verso Dio. E per questo il suo godimento sorpassa qualsiasi gioia umana” (II-II, 180, 7).
2. Questo godimento, continua San Tommaso, fa “ardere dal desiderio di vedere il volto di Dio” (s. gregorio, In Ez., hom. 14.).
3. San Tommaso sul godimento che è intensissimo e che si rinnova anche col solo farne memoria.
Il motivo è questo: “la contemplazione delle realtà divine che si può avere nella vita presente, sebbene imperfetta, è più deliziosa di ogni altra contemplazione per quanto si voglia perfetta a motivo della superiorità dell’oggetto contemplato” (II-II, 180, 7, ad 3).
4. San Tommaso dice anche che “la contemplazione di Dio in questa vita è imperfetta rispetto alla contemplazione della patria celeste; e parimenti ne è imperfetta la gioia in rapporto a quella della patria”.
Ma, se pur imperfetta, sorpassa ogni altro godimento di questo mondo, si può comprendere come mai san Paolo parli di “quantità smisurata ed eterna di gloria” (2 Cor 4,17) a proposito di quella che Dio ha preparato per noi di là.
5. Mi piace anche dire che quanto tu hai sperimentato è accessibile a tutti anche attraverso la recita devota del Santo Rosario.
Durante questa preghiera, se è ben fatta, si sperimenta la presenza del Signore. Si avverte che il Signore torna vivo e operante nella nostra vita per ripetere in qualche modo quanto ha compiuto duemila anni fa.
Ti ringrazio per la bella testimonianza, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo